Futuro24: l’anno della scienza e della tecnologia quantistica
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Nuovo incontro tra le parti al Ministero il 25 marzo
Le prospettive industriali e occupazionali di tutti i siti del Gruppo Sofinter, compresi quelli di AC Boilers, sono state al centro del tavolo di aggiornamento al Mimit sull’azienda.
Durante il confronto – cui ha partecipato l’azienda, i rappresentanti della Regione Puglia e della Regione Lombardia, gli enti locali e le organizzazioni sindacali – i vertici della società hanno annunciato di aver avviato le attività di ricerca di un nuovo possibile acquirente a condizioni attrattive per la reindustrializzazione dell’impianto di AC Boilers situato a Gioia del Colle (BA) attivo nella produzione di caldaie di grande taglia per impianti di produzione di energia elettrica.
I rappresentanti del Ministero hanno ribadito la necessità di garantire una continuità produttiva del sito, mettendo a disposizione tutte le strumentazioni di supporto volte alla rilancio dell’asset pugliese. Le parti hanno condiviso la proposta del Mimit che prevede l’avvio di un processo di reindustrializzazione strutturato e condiviso, fissando il prossimo incontro il 25 marzo per definire il dettaglio delle azioni di intervento.
Il presidente americano Donald Trump ha annunciato che il produttore mondiale di chip, Taiwan semiconductor manufacturing Company (Tsmc), investirà 100 miliardi di dollari nella costruzione di impianti di produzione “principalmente in Arizona”.
“Taiwan Semiconductor annuncia che investirà almeno 100 miliardi di dollari in nuovo capitale negli Stati Uniti nel prossimo periodo di tempo per costruire impianti di produzione di semiconduttori all’avanguardia. Penso che saranno principalmente in Arizona”, ha detto Trump nel discorso tenuto alla Casa Bianca al fianco dell’amministratore delegato di Tsmc, C.C. Wei, del segretario al Commercio, Howard Lutnick, e del responsabile della Casa Bianca per l’intelligenza artificiale e le criptovalute, David Sacks.
Trump ha spiegato che l’investimento contribuirà a costruire cinque stabilimenti per la produzione di chip in Arizona, creando “migliaia” di posti di lavoro. “Questa è una straordinaria iniziativa da parte dell’azienda più potente al mondo. È una questione di sicurezza economica ed è anche una questione di sicurezza nazionale per noi”, ha rimarcato il presidente Usa.
L’annuncio odierno porta gli investimenti di Tsmc negli Stati Uniti a circa 165 miliardi di dollari.
I ministri partecipanti firmeranno un non-paper sul rilancio e il rafforzamento dell’industria siderurgica europea
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è arrivato questa mattina a Parigi per la Conferenza sul futuro dell’industria siderurgica europea, che co-presiederà insieme al Ministro dell’Industria e dell’Energia francese, Marc Ferracci.
Il vertice, che riunisce i ministri dell’Industria dei principali Paesi europei e a cui partecipa la presidenza di turno del Consiglio dell’UE, rappresenta un passaggio strategico in vista del dialogo sul settore siderurgico che la Commissione europea avvierà nei prossimi giorni. Al centro della discussione, le sfide attuali della siderurgia, il percorso di decarbonizzazione e le strategie per rafforzare la competitività del comparto, garantendo la continuità produttiva in Europa.
Alla riunione prenderanno parte anche rappresentanti delle principali aziende siderurgiche e delle organizzazioni sindacali europee, con l’obiettivo di delineare una visione comune per il futuro del settore.
Al termine dell’incontro, i ministri partecipanti firmeranno un non-paper sul rilancio e il rafforzamento dell’industria siderurgica europea.
È possibile seguire i lavori della conferenza, a partire dalle 9:30, al seguente link: https://www.economie.gouv.fr/actualites/direct-video-conference-sur-lavenir-de-la-siderurgie-europeenne#
Sarà il primo astronauta europeo disabile. L’inglese John McFall, che indossa una protesi per la gamba destra dopo averla persa a 19 anni in seguito a un incidente in moto, fa parte della nuova classe di 12 astronauti selezionati dall’Agenzia Spaziale Europea nel 2022, che comprende anche gli italiani Anthea Comellini e Andrea Patassa.
Da allora ha preso parte a un lungo studio di fattibilità per identificare gli eventuali problemi che avrebbero potuto ostacolare le sue attività nello spazio: adesso, un comitato medico internazionale ha ufficialmente certificato che l’astronauta britannico potrà partecipare a missioni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
“John è oggi certificato come astronauta in grado di volare in una missione di lunga durata sulla Iss, e penso che questo sia un incredibile passo avanti nella nostra intenzione di ampliare l’accesso della società allo spazio”, ha detto Daniel Neuenschwander, direttore dell’esplorazione umana e robotica dell’Esa subito dopo l’annuncio. “In tutta onestà, mi aspettavo qualche ostacolo e sono davvero felice di vedere che ce l’abbiamo fatta. Ora è un astronauta come tutti gli altri – aggiunge Neuenschwander – in attesa che gli venga assegnata una missione”.
L’astronauta britannico John McFall in una foto d’archivio (Esa)
John McFall è attualmente un medico specialista in traumatologia e ortopedia e un atleta professionista: ha rappresentato il suo Paese alle Paralimpiadi come velocista, vincendo una medaglia di bronzo nei 100 metri ai Giochi del 2008 e diverse medaglie tra Mondiali ed Europei.
“Mi sento estremamente orgoglioso”, ha detto in merito alla sua abilitazione tra le riserve degli astronauti Esa. Una di queste, lo svedese Marcus Wandt, ha partecipato alla missione privata Axiom-3 del gennaio 2024, che ha visto come pilota il colonnello dell’Aeronautica Militare italiano Walter Villadei, e un’altra, il polacco Slawosz Uznanski-Wisniewski, potrebbe andare sulla Stazione Spaziale grazie alla missione Ax-4, il cui lancio è previsto non prima della primavera 2025.
Firmato con altri 6 Paesi il non-paper su siderurgia contro concorrenza sleale e per contenimento costi energetici
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottoscritto oggi a Parigi, nel corso della Conferenza sul futuro dell’industria dell’acciaio europeo presieduta insieme al Ministro dell’industria francese Marc Ferracci, il non-paper sulla siderurgia europea, firmato insieme ai ministri di Francia, Belgio, Lussemburgo, Romania, Slovacchia e Spagna. Il documento delinea un piano d’azione per rafforzare la competitività del settore e salvaguardare la produzione di acciaio in Europa, in un contesto di forte crisi caratterizzato dal calo della produzione e dalla crescente concorrenza internazionale.
L’iniziativa si inserisce in un quadro più ampio di misure per tutelare l’industria siderurgica europea e affrontare le sfide globali che minacciano il comparto. Il non-paper siglato oggi è strettamente collegato al documento promosso dall’Italia e sottoscritto da Austria, Bulgaria, Polonia, Grecia e Cipro sulla revisione del Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM) per le industrie energivore, a partire proprio dalla siderurgia e dalla chimica. La revisione del CBAM sarà discussa nel prossimo Consiglio Competitività dell’UE il 12 marzo, a conferma della necessità di un’azione coordinata per garantire la tenuta del settore.
“La siderurgia è la spina dorsale dell’industria europea e italiana” – ha dichiarato il Ministro Adolfo Urso – “Senza acciaio non c’è industria, e senza un’industria forte l’Europa non può competere a livello globale. Difendere la nostra capacità produttiva siderurgica significa garantire l’autonomia strategica del continente, a cui non possiamo rinunciare”.
La necessità di un intervento europeo strutturale è ancora più urgente alla luce della crisi dell’automotive, che ha generato un forte calo della domanda di acciaio, aggravando ulteriormente la situazione del settore. Diventa quindi indispensabile che l’Europa si doti di strumenti adeguati per preservare la propria capacità produttiva e garantire condizioni di concorrenza eque sul mercato globale.
In questo scenario, l’Italia si distingue per la sua leadership nella produzione di acciaio green, avendo avviato da tempo una transizione concreta verso la decarbonizzazione. Oggi il nostro Paese vanta 34 impianti su 35 alimentati da forni elettrici, con una produzione che per l’80% è decarbonizzata. Un primato che testimonia l’impegno dell’industria italiana verso la sostenibilità e rafforza la posizione del Paese nell’indicare all’Europa la strada giusta da percorrere insieme.
In questa direzione va anche il processo attualmente in corso negli stabilimenti di Taranto che, con il nuovo piano industriale previsto nella procedura di assegnazione, diventerà il principale stabilimento siderurgico green d’Europa.
Il tema del costo dell’energia è uno degli aspetti centrali del documento sottoscritto oggi. Il non-paper evidenzia la necessità di adottare politiche europee efficaci per ridurre il costo dell’energia, attualmente molto più elevato rispetto a quello di altri attori globali.
In vista del dialogo strategico sulla siderurgia che la Commissione Europea avvierà a marzo, il documento pone anche l’accento sulla necessità di una politica commerciale più assertiva. Per contrastare la concorrenza sleale sul piano internazionale, i firmatari indicano come fondamentale rafforzare le misure di salvaguardia e gli strumenti di difesa commerciale, arginando la sovraccapacità globale e le pratiche sleali dei competitor extra-UE. Anche per questo è assolutamente necessario che si trattengano in Europa i rottami ferrosi destinati alla produzione di acciaio green.
Allo stesso tempo, è necessario stimolare la domanda interna di acciaio attraverso strumenti di incentivazione mirati, capaci di sostenere il mercato europeo e valorizzare la produzione industriale del continente.
Il non-paper richiama inoltre l’attenzione sull’urgenza di investimenti mirati per sostenere la transizione del settore. I Paesi firmatari chiedono alla Commissione Europea di analizzare i gap di finanziamento e di predisporre risorse adeguate per accompagnare le imprese siderurgiche nella decarbonizzazione.
In questo contesto, i Paesi indicano come centrale la creazione di un vero mercato europeo dell’acciaio verde, promuovendo il Made in Europe e un modello industriale sostenibile e competitivo, in linea con gli obiettivi del Clean Industrial Deal e del futuro Industrial Decarbonisation Accelerator Act.
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Futuro24: innovazioni dal mondo dell’ingegneria
Il Ministro: “Con questo presidio il Mimit rafforza il suo supporto agli imprenditori e alle attività produttive locali”
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso, ha inaugurato oggi la Casa del Made in Italy di Bolzano, con sede in Piazza Parrocchia. Alla cerimonia hanno partecipato il vicepresidente della Provincia autonoma di Bolzano, Marco Galateo, il sindaco della città, Renzo Caramaschi, oltre ai rappresentanti delle associazioni di categoria e degli enti locali del territorio.
“Bolzano è tra i territori più significativi sul piano produttivo, grazie anche alla sua vocazione estremamente diversificata, che spazia dal turismo all’industria siderurgica”, ha dichiarato il ministro Urso. “Proprio per questo è particolarmente importante che il Ministero del Made in Italy rafforzi la propria presenza sul territorio attraverso questo presidio, a supporto degli imprenditori e delle attività produttive locali”.
Le Case del Made in Italy nascono per fornire informazioni e assistenza, favorire gli investimenti e sostenere le attività produttive, lo sviluppo e l’occupazione. Tra gli obiettivi, accompagnare il tessuto produttivo italiano nelle sfide dell’internazionalizzazione, dell’innovazione digitale e della transizione green.
Il progetto delle Case del Made in Italy si inserisce nella recente riorganizzazione del Mimit, finalizzata a rendere più efficiente l’azione del Ministero a livello territoriale. Non ha comportato nuove assunzioni, e ha contribuito a ottimizzare l’impiego degli spazi e del personale già in servizio nelle sedi territoriali. In questo contesto, le Case del Made in Italy affiancano gli Ispettorati territoriali del Mimit, già operativi, ampliando le opportunità a supporto di imprese e cittadini.
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Alcune persone sono in grado di ricordare vividamente al mattino i sogni fino a poterli raccontare nei minimi dettagli, altri, invece, non ne conservano traccia. Il “richiamo dei sogni”, la capacità di svegliarsi con le vicende accadute nel sonno durante la notte ben chiare nella mente, è stato scoperto da ricercatori della Imt School for Advanced Studies Lucca ed è stato descritto in un lavoro su “Communications Psychology”, che esplora i fattori che influenzano e generano questo fenomeno, compreso i tratti individuali e gli schemi del sonno lo modellano.
Tuttavia, le motivazioni per cui alcuni ricordano e altri no, erano ancora incerte fino a oggi. Studi precedenti avevano, ad esempio, scoperto che donne, giovani o persone che hanno la tendenza a sognare a occhi aperti ricordano meglio i sogni notturni, ma questa tesi non sarebbe stata confermata da tutte le ricerche condotte sul tema. Altri studi, infatti, sembrano associare queste capacità a specifici tratti della personalità o a determinate facoltà cognitive, ma anche queste teorie sono state scarsamente accreditate.
Le facoltà oniriche hanno suscitato un nuovo interesse in epoca pandemica e invitato a condurre nuovi studi, tra cui l’attuale realizzato in collaborazione con l’Università di Camerino, condotto negli anni dal 2020 al 2024, che ha coinvolto oltre 200 partecipanti, di età compresa tra 18 e 70 anni, di cui sono stati registrati quotidianamente i sogni per 15 giorni (ciascun partecipante dotato di un registratore, al risveglio, raccontava le esperienze avute nel sonno, le sensazioni e impressioni, ad esempio se avevano la percezione di avere sognato o meno, di aver sognato ma di non ricordare i contenuti del sogno o viceversa di raccontarlo se ne avevano memoria), mentre i dati sul sonno e quelli cognitivi sono stati monitorati tramite dispositivi indossabili e test psicometrici. Per tutta la durata dello studio, i partecipanti hanno anche indossato un actigrafo, un orologio da polso per monitorare la durata, l’efficienza e i disturbi del sonno.
Illustrazione di un sogno (pixabay)
All’inizio e alla fine del periodo di registrazione dei sogni, i partecipanti sono stati sottoposti a test psicologici e questionari che misurano vari fattori, dai livelli di ansia all’interesse per i sogni, dalla propensione a divagare con la mente (la tendenza a spostare frequentemente l’attenzione dal compito in corso verso pensieri non correlati o riflessioni interne), fino ai test di memoria e attenzione selettiva.
Il ricordo dei sogni ha mostrato una notevole variabilità tra gli individui, influenzata da molteplici fattori, ad esempio persone con un atteggiamento positivo verso i sogni e una tendenza a divagare con la mente avevano significativamente più probabilità di ricordarli. Partecipanti più giovani sono risultati maggiormente in grado di ricordare i sogni, rispetto a persone più anziane che spesso sperimentano “sogni bianchi”, cioè la sensazione di aver sognato senza ricordare alcun dettaglio. Ciò suggerisce cambiamenti correlati all’età dei processi di memoria durante il sonno e, inoltre, lo studio ha messo in evidenza variazioni stagionali, con probabilità inferiori di ricordare i sogni durante l’inverno rispetto alla primavera, suggerendo la potenziale influenza di fattori ambientali o circadiani.
“I nostri dati dimostrerebbero che il ricordo dei sogni è un riflesso anche dell’interazione di atteggiamenti personali, tratti cognitivi e dinamiche del sonno – spiega l’autore principale Giulio Bernardi, professore di psicologia generale presso la Imt School – queste intuizioni approfondiscono la nostra comprensione dei meccanismi alla base del sogno e hanno implicazioni per esplorare il ruolo dei sogni nella salute mentale e studiare la coscienza umana”.
“I dati raccolti da questo progetto serviranno come riferimento per futuri confronti con popolazioni cliniche – aggiunge Valentina Elce, ricercatrice presso la Imt School e prima autrice dello studio – permettendo di far progredire la ricerca sulle alterazioni patologiche del sogno e sul loro potenziale valore prognostico e diagnostico”.
Il tavolo verrà aggiornato venerdì 14 marzo presso il Ministero
Prosegue il confronto a Palazzo Piacentini per l’accordo quadro sul futuro di Beko Europe tra le strutture del Mimit, l’azienda e le organizzazioni sindacali.
Durante il tavolo tecnico, presieduto dal sottosegretario con delega alle crisi di impresa, Fausta Bergamotto, il Ministero ha ribadito l’impegno primario verso l’acquisizione dello stabilimento di Siena da parte di un nuovo soggetto, punto di partenza necessario per creare le condizioni favorevoli a ricercare un nuovo investitore e quindi avviare un processo di reindustrializzazione del sito toscano. A riguardo il Mimit sta portando avanti, attraverso le strutture competenti, tutte le verifiche di carattere tecnico e giuridico.
Il Ministero continuerà a muoversi nell’ambito del perimetro tracciato fin dall’inizio delle interlocuzioni con le parti, che prevede la continuità produttiva di tutti degli stabilimenti, la tutela occupazionale e nuovi importanti investimenti per l’ammodernamento degli impianti e dei prodotti attraverso anche le risorse che il Governo può mettere a disposizione.
Il tavolo tra le parti verrà aggiornato venerdì 14 marzo presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
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