La commissione Difesa della Camera avvierà un’indagine conoscitiva in tema di cybersicurezza per contribuire ad elaborare un’efficace strategia nazionale sulla protezione del cyberspazio. Uno dei pilastri sarà il sostegno alle aziende nazionali protette da golden power e che collaborano con le istituzioni sui compiti di cyber-difesa. Lo ha annunciato Nino Minardo, presidente della commissione Difesa della Camera dei deputati, al termine dell’audizione dell’amministratore delegato di Telsy, Eugenio Santagata, sulle tematiche relative alla produzione di beni e servizi di interesse per la dotazione di mezzi del settore della Difesa.

Focus sulle aziende protette da golden power

“Non c’è dubbio – ha affermato Minardo – che nell’ambito di una strategia complessiva un capitolo importante sarà quello dello sviluppo e della crescita delle capacità delle aziende nazionali protette da golden power che operino in sinergia con le istituzioni civili e militari preposte alla protezione dalle minacce cyber”.

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“La sicurezza del cyber-space è oggi una delle esigenze principali di chi opera a garanzia degli interessi nazionali”, ha indicato ancora Minardo.

Cyber-rischi sul Made in Italy: il faro del Clusit

I dati del Rapporto Clusit 2023 hanno evidenziato la  gravità dei rischi cyber con cui dobbiamo misurarci anche nel nostro Paese: nel 2022 è andato a segno il 7,6% degli attacchi globali, 188 in tutto. Oltre la metà di questi è stata causata da malware – ben 6 punti percentuali in più rispetto al dato globale – e le conseguenze sono state gravi o gravissime a livello economico, sociale e di immagine, nel 95% dei casi.

Nel nostro Paese la pressione maggiore degli attacchi avviene sulle aziende manifatturiere del Made in Italy, nel settore tecnico-scientifico e dei servizi professionali, laddove le organizzazioni sono meno strutturate e più impreparate a far fronte ad emergenze cyber, per scarsa consapevolezza o mancanza di risorse.

Spesso le imprese pensano di non essere a rischio, per settore di operatività o bassa criticità delle informazioni trattate. Ma i dati del Rapporto Clusit 2023 ci dicono che lo scorso anno i cosiddetti “obiettivi multipli” – ovvero le vittime di campagne non mirate – sono stati colpiti dai criminali nell’ordine del 900% in più rispetto all’anno precedente.

Per questo nessuno può ritenersi al sicuro: oltre agli attacchi malware e ransomware, la perdita dei dati può essere banalmente causata da guasti hardware, corruzione del software, cancellazione accidentale e disastri naturali, come un allagamento o un incendio.

“Il singolo backup non è più sufficiente”, afferma Alessio Pennasilico del Comitato scientifico di Clusit. “È oggi imprescindibile avere un backup immutabile, in cui i file non siano cancellabili o modificabili, poiché, in caso di intrusione, i criminali sono ormai in grado di accedere a qualsiasi dato”. Prosegue l’esperto: “A scalare, la complessità delle organizzazioni, i loro perimetri sempre meno definiti e l’ampiezza della supply chain rendono inoltre necessari piani strutturati di continuità operativa e la costituzione di ambienti di disaster recovery, magari grazie al cloud, che certamente garantiscono maggiore protezione”.

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