Satispay sfonda i 500 milioni di investimenti. La società di mobile payment, che a settembre 2022 ha raggiunto lo status di unicorno – conclude un nuovo aumento di capitale del valore di 60 milioni, portando la raccolta complessiva, appunto. a oltre mezzo miliardo di euro.
L’operazione
Come spiega la società in una nota, l’operazione, che è sostenuta dai tre principali investitori, Addition, Greyhound e Lightrock, riflette la forte alleanza con gli stessi che, sulla base dell’ottimo percorso registrato in questi due anni, hanno visto la possibilità di accelerare in modo più che esponenziale la crescita. Satispay ha infatti rggiunto tutti gli obiettivi di crescita prefissati: ha superato il traguardo dei 5 milioni di utenti e 380.000 merchant, ha colto una grande opportunità di mercato con il lancio dei servizi Buoni Pasto e Fringe Benefit – che in soli 12 mesi, grazie alle caratteristiche innovative, hanno raggiunto oltre 12.000 aziende clienti e superato i 50.000 utilizzatori creando le condizioni per diventare al più presto player di riferimento – e ha avviato il percorso per il lancio, previsto il prossimo anno, di nuovi servizi di investimento rivolti agli utenti consumatori della piattaforma.
Dalmasso: “Più benzina per spingere sulla crescita”
“Ancora una volta Satispay è accompagnata da un’alchimia perfetta che oggi si esprime in una partnership davvero forte con i nostri principali investitori che sostengono questa operazione – ma mi spingo a dire con tutti i nostri investitori – che ci hanno sempre supportato fin dall’inizio continuando a rinnovare la loro fiducia – spiega Alberto Dalmasso, co-founder e ceo di Satispay – A fronte dell’analisi dei risultati che abbiamo raggiunto con una parte delle risorse raccolte, ci danno ancora più benzina per spingere maggiormente sull’acceleratore della crescita. Poter fare questo raccogliendo prima e più del necessario, peraltro in un contesto in cui i mercati sono condizionati da repentini cambi geopolitici e il mondo del Venture Capital si è fatto più difficile per tutti anche come effetto dell’andamento dei tassi di interesse, è un grande privilegio”.
Focus su welfare e investimenti
L’operazione arriva a seguito di una continua accelerazione e ha l’obiettivo di dare a Satispay le risorse per competere e affermarsi come leader non solo nel mercato dei pagamenti mobile, ma anche del welfare e degli investimenti. La cassa si aggiunge a quella già disponibile consentendo alla società di mantenere la forte crescita e valutare acquisizioni qualora dovessero presentarsi opportunità interessanti.
Come ulteriore espressione di fiducia, l’operazione prevede l’aumento dei diritti di voto da 3 a 5 per i fondatori, che tornano così a controllare la maggioranza.
Cellnex ha pubblicato i risultati relativi ai primi nove mesi del 2024: i ricavi totali hanno raggiunto i 2,9 miliardi di euro, segnando un incremento del 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I ricavi organici, che escludono principalmente l’impatto della vendita dei siti in Francia, sono cresciuti del 7,4%. Il margine operativo lordo dopo le locazioni (EbitdaAl) sale a 1,7 miliardi, in crescita dell’8,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il free cash flow è pari a 326 milioni di euro. La tower company ha inoltre registrato un flusso di cassa libero di 326 milioni di euro. L’azienda prevede di completare la vendita delle sue operazioni in Austria entro la fine dell’anno e quella in Irlanda nel primo trimestre del 2025.
Principali obiettivi centrati entro poco più di un anno
Il ceo Marco Patuano sottolinea, in questo quadro, “la forza dei nostri indicatori chiave trimestre dopo trimestre, dai ricavi al flusso di cassa, fino alle principali metriche di business legate all’espansione dei punti di presenza nei nostri siti, in linea con i nostri obiettivi a breve e medio termine, confermando così le prospettive per il 2024″. “Nel giro di poco più di un anno – aggiunge – avremo raggiunto molti dei principali obiettivi strategici che ci siamo prefissati per il prossimo capitolo di Cellnex, che prevediamo di completare con l’accelerazione dei rendimenti per gli azionisti, una volta completate le vendite in Irlanda e Austria, così da rispettare tutti i nostri impegni verso il mercato”.
Focus sull’internazionalizzazione
In termini di espansione internazionale, la compagnia ha rinforzato e ampliato la sua relazione con Vodafone UK e Virgin Media O2 tramite un nuovo accordo di partnership a lungo termine per fornire infrastrutture e servizi associati ai due operatori mobili nel Regno Unito. Inoltre, Cellnex è attualmente in fase avanzata di negoziazione con MasOrange, per estendere e unificare in un unico contratto la sua relazione con l’operatore mobile nel contesto del loro processo di consolidamento in Spagna, estendendola fino al 2048.
Nel mercato francese, l’azienda ha rinnovato per ulteriori 10 anni 1.700 PoPs di Iliad installati sui siti di Hivory.
Oltre 22mila siti operativi in Italia
A fine settembre, Cellnex aveva un totale di 113.741 siti operativi, con 22.586 siti in Italia, il secondo Paese per numero di siti dopo la Francia. L’espansione organica dei punti di presenza nei siti è stata del +9,5% rispetto allo stesso periodo del 2023, con un incremento del 6,4% derivante da nuovi posizionamenti in siti esistenti e del 3,1% dalla creazione di nuovi siti, principalmente grazie ai programmi Bts (Built to Suit) in Francia e Polonia.
Il debito finanziario netto del Gruppo, a settembre 2024, si attestava intorno ai 17,5 miliardi di euro, con circa l’80% del debito a tasso fisso. Cellnex sta valutando con le agenzie di rating la possibilità di accelerare i rendimenti per gli azionisti nel 2025, mantenendo al contempo l’impegno verso il rating di Investment Grade e il livello di leva finanziaria.
Il 12 dicembre Telco per l’Italia
Il punto sull’infrastrutturazione e sui programmi delle telco, dei player dell’Ict…
La Regione Lombardia ha ufficialmente comunicato la sua adesione all’European Semiconductor Regions Alliance (Esra). Quest’alleanza comprende le Regioni europee che vantano un’importante presenza di industrie dei semiconduttori, inclusi i fornitori. L’ingresso in Esra è stato fortemente voluto dall’assessore lombardo allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, ed è stato annunciato durante l’assemblea plenaria annuale dell’alleanza tenutasi a Torino, evento al quale hanno preso parte tutte le regioni membri, tra cui Baden-Wuerttemberg, Baviera, Sassonia, Catalogna e, per l’Italia, il Piemonte.
A gennaio Guidesi assumerà la presidenza dell’Automotive Regions Alliance (Ara), ampliando così il suo ruolo di rilievo già ricoperto come presidente dell’European Chemical Regions Network (Ecrn), l’alleanza delle regioni europee della chimica.
Lobby istituzionale fra le regioni manifatturiere europee
Questa adesione rappresenta un passo strategico per la Lombardia, che mira a posizionarsi tra i leader del settore della microelettronica e a rafforzare le collaborazioni a livello europeo. La strategia, orchestrata da Guidesi, ha visto negli ultimi mesi un susseguirsi di missioni diplomatiche e la stipula di intese con altri territori produttivi, come quella con la Baviera. L’obiettivo è quello di creare una sorta di ‘lobby istituzionale’ fra le Regioni manifatturiere d’Europa per costruire una rete solida e influente capace di far valere le proprie istanze presso la Commissione Europea.
Collaborazione Lombardia-Piemonte-Liguria
Negli ultimi anni, la Lombardia e il Piemonte, insieme anche alla Liguria, hanno avviato un percorso di collaborazione istituzionale su tematiche specifiche come l’aerospazio, l’industria energetica, la filiera della logistica, l’automotive e la microelettronica. Durante l’assemblea odierna, infatti, Guidesi e l’assessore piemontese Andrea Tronzano hanno manifestato l’intenzione, estendendola anche alla Liguria, di organizzare a gennaio un incontro tra gli ecosistemi del settore dei semiconduttori. A questo evento parteciperanno aziende, centri di ricerca, cluster e distretti territoriali.
IIl Bitcoin sfiora i 90mila dollari per la prima volta nella sua storia. Questo nuovo massimo, raggiunto ieri, è stato favorito dalla possibilità di un allentamento delle regolazioni sulle criptovalute, che potrebbe verificarsi con il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.
La più importante criptovaluta per capitalizzazione di mercato ha dapprima superato la soglia, toccando un picco di 80.116 dollari, per poi subire un lieve calo. Giovedì scorso, aveva già raggiunto il livello di 75.000 dollari, battendo il precedente record stabilito a marzo. Dopo i risultati delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, il suo valore è aumentato insieme al dollaro.
Verso “la capitale mondiale del Bitcoin e delle criptovalute”
Durante la sua campagna elettorale, Donald Trump si è impegnato a rendere gli Stati Uniti “la capitale mondiale del Bitcoin e delle criptovalute”. Proponendosi come paladino delle criptovalute, l’ex uomo d’affari è andato controcorrente rispetto all’amministrazione Biden, vista come sostenitrice di una rigida regolamentazione di un settore controverso e in gran parte fuori dal controllo delle istituzioni.
Il Bitcoin è stato ritenuto un’attività sicura indipendentemente dall’esito delle elezioni: non è considerato un titolo, nemmeno dalla Securities and Exchange Commission, e Trump ha fatto grandi aperture in merito, come l’idea di una riserva nazionale strategica di Bitcoin e parlando della necessità di mantenere tutti i Bitcoin estratti in America.
Al rialzo anche le altre monete digitali
I movimenti al rialzo hanno interessato ieri anche le altre monete. Ether è salito del 3%, dopo aver superato il livello di 3.000 dollari sabato. Nell’ultima quotazione passava di mano mano a 3.203,10. Le monete più piccole hanno registrato movimenti relativamente più grandi: la moneta per pagamenti Xrp è aumentata dell’11%. Il token di finanza decentralizzata legato a Cardano è salito del 40%. Memecoin dogecoin e Shiba Inu coin sono saliti rispettivamente del 17% e del 31%.
“Le criptovalute sono pronte a entrare in un’epoca d’oro”, aveva affermato venerdì Alex Thorn, responsabile della ricerca presso Galaxy Digital, in una nota di ricerca. “Trump ha promesso di rendere l’America la ‘capitale mondiale delle criptovalute’ e il suo team di alto livello è pieno di forti sostenitori delle criptovalute. La natura pro-cripto del suo team, della sua famiglia e dei suoi donatori aumenta la probabilità che Trump mantenga le promesse fatte in campagna elettorale al settore”.
Uno dei settori più promettenti per gli under 30 in cerca di lavoro in Italia è quello dei servizi informatici e delle telecomunicazioni. Si tratta infatti del secondo comparto per incidenza di giovani nelle nuove assunzioni dopo quello finanziario-assicurativo. Se in questo campo il 46% dei nuovi ingressi, nel mese di novembre, riguarderanno gli under 30, nell’abito tecnologico la percentuale è del 45,6%. Sono questi alcuni dei dati principali che emergono dal bollettino del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che analizza le previsioni occupazionali per il mese di novembre. Le aziende ricercano in tutto 131mila under 30, pari al 31% degli ingressi programmati per novembre.
I dati generali
In generale a novembre 2024 si prevede un’ondata di assunzioni che coinvolgerà oltre 427mila nuovi lavoratori – secondo la rilevazione – con una proiezione di circa 1,3 milioni di posti nel trimestre che va da novembre 2024 a gennaio 2025. Tuttavia, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si registra una lieve contrazione, con 3mila assunzioni in meno nel mese, pari a un -0,7%, e 34mila in meno nel trimestre, pari a un -2,6%. A pesare è la carenza di competenze, dal momento che la difficoltà di reperimento delle risorse coinvolge il 47,9% delle assunzioni programmate. A livello territoriale, si osserva un aumento della domanda di lavoro nel Sud e nelle Isole, con un incremento di 10mila unità nel mese e 25mila nel trimestre, mentre nelle altre aree si registra una flessione.
Lavoro nei servizi in crescita
A guidare la crescita della domanda di lavoro sono le imprese del settore dei servizi, che cercano circa 307mila lavoratori a novembre e 908mila nel trimestre, segnando un incremento annuo del 2,5% nel mese e dello 0,6% nel trimestre. Turismo e commercio sono particolarmente i comparti più vivaci, con previsioni – rispettivamente – di 82mila e 72mila assunzioni.
Settore industriale in calo
Quanto alle previsioni per l’industria, sono meno ottimistiche, con una ricerca di 121mila lavoratori a novembre e 360mila nel trimestre, a – 8% rispetto a novembre 2023 e a -9,9% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Le imprese manifatturiere prevedono di assumere circa 78mila lavoratori nel mese e 239mila nel trimestre, con cali significativi del 9,9% e del 12,5%.
Forme contrattuali e difficoltà di reperimento
Il contratto a tempo determinato rimane la forma più comune, con 237mila unità pari al 55,5% del totale, seguito dai contratti a tempo indeterminato (82mila, 19,2%). Le difficoltà di reperimento riguardano circa 205mila posizioni, il 47,9% delle assunzioni previste. Le maggiori criticità si riscontrano nei profili tecnici e specializzati, come ingegneri e analisti, con difficoltà fino al 71,5% per i tecnici della gestione dei processi produttivi e per gli specialisti nella progettazione di applicazioni.
La manodopera straniera
Le imprese prevedono 86mila ingressi di lavoratori immigrati nel mese di novembre, pari al 20,1% del totale dei contratti. I settori che maggiormente ricorrono alla manodopera straniera sono trasporti, logistica e magazzinaggio, e servizi di supporto, alloggio e ristorazione.
L’Itu scende in campo contro il climate change ed elabora un manifesto per la Cop29, frutto della collaborazione tra governi nazionali, organizzazioni internazionali, istituzioni finanziarie, filantropi, settore privato, accademia e società civile, in cui si mette in evidenzia il ruolo cruciale delle tecnologie e si delineano gli obiettivi green che si possono raggiungere grazie alla messa in pratica di politiche digital-oriented.
La dichiarazione Itu sulla Cop29: obiettivi e impegni
La dichiarazione- manifesto rappresenta un importante passo avanti nel riconoscimento del ruolo cruciale che le tecnologie digitali possono svolgere nel ridurre le emissioni di gas serra in vari settori economici e nell’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici, ad esempio.
Allo stesso tempo si evidenzia la necessità di affrontare gli impatti climatici negativi associati all’intero ciclo di vita delle tecnologie digitali, inclusi il consumo energetico e idrico del settore, l’impronta di carbonio della produzione di dispositivi e lo smaltimento non sostenibile delle infrastrutture digitali obsolete.
Un punto chiave è l’enfasi posta sulla raccolta di dati più coerenti e rigorosi sulle emissioni e i consumi energetici del settore Ict, considerati fondamentali per valutare con precisione gli impatti climatici e stabilire obiettivi più efficaci.
Tra i temi chiave anche il problema del divario digitale, considerato un ostacolo significativo per una transizione digitale equa e inclusiva, con una particolare attenzione agli effetti della disinformazione sulla percezione pubblica del cambiamento climatico. Focus dunque sull’inclusione e sull’alfabetizzazione nei pesi in via di sviluppo e tra le categorie più fragili.
Tecnologie digitali per l’azione climatica: sfide e opportunità
Le tecnologie digitali offrono dunque, secondo il manifesto, un ventaglio di opportunità senza precedenti per pitenziaare le azioni contro il climate change ma presentano anche sfide significative che devono essere affrontate con attenzione, a cominciare dal loro utilizzo delle tecnologie digitali per potenziare il monitoraggio climatico e le capacità di previsione, nonché per rafforzare la risposta alle emergenze e la preparazione attraverso sistemi di allerta precoce mobile.
Riflettori anche sul ruolo che il digitale può svolgere nella modellazione e la previsione energetica, rendendo le reti elettriche più resilienti agli impatti dei cambiamenti climatici e supportando le iniziative di energia pulita.
Sul fronte delle sfide il documento pubblicato da Itu sottolinea la la necessità di sviluppare politiche e progressi tecnici per contribuire al raggiungimento di emissioni nette zero e minimizzare l’intensità di risorse delle tecnologie digitali. Ciò include:
l’alimentazione delle infrastrutture digitali con energia pulita, la promozione di pratiche energeticamente efficienti;
la riduzione delle emissioni incorporate nelle infrastrutture digitali e nelle catene di approvvigionamento;
l’estensione del ciclo di vita dei prodotti e il miglioramento dei sistemi di riciclaggio e gestione dei rifiuti elettronici.
Altra sfida cruciale riguarda l’elaborazione di metriche e indicatori per misurare gli impatti climatici delle Ict e monitorare l’impatto delle azioni digitali sul clima. Serve, si legge nel documento, “un approccio equilibrato che massimizzi i benefici delle tecnologie digitali per l’azione climatica, minimizzando al contempo i loro impatti negativi sull’ambiente”
Infrastrutture digitali sostenibili: verso un futuro a zero emissioni
Altro pilastro della strategia messa nero su bianco da Itu è la realizzazione di infrastrutture digitali resilienti e sostenibili per accelerare verso…
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci consentirà di elaborare dati quali il comportamento di navigazione o gli ID univoci su questo sito. Il mancato consenso o la revoca del consenso possono influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale
Sempre attivo
La memorizzazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari per il fine legittimo di consentire l'utilizzo di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
The technical storage or access that is used exclusively for statistical purposes.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
La memorizzazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per l'invio di pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su più siti web per scopi di marketing simili.
Commenti recenti