Soltanto negli Stati Uniti i robot umanoidi potrebbero raggiungere gli otto milioni di eseplari nel 2040, impattando sui salari per 357 miliardi di dollari. Per arrivare poi nel 2050 a 63 milioni di esemplari e con un impatto da 3mila miliardi di dollari, andando ad avere conseguenze sul 74% delle occupazioni e sul 40% dei dipendenti. Sono le cifre stilate dagli analisti di Morgan Stanley, che evidenziamo come ad accelerare la commercializzazione di macchine progettate per imitare le persone concorreranno la carenza di manodopera, i cambiamenti demografici già in atto e i progressi dell’intelligenza artificiale generativa.
Le opportunità per le aziende
L’adozione dei robot umanoidi potrebbe essere più rapida rispetto a quella dei veicoli autonomi, secondo l’analisi di Morgan Stanley, e questo “potrebbe creare opportunità per gli investitori nei settori e nelle aziende che stanno sviluppando i robot e i loro componenti chiave, nonché per quelle che possono trarre vantaggio dall’integrazione degli umanoidi nella loro forza lavoro”.
“Pensate alla grande varietà di compiti che gli esseri umani sono in grado di svolgere a mani nude o con l’uso di utensili, e poi alla moltitudine di macchine progettate per le mani e le dita umane – sottolinea Adam Jonas, responsabile della ricerca Global Autos and Shared Mobility di Morgan Stanley – Poiché la crescita della popolazione in età lavorativa nelle economie avanzate continua a diminuire, gli umanoidi potrebbero rivelarsi un requisito per le industrie che già hanno difficoltà ad attrarre un numero sufficiente di lavoratori per rimanere produttivi”.
Guardando agli investitori, le opportunità principali potranno venire dalle aziende che costruiranno i componenti e assembleranno e commercializzeranno gli umanoidi finiti. “Queste – spiega Ed Stanley, responsabile della ricerca tematica europea di Morgan Stanley – includono le aziende che producono l’intelligenza artificiale generativa che alimenterà i cervelli dei robot, la meccanica che fa funzionare i loro corpi e lo stoccaggio delle batterie necessario per alimentarli. Un ulteriore sviluppo in queste tre aree sarà fondamentale per raggiungere la commercializzazione degli umanoidi”.
Le sfide sociali e politiche
“La commercializzazione dei robot umanoidi dovrà affrontare molte sfide, soprattutto l’accettazione sociale e politica – prosegue Jonas – dato il loro significativo potenziale di sconvolgere una così ampia fetta della forza lavoro globale. E anche se non sono la soluzione migliore, sono una soluzione sempre più necessaria per un mondo che si trova ad affrontare immense sfide di longevità”. I robot umanoidi, secondo Morgan Stanley, potrebbero arrivare ad avere un impatto sul 70% dei posti di lavoro nell’edilizia e sul 67% nell’agricoltura, nella pesca e nella silvicoltura.
Alleviare il lavoro fisico e ripetitivo
A trarre i vantaggi più evidenti dall’adozione di robot umanoidi saranno, secondo l’analisi di Morgan Stanley, le occupazioni che prevedono più lavoro fisico pericoloso, e quindi i trasporti e la logistica, l’edilizia, l’industria manifatturiera, l’agricoltura e l’industria mineraria. A questi si affiancano i lavori con mansioni ripetitive, noiose o pericolose.
“Secondo le nostre stime, gli umanoidi possono potenzialmente portare a un risparmio di costi compreso tra 500.000 e 1 milione di dollari per lavoratore umano nell’arco di 20 anni”, aggiunge…
Avvicendamento in vista per uno dei ruoli chiave del management di Apple: l’italiano Luca Maestri lascerà dal primo gennaio la posizione di Chief financial officer a Kevan Parekh, attuale vice president Financial planning and analysys, per quella che l’azienda definisce una “successione pianificata”. Ad annunciarlo è la casa di Cupertino in un comunicato, in cui specifica che Maestri rimarrà alla guida del team di corporate services, che coordina le attività sui sistemi informatici, la cybersecurity, il real estate e lo sviluppo, riportando direttamente al Ceo Tim Cook.
Cook: “Maestri un partner straordinario”
“Luca è stato un partner straordinario nella gestione di Apple a lungo termine – afferma Tim Cook – È stato determinante nel migliorare e guidare le performance finanziarie dell’azienda, nel coinvolgere gli azionisti e nell’instillare disciplina finanziaria in ogni parte di Apple. Siamo fortunati a poter continuare a beneficiare della leadership e delle intuizioni che hanno caratterizzato il suo mandato in azienda”.
Poi il benvenuto nel nuovo ruolo a Kevan Parekh: “Per più di un decennio, Kevan è stato un membro indispensabile del team di leadership finanziaria di Apple e conosce l’azienda in ogni suo dettaglio – sottolinea Cook – La sua acuta intelligenza, il suo giudizio saggio e la sua brillantezza finanziaria lo rendono la scelta perfetta per diventare il prossimo Cfo di Apple.”
Maestri: “Pronto ad affrontare la nuova fase”
“È il più grande privilegio della mia vita professionale servire l’azienda più innovativa e ammirata al mondo, e lavorare fianco a fianco con un leader ispiratore come Tim Cook – afferma Luca Maestri – Non vedo l’ora di affrontare la prossima fase del mio percorso in Apple, e ho enorme fiducia in Kevan mentre si prepara a prendere le redini come CFO. È veramente eccezionale, ha un profondo amore per Apple e la sua missione, e incarna la leadership, il giudizio e i valori che sono così importanti per questo ruolo”.
Il currriculum di Parekh
In azienda da 11 anni, prima di guidare la pianificazione finanziaria Parekh è stato a capo delle finanze delle vendite worldwide, del retail e del marketing. Prima di entrare in Appleaveva ricoperto vari ruoli di leadership senior presso Thomson Reuters e General Motors.
Il nove settembre la presentazione dei nuovi iPhone
E’ intanto in programma per il nove settembre l’evento di presentazione, a Cupertino e in streaming su Youtube e sul sito Apple, dei nuovi iPhone ed Apple watch. Gli iPhone 17, secondo le anticipazioni, potrebbero essere caratterizzati da schermi più grandi e da un nuovo modello di fotocamera, mentre la novità principale del nuovo smartwatch potrebbe essere proprio il suo “cuore”, un chip più performante. Nella stessa occasione potrebbe essere presentato anche l’aggiornamento del sistema operativo per gli iPhone, iOS 18, che implementerà funzionalità di intelligenza artificiale.
“Nelle speranze di molti, l’ascesa dei social media avrebbe dovuto democratizzare l’accesso alle informazioni e fornire un nuovo mercato digitale delle idee. Oggi vediamo fin troppo chiaramente che questa visione era a dir poco ingenua. La diffusione della disinformazione online ha prodotto l’incapacità di mettersi d’accordo persino sui fatti di base, con algoritmi che premiano chi fa appello alle nostre emozioni peggiori – alla paura, all’odio”. Lo ha dichiarato Paolo Gentiloni, il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, durante il suo intervento a Venezia, alla quinta conferenza del Soft Power Club, organizzata da Francesco Rutelli.
Social e fake news rischiano minare le nostre democrazie, ha proseguito il commissario: “La nostra democrazia si basa su un confronto pacifico tra idee. Si tratta di convincere una maggioranza a sostenere questa o quella politica non attraverso la paura o l’intimidazione, ma attraverso il potere della persuasione – un soft power per eccellenza”, ha detto Gentiloni.
AI, deepfake e disinformazione: democrazie a rischio
Particolarmente insidiosi sono i progressi dell’intelligenza artificiale, che, insieme a grandi promesse, portano con sé anche i “video deepfake indistinguibili dalla realtà”,ha sottolineato Gentiloni, “troppo spesso sfruttati da attori malintenzionati, intenzionati a seminare discordia nelle nostre società. Questa maggiore polarizzazione rischia di creare campi contrapposti che vivono nelle proprie torri d’avorio, incapaci di trovare un terreno comune”.
Il trend preoccupa soprattutto negli Stati Uniti, ma non va sottovalutato anche in Europa. “La fiducia, come ha detto Robert Putnam, è una componente essenziale della coesione sociale. Se non ci si può più fidare di ciò che si vede e si sente, anche questo può iniziare a incrinarsi. Questi sviluppi, se non controllati, rischiano in definitiva di minare le nostre democrazie”, ha affermato Gentiloni.
Non a caso, nell’ultimo sondaggio di Eurobarometro l’86% degli intervistati ha rilevato che la rapida diffusione della disinformazione è un grosso problema per la democrazia. “Credo che dobbiamo tornare ad Aristotele e al valore dell’ethos”, ha indicato Gentiloni. “Le nostre istituzioni rimarranno credibili se saranno in grado di affrontare le grandi sfide economiche e sociali del nostro tempo: crescita sostenibile, clima, sicurezza, IA”.
Il soft power dell’Ue: “La prossima Commissione sia ambiziosa”
Gentiloni ha poi citato l’AI Act, “che ha reso l’Ue la prima giurisdizione al mondo a regolamentare l’intelligenza artificiale e a richiedere, tra l’altro, un’etichetta chiara per i contenuti audio e video artificiali o manipolati. Dare l’esempio è fondamentale per mantenere la capacità di persuasione e quindi esercitare il nostro soft power. Le altre giurisdizioni prestano molta attenzione a ciò che facciamo in Europa. Lo abbiamo visto chiaramente anche nella nostra legislazione sul clima”.
Per questo, ha concluso Gentiloni, “è importante che la prossima Commissione abbia un programma ambizioso, che rafforzi la posizione economica europea all’interno e quella geopolitica all’estero. Con il potere di persuasione, che deriva dai nostri valori e dalle nostre politiche, l’Ue può continuare a svolgere il suo ruolo di soft power preminente a livello mondiale”.
Federprivacy alle istituzioni: “Serve un approfondimento giuridico”
La rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale rende sempre più difficile riconoscere un “fake” dalla realtà e…
Partirà il 28 agosto la transizione verso il nuovo standard di trasmissione televisivo Dvb-T2. Ad annunciarlo è il ministro per le Imprese e il Made in ItalyAdolfo Urso, che in post sui suoi profili social definisce questo passaggio come “un ulteriore significativo passo verso il futuro della comunicazione digitale e del sistema televisivo nazionale”.
Le fasi del passaggio
Il nuovo standard del segnale televisivo del digitale terrestre, spiega il ministero, sarà fruibile sui canali Rai Storia, Rai Scuola e Rai Radio 2 Visual, mentre i canali Rai 1 HD, Rai 2 HD e Rai 3 HD nazionale, Rai 4HD, Rai News 24 HD Rai Premium HD saranno diffusi in alta definizione in DVB-T2, ed in simulcast anche in DVB-T.
I vantaggi del nuovo standard
Il passaggio al nuovo standard consentirà, grazie all’innovazione delle tecnologie, una migliore esperienza televisiva degli spettatori, con immagini di qualità superiore rispetto al sistema attuale, oltre che la fruizione di un numero potenzialmente sempre più alto di canali in alta definizione.
Una scelta strategica
“Questa scelta strategica – prosegue Urso nel post – in linea con il nuovo contratto di servizio Rai che abbiamo recentemente realizzato, non solo innalzerà la qualità delle trasmissioni, ma rappresenta anche un impegno concreto del governo per un Paese tecnologicamente avanzato e connesso”.
Non serve cambiare antenna né Tv
Il passaggio di standard per la trasmissione televisiva non richiede per gli utenti né la sostituzione dell’antenna né quella dell’apparecchio Tv: tutti gli apparecchi televisivi acquistati a partire dal 22 dicembre 2018 sono compatibili con il nuovo standard. Soltanto per alcuni di quelli acquistati prima di questa data sarà necessario utilizzare un decoder o eventualmente sostituire l’apparecchio Tv.
Cos’è il Dvb-T2
Il Dvbt-2 è l’ultima generazione dello standard per trasmettere contenuti attraverso il sistema del digitale terrestre, il Dvbt. Rappresenta l’evoluzione tecnologica del sistema originario, il Dvb, acronimo che sta per Digital Video Broadcasting, che aggiorna i requisiti per le trasmissioni più “performanti”, fino ad attivare all’alta definizione in 8K
Tra i vantaggi del nuovo standard ci sono, oltre alla predisposizione per l’ultra high definition, la possibilità di trasmettere un segnale più “pulito” e di consentire una distanza maggiore tra l’antenna che riceve il segnale e il ricevitore che lo trasmette sullo schermo. Il Dvbt-2 inoltre supporta i sistemi MiMo, multiple input-multiple output, che consentono all’apparecchio – proprio come succede per gli smartphone – di gestire più flussi di dati in entrata e in uscita.
Ma il Dvbt-2 non rappresenta soltanto un upgrade tecnologico, dal momento che è uno dei passaggi decisivi per l’implementazione su larga scala del 5G. Dal primo gennaio 2020 infatti sono iniziati i lavori per liberare le frequenze della banda 700 MHz, come previsto dal decreto ministeriale dell’8 agosto 2018, che finora era occupata da alcuni canali televisivi e che servirà per il 5G. Questo comporterà una migrazione delle Tv su altre porzioni di spettro.
Con 41 milioni di utenti, dato del mese di febbraio, Telegram non rientra nelle cosiddette very large platform e pertanto non rientra nel perimetro del Digital Services Act. È quanto ha detto stamattina in una conferenza stampa il portavoce della Commissione europea per i servizi digitali, Thomas Regnier. “Stiamo analizzando attentamente queste cifre per assicurarci che siano effettivamente accurate. Siamo in costante confronto con la piattaforma e finora Telegram non è ancora designata. Ciò significa che per il momento spetta alle autorità nazionali assicurarsi che il Dsa sia correttamente implementato da Telegram”, ha puntualizzato il portavoce nel ricordare che l’arresto del fondatore, Pavel Durov, in Francia è avvenuto sulla base della legge francese.
La doppia faccia dell’Europa
L’Europa dunque si sfila? Al di là dei numeri è questa la linea? Scaricare sulle autorità nazionali misure e provvedimenti che riguardano non singoli stati e singole misure ma che vanno ben oltre i perimetri regolatori e afferiscono a una questione ben più sostanziale, ossia quella del rispetto di regole etiche e il contrasto alla criminalità? Sorprende, a dir poco, la posizione ufficiale della Commissione: una posizione che stride con tutte le dichiarazioni altisonanti e i progetti votati a contrastare fake news, cyberbullismo, frodi online, crimini informatici eccetera eccetera. Parole che appaiono vuote se non si va al nocciolo della questione: chiudere o quantomeno limitare l’uso di piattaforme che – lo sanno praticamente tutti – vengono usate sempre di più per scopi che vanno ben oltre quelli di “socializzazione” con tanto di gruppi organizzati guidati spesso da obiettivi abietti e nel peggiore (ma non inusuale) dei casi per azioni criminose.
Le chiacchiere stanno a zero
Sono 12 i reati che hanno provocato l’arresto di Durov che non può non sapere, ca va sans dire. Così come non possono non sapere gli alti responsabili della gestione della piattaforma: possesso di immagini di minore a carattere pedopornografico, acquisizione, nel trasporto, nel possesso, nell’offerta o nel trasferimento di stupefacenti, crimini informatici, mancata moderazione dei contenuti della piattaforma, nessuna azione per porre fine al traffico di droga sulla piattaforma e a contrastare la diffusione di contenuti pedopornografici. C’è da aggiungere altro? È possibile che l’Europa si preoccupi esclusivamente se ci siano o no i presupposti per agire in nome del Digital Services Act? Ed è possibile che non ci si renda conto di quanto sia fuori controllo la gestione dei social media? E non solo Telegram, sia chiaro. O qualcuno fa finta di non sapere che anche sulle altre piattaforme non ci siano sottogruppi e sottoboschi a dir poco “anomali”?
Il commissario Gentiloni parla di “visione ingenua”, sostiene che i social media non hanno svolto la sbandierata benefica funzione di fautori della democratizzazione delle informazioni. Ce ne eravamo accorti da tempo. Ma le chiacchiere stanno a zero. Gli Stati Uniti vanno avanti sui ban ai social “nemici”- la cinese TikTok in testa -, Cina e Russia da sempre vietano l’accesso a piattaforme considerate altrettanto “nemiche”, quelle americane a partire da Facebook. In Europa si è scelta la strategia del liberi tutti…
Luca Corti assumerà dal primo settembre 2024 la carica di nuovo country manager per l’Italia di Mastercard. Prenderà il posto di Michele Centemero, promosso a executive vice president, Regional service leader Europa. Al centro del mandato di corti c’è la priorità di lavorare con i clienti per “guidare l’evoluzione digitale e plasmare il futuro dei pagamenti”. Corti riporterà a Paloma Real, neo division president western Europe dell’azienda.
Il curriculum di Luca Corti
In Mastercard da 16 anni, Corti è stato negli ultimi anni una figura chiave per lo sviluppo di Mastercard nella direzione di un business diversificato che poggia le sue basi sulla digitalizzazione dei pagamenti e dei servizi, “lavorando in un’azienda dove analisi dei dati, servizi innovativi, cyber security e intelligenza artificiale – si legge in una nota – sono diventate le parole chiave per rispondere alle richieste del mercato e alle esigenze di clienti, partner e consumatori”.
La sfida dell’innovazione inclusiva
“Sono entusiasta di iniziare questo nuovo percorso come Country Manager Italia – afferma Luca Corti – In un settore in continua evoluzione come quello dei pagamenti digitali, la sfida è quella di portare un’innovazione inclusiva, sostenibile e utile per imprese e consumatori utilizzando tecnologie solide, robuste e scalabili per garantire massima fruibilità d’uso e sicurezza”.
“Credo infatti che l’innovazione sia tale – prosegue – solo quando non è fine a sé stessa ma può migliorare e semplificare la vita quotidiana a beneficio di tutti. Non vedo l’ora di lavorare nel nuovo ruolo insieme a tutti i nostri partner lungo questo meraviglioso percorso verso il futuro”.
Una scelta di continuità
“Luca Corti è la figura ideale per continuare il nostro percorso di successo nel mercato italiano guidando nuove tecnologie e innovazione – sottolinea Paola Real – I suoi stretti rapporti con i clienti in tutta Italia e la sua ampia conoscenza del panorama dei pagamenti saranno cruciali per proseguire nella continua trasformazione del mercato”.
Il nuovo ruolo di Michele Centemero
Il compito di Michele Centemero, nel suo nuovo incarico sarà di guidare lo sviluppo di servizi a valore aggiunto di Mastercard offre ai clienti in tutta la Regione, con un focus sull’Intelligenza Artificiale e sulle ultime soluzioni in ambito antifrode e sicurezza.
“Sono orgoglioso del nuovo incarico affidato a Luca Corti come Country Manager Italia – afferma Centemero – Sono certo che Luca saprà guidare il mercato nel plasmare il futuro del settore dei pagamenti. Desidero esprimere anche la mia profonda gratitudine a tutti i nostri partner e clienti che hanno riposto la loro fiducia in me negli ultimi sette anni”.
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