Digitalizzazione, per il 70% delle aziende italiane in aumento le spese legali

Digitalizzazione, per il 70% delle aziende italiane in aumento le spese legali

Sebbene solo il 12% delle aziende italiane abbia richiesto consulenza esterna in tema di intelligenza artificiale, il 70% prevede un aumento delle esigenze legali in aree critiche come la cybersicurezza, la protezione dei dati personali e la conformità alle normative come l’AI Act europeo. È quanto emerge dall’indagine “AI e digitalizzazione: le nuove frontiere dell’Intellectual Property”, realizzata da TopLegal Consulting, tra gennaio e aprile 2024, per conto dello Studio legale Trevisan & Cuonzo, e condotta su un campione di 50 aziende italiane, con un fatturato compreso tra i 100 milioni e oltre 10 miliardi di euro in settori quali infrastrutture e trasporti (17%), lusso (17%), scienze della vita (17%), alimentare 13%), tecnologia, Technology, media e telecommunications (15%), banche e assicurazioni (8%), energia (7%), pmi (4%) e pubblica amministrazione (2%).

Competenze ed expertise per essere competitivi

L’assistenza legale è già parte integrante del budget di digitalizzazione per il 98% delle aziende, e rappresenta in media l’8% del totale, si legge nel report. “Il futuro dell’innovazione passa attraverso una corretta integrazione tra tecnologia, competenze digitali e assistenza legale. Le imprese italiane stanno affrontando questa sfida con determinazione, ma sarà essenziale investire nelle competenze e nel supporto legale, da parte di avvocati specializzati che consentiranno alle aziende la giusta expertise per acquisire gli strumenti per una crescita sicura e sostenibile, conoscere i potenziali rischi e le precauzioni da adottare in un’ottica preventiva”, sottolinea Gabriele Cuonzo, Managing Partner dello Studio Trevisan & Cuonzo. Secondo Riccardo Traina Chiarini, counsel di Trevisan e Cuonzo, “i rischi legati all’implementazione della digitalizzazione possono essere gestiti tramite investimenti in sistemi di AI proprietari, che viaggino sui server aziendali e non sul cloud. Se tutto è internalizzato, sono infatti noti per definizione i soggetti che gestiscono le informazioni. Ma internalizzare i processi ha costi superiori rispetto a esternalizzare, sia in termini economici, che di efficienza. Ad esempio, un sistema di AI che viaggia in cloud è più rapido e responsive di uno internalizzato. Tuttavia, non tutte le imprese hanno la possibilità economica e tecnologica di adottare processi interni”.

Occupazione e innovazione: la corsa delle startup

Dal 2012 al 2023, le startup innovative hanno coinvolto 87.100 soci e generato 63.519 nuovi posti di lavoro, pari al 7,3% dell’incremento occupazionale nazionale nello stesso periodo. Una crescita costante e robusta che, dal 2017, si è stabilizzata tra il 20% e il 30% annuo, con un aumento occupazionale del 126%, nei primi 5 anni di vita, superiore a quello delle nuove imprese nel complesso (117%). Tra le realtà più dinamiche spiccano le cosiddette “Gazzelle”, aziende ad alto tasso di crescita, che nel solo 2022 hanno generato 4.609 posti di lavoro. Questi i dati salienti presentati da InnovUp, Assolombarda e Fondazione Ricerca e Imprenditorialità (R&I), con il contributo dell’Unione Industriali di Torino e di Confindustria Genova.

Startup e finanziamenti

Il 40% delle startup italiane ha ottenuto finanziamenti compresi tra 100.000 euro e un milione, mentre il 10% ha superato il milione. Tuttavia, tali risorse restano ancora insufficienti rispetto al potenziale di crescita in termini di fatturato e posti di lavoro che…

Source

Via alla nuova Sabatini per le pmi: domande dal 1° ottobre

Via alla nuova Sabatini per le pmi: domande dal 1° ottobre

Via alla nuova Sabatini per le pmi. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con apposita circolare direttoriale, ha stabilito i termini e le modalità di presentazione delle domande per l’accesso e l’erogazione dei contributi.Il provvedimento fa seguito all’entrata in vigore, lo scorso 20 aprile, del decreto interministeriale firmato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e dal ministro dell’Economia e delle Finanze, recante il Regolamento dell’intervento.

L’obiettivo della misura

La misura, che ha l’obiettivo di sostenere i processi di capitalizzazione delle micro, piccole e medie imprese, costituite in forma societaria, prevede la concessione di un contributo maggiorato a fronte di investimenti in macchinari, impianti, beni strumentali d’impresa, attrezzature ad uso produttivo, hardware, software e tecnologie digitali.

L’ammontare delle agevolazioni è rapportato agli interessi calcolati su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all’investimento, ad un tasso d’interesse annuo del:
– 5 % per le micro e piccole imprese
– 3,575 %, per le medie imprese.

Le domande di accesso alle agevolazioni potranno essere presentate da parte delle pmi a partire dal 1° ottobre 2024. Il provvedimento ha una dotazione finanziaria di 80 milioni di euro.

Il piano Tranzione 5.0

I contributi riguardanti la nuova Sabatini sono parte di un mosaico di incentivi che il governo ha messo in campo insieme al piano Transizione 5.0: 6,3 i miliardi di euro stanziati per il biennio 2024-2025 per supportare e traghettare il passaggio dei processi produttivi a un modello energetico efficiente, sostenibile e basato su fonti rinnovabili supportando gli investimenti in digitalizzazione, transizione green e formazione del personale.

Il piano si caratterizza innanzitutto per l’automatismo della misura: le imprese potranno infatti usufruire del beneficio fiscale automaticamente, senza alcuna istruttoria e valutazione preliminare. La sua trasversalità coinvolge inoltre tutti i tipi attività, senza distinzione di dimensione, settore e territorio ed è pertanto cumulabile con altre agevolazioni finanziate con risorse nazionali a eccezione del credito d’imposta Transizione 4.0 e del credito per investimenti nella Zona Economica Speciale (Zes) e nelle Zone Logistiche Speciali (Zls).

Sul piatto, nel complesso, ci sono quasi 13 miliardi di euro. Di questi, 6,3 miliardi provengono dal programma RePower Eu, e come detto finanzieranno il Piano Transizione 5.0. Altri 6,4 miliardi, già previsti dalla legge di bilancio, saranno a disposizione per il Piano Transizione 4.0.

Transizione 5.0: gli investimenti finanziabili

Le spese agevolabili includono i beni strumentali materiali e immateriali già inclusi nel piano Transizione 4.0 e gli investimenti per gli impianti finalizzati all’autoproduzione di energia rinnovabile, oltre che le spese per la formazione su tecnologie per la gestione della twin transition (nel limite del 10% ed entro il tetto dei 300 mila euro).

Sono ammissibili al beneficio 5.0 i progetti di innovazione aventi a oggetto investimenti in beni materiali e immateriali tecnologicamente avanzati (gli stessi riportati nell’allegato A e B del Piano Transizione 4.0) purché si raggiunga una riduzione dei consumi energetici pari ad almeno il 3% dell’unità produttiva o 5% se calcolata sul processo interessato dall’investimento. A queste condizioni è possibile agevolare anche le spese di formazione e gli…

Source

Cavi sottomarini, a Genova il primo master universitario al mondo

Cavi sottomarini, a Genova il primo master universitario al mondo

L’Università di Genova, Sparkle e SubOptic Foundation – organizzazione filantropica che ha l’obiettivo di promuovere la conoscenza del settore delle infrastrutture digitali tra gli stakeholder globali – hanno siglato un accordo per l’avvio di una collaborazione strategica a lungo termine volta alla realizzazione di iniziative per l’insegnamento, la ricerca e l’innovazione nel campo delle comunicazioni sottomarine.

Il primo master al mondo sui cavi sottomarini in fibra

L’accordo prevede come principale obiettivo didattico l’istituzione di un master di secondo livello in lingua inglese, primo percorso al mondo di specializzazione accademica sui cavi sottomarini in fibra ottica.

L’attività didattica del master, coordinata dall’Università di Genova, si avvarrà anche del contributo di professionisti esperti provenienti da Sparkle e da altre aziende del settore e avrà una forte impronta internazionale anche grazie al contributo di SubOptic, associazione che confederando gli attori globali del settore – aziende che operano, producono, installano e manutengono – ha tra i suoi obiettivi quello di formare e attrarre giovani talenti nel comparto industriale.

I partner intendono inoltre individuare azioni comuni nella definizione di rapporti a livello nazionale e internazionale e nell’organizzazione di eventi istituzionali per la promozione della cultura scientifico-tecnologica e imprenditoriale. È prevista anche la collaborazione con altri enti che condividono l’attenzione per l’innovazione tecnologica subacquea, primo fra tutti il Polo nazionale della dimensione subacquea, che ha sede sempre in Liguria alla Spezia, e che riunisce le eccellenze nazionali pubbliche e private operanti nel settore.

Il valore (anche) strategico dell’iniziativa

“È motivo di orgoglio per l’Università di Genova essere la sede del primo percorso al mondo di specializzazione accademica sui cavi sottomarini in fibra ottica”, commenta Federico Delfino, rettore dell’Università di Genova. “Il master segna un arricchimento strategico e innovativo per il nostro Ateneo nel contesto delle discipline marine e marittime, volto ad approfondire studi di pregnante attualità. Il mare sempre di più sarà una infrastruttura funzionale alle telecomunicazioni e Genova, con la sua posizione geografica di ponte ideale tra Sud e Nord del mondo, rappresenterà un hub altamente qualificato per l’alta formazione e un polo fondamentale di sviluppo per l’economia dell’innovazione”.

Jayne Stowell, membro del Consiglio di SubOptic Foundation, sottolinea che “l’istruzione e la ricerca sono elementi centrali della missione di SubOptic Foundation. Questa iniziativa è un’ottima opportunità di collaborazione per lo sviluppo di programmi d’istruzione e formazione che ispireranno e impegneranno le nuove generazioni di talenti a perseguire carriere nel nostro dinamico settore dei cavi sottomarini”.

Per Enrico Bagnasco, amministratore delegato di Sparkle, “Genova rappresenta uno snodo strategico dell’innovazione e della crescita di Sparkle: abbiamo creato, con il cavo BlueMed e la Genova Landing Platform, un sistema di infrastrutture all’avanguardia destinato a essere un hub centrale del traffico digitale fra Europa, Africa e Asia. Siamo quindi orgogliosi di collaborare con un’accademia prestigiosa come l’Università di Genova e con un’istituzione industriale di riferimento come la Fondazione SubOptic con un’iniziativa come il Master di secondo livello che ha i caratteri dell’unicità e un respiro fortemente internazionale, e che pone i cavi oceanici in fibra ottica tra i pilastri dello sviluppo formativo ed economico del…

Source

Google, in Italia il business dell’advertising crolla quasi del 13%

Google, in Italia il business dell’advertising crolla quasi del 13%

Frena il business dell’adverting di Google Italy: nel 2023 la società ha registrato un calo del 12,6% rispetto al 2022, pari a 669 milioni. Migliorano invece i ricavi da attività di marketing a favore gi Google Ireland che si attestano a 74,9 milioni rispetto ai perecedenti 49,9. Per quanto riguarda invece il fatturato per attività R&S per Google Usa è salito a 12,5 milioni (prima erano 8,4%). Utili in cerscita a oltre 25 miloni a fronte dei 22 registrati nel 2022 e patrimonio netto a 122 milioni (97 milioni nell’anno precedente).

Ottime performance per Google Cloud Italy che chiude il 2023 con ricavi in forte crescita (+50%) pari a 319 milioni e profitti a 4,5 milioni.

La Corte Ue annulla la multa di Bruxelles

Intanto la Corte Ue, pur confermando la maggior parte delle conclusioni della Commissione europea, annulla la decisione con cui la Commissione ha imposto a Google una multa di quasi 1,5 miliardi di euro, adducendo tra l’altro che la sanzione non ha preso in considerazione tutte le circostanze rilevanti nella sua valutazione della durata delle clausole contrattuali che la Commissione aveva ritenuto abusive. Dal 2003, Google gestisce una piattaforma pubblicitaria denominata AdSense. Google ha sviluppato a tal proposito vari servizi, tra cui, in particolare, un servizio di intermediazione pubblicitaria online denominato AdSense for Search (‘AFS’). AFS consentiva agli editori di siti Web contenenti motori di ricerca integrati di visualizzare annunci pubblicitari collegati alle query online che gli utenti potevano inviare su tali siti Web. In tal modo, gli editori potevano ricevere una parte dei ricavi generati dalla visualizzazione di tali annunci. Per utilizzare Afs, gli editori che generavano un fatturato sufficiente potevano, tra l’altro, negoziare con Google un ‘Google Services Agreement’ (‘Gsa’). Tuttavia, i Gsacontenevano clausole che limitavano o proibivano la visualizzazione di annunci pubblicitari da servizi concorrenti di Afs. Nel 2010, un’impresa tedesca iniziale ha presentato un reclamo all’Ufficio federale tedesco per i cartelli, che è stato trasferito alla Commissione europea. Tra il 2011 e il 2017, altre imprese, tra cui Microsoft, Expedia e Deutsche Telekom, hanno presentato ulteriori reclami.(Segue).

L’indagine della Commissione Ue

Nel 2016, la Commissione ha avviato un procedimento relativo a tre clausole contenute nei Gsa (indicate nella sentenza come “clausola di esclusività”, “clausola di collocamento” e “clausola di autorizzazione preventiva”). Ha indicato che tali clausole potrebbero precludere i servizi concorrenti di Afs. Nel settembre 2016, Google ha rimosso o modificato tali clausole. Nel marzo 2019, la Commissione ha accertato che Google aveva commesso tre infrazioni distinte che costituivano, insieme, un’infrazione unica e continuata, da gennaio 2006 a settembre 2016. Ha imposto a Google un’ammenda di 1.494.459.000 di euro, di cui 130.135.475 euro in solido con la sua società madre Alphabet.

Con la sentenza odierna, il Tribunale, dopo aver confermato la maggior parte delle conclusioni della Commissione, conclude che tale istituzione ha commesso errori nella sua valutazione della durata delle clausole in questione, nonché del mercato da esse coperto nel 2016. Ne consegue che, secondo il Tribunale, la Commissione non ha dimostrato che le tre clausole che aveva individuato…

Source

Connect Europe alla nuova Ue: “Fare di tutto per spingere la connettività”

Connect Europe alla nuova Ue: “Fare di tutto per spingere la connettività”

Connect Europe è pronta a lavorare con la “nuova” Commissione europea annunciata dalla presidente Ursula von der Leyen e a spingere sulla necessaria accelerazione della competitività dell’Ue, che ha al centro un grande pilastro: la connettività su banda ultra-larga. Connect Europe (il nuovo nome assunto da Etno), ha dichiarato di accogliere “con favore l’annuncio della Presidente von der Leyen sul nuovo Collegio dei Commissari” e di sostenere “con forza la rinnovata attenzione alla competitività dell’Ue per i prossimi cinque anni, con particolare riguardo agli investimenti, all’innovazione, alla sicurezza e alla sostenibilità“.

Alessandro Gropelli, che è stato designato direttore generale di Connect Europe, ha dichiarato: “È un momento cruciale per la connettività in Europa. Se realizziamo le riforme giuste, tutti gli europei avranno accesso alle reti gigabit e l’economia potrà contare su un ecosistema di connettività più forte”.

Connettività e cloud-edge cruciali per la competitività Ue

“Le reti digitali e l’innovazione delle telecomunicazioni saranno fattori cruciali per rafforzare le prospettive socioeconomiche dei nostri cittadini e la forza dell’economia europea”, si legge nella nota dell’associazione dei principali fornitori di connettività in Europa. “Le tecnologie avanzate sviluppate dal settore europeo delle telecomunicazioni possono davvero contribuire al raggiungimento degli obiettivi politici strategici della Commissione. Ciò include reti Gigabit, 5G, Ftth, comunicazioni integrate terrestre-satellitare, cavi sottomarini, nonché innovazione nell’edge cloud, ecosistemi Ran, crittografia quantistica e ricerca sul 6G”.

In questo contesto, Connect Europe sostiene “fermamente” il livello di ambizione e l’orientamento politico stabiliti nel rapporto della Commissione europea “Il futuro della competitività europea” di Mario Draghi, che rafforza la richiesta della Presidente von der Leyen di riforme e investimenti nella connettività digitale come parte delle sue linee guida politiche per il prossimo mandato.

Connect Europe: serve una legge sulle reti digitali

Connect Europe accoglie, dunque, con grande favore l’invito contenuto nelle lettere di missione a sviluppare una proposta per una legge sulle reti digitali e a modernizzare la politica sulla concorrenza per consentire alle aziende dell’Ue di espandersi nei mercati globali.“Chiediamo ai legislatori europei e ai Commissari nominati di garantire che una riforma profonda e orientata alla competitività permei il nuovo programma di lavoro della Commissione europea”, si legge nella nota dell’associazione.

Connect Europe appoggia le politiche per garantire investimenti massicci in reti che raggiungano ogni europeo, rivedendo radicalmente il quadro normativo dell’Ue, allontanandosi dall’attuale regolamentazione ex-ante, riformando la politica dello spettro e elaborando una forte politica industriale per una connettività sicura e sostenibile.

Mercato unico delle tlc e parità di condizioni con le big tech

L’associazione spinge anche per “sfruttare appieno il potenziale del mercato unico delle telecomunicazioni”, raggiungendo una scala adeguata nel settore delle tlc e armonizzando le norme in modo da poter offrire servizi di qualità a tutti i cittadini europei, innovare e sviluppare sinergie a livello transfrontaliero.

Occorre anche favorire gli investimenti e l’innovazione in Europa, razionalizzando la regolamentazione di settore, rimuovendo le norme non necessarie, armonizzando maggiormente le regole a livello dell’Ue e garantendo pari condizioni con gli altri attori del mercato nell’ecosistema Internet.

Connect Europe si dice pronta “a fornire la nostra…

Source

Software Erp per le pmi, TeamSystem cresce in Spagna

Software Erp per le pmi, TeamSystem cresce in Spagna

TeamSystem cresce nel mercato spagnolo con l’acquisizione del 100% del capitale di Distrito K.

L’azienda – che ha investito nel Paese più di 180 milioni dal 2021 ad oggi – grazie a questa operazione consolida la propria offerta nel mercato delle soluzioni software per le pmi e i professionisti in Spagna, dove è già presente grazie alle acquisizioni di Software Del Sol, Billin e Acumbamail, Aplifisa e Asesor Excelente. L’acquisizione di Distrito K, inoltre, consente a TeamSystem di entrare in un nuovo segmento di mercato mid-market e di rafforzare in modo strategico la propria presenza nel nord del Paese.

Raddoppio del fatturato nel periodo 2020-2024

Distrito K è un’azienda attiva nello sviluppo di software Erp per le pmi, che prevede di raggiungere un fatturato di 8,5 milioni di euro quest’anno, il che significa un aumento del 100% del fatturato nel periodo 2020-2024. Fondata a La Coruña nel 1997, l’azienda vanta quasi 30 anni di esperienza nel settore e fornisce servizi a 6.000 piccole e medie imprese che si affidano ai suoi software di gestione aziendale. L’azienda tecnologica ha sviluppato internamente un ampio portafoglio di soluzioni innovative, sia orizzontali che verticali, destinate alla maggior parte dei settori e delle attività sul mercato nazionale. Tra le altre cose, l’azienda ha progettato un potente sistema Erp che consente un alto grado di personalizzazione, grazie a un avanzato linguaggio di programmazione script integrato, compatibile con i dispositivi mobili e con l’e-commerce.

Un tassello della strategia di internazionalizzazione

«Siamo entusiasti di aver portato a termine questa importante operazione perché ci consentirà di fare un salto di qualità in termini di dimensioni nel mercato spagnolo, in un segmento chiave come quello degli Erp che ha superato il valore di 10 miliardi in Europa e si prevede crescerà fino a 14 miliardi entro il 2027», commenta Federico Leproux, ceo di TeamSystem. «Questa acquisizione è, infatti, un tassello fondamentale all’interno della nostra più ampia strategia di proiezione internazionale che ci ha visto investire in modo importante prima nel mercato spagnolo con 6 acquisizioni in pochi anni e poi in quello turco, con l’obiettivo di posizionarci come uno dei principali player che supportano la transizione digitale delle pmi e dei professionisti nell’Europa mediterranea».

«L’integrazione di un’azienda leader nel settore Erp come Distrito K ci permetterà di rafforzare la nostra posizione nel mercato spagnolo e di ampliare la nostra offerta, fornendo una vasta gamma di soluzioni innovative per studi professionali, aziende, pmi e liberi professionisti», aggiunge Emilio Martinez, Country Manager di TeamSystem Spagna. “Come partner tecnologico, il nostro obiettivo è quello di offrire sempre la migliore qualità, i migliori servizi e l’innovazione, contribuendo alla crescita e al progresso tecnologico dei nostri clienti e allo sviluppo di un network di aziende più digitale, agile e competitivo in Spagna».

In arrivo skill su AI, cloud e marketing digitale

Begoña Portela e Marcelo Costa, in qualità di fondatori di Distrito K, aggiungono, infine: «L’ingresso in un Gruppo leader del settore come TeamSystem, permetterà a Distrito K di continuare a crescere come parte…

Source