“Coalizione dei Volenterosi” sui semiconduttori per rafforzare l’industria UE dei chip e promuovere un nuovo approccio comune per la competitività del settore
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è intervenuto oggi a Bruxelles, a margine del Consiglio Competitività, alla tavola rotonda che ha dato vita alla “Coalizione dei Volenterosi” sui semiconduttori. Un’alleanza strategica tra Stati Membri che si pone l’obiettivo di rafforzare l’industria europea dei chip e promuovere un nuovo approccio comune per la competitività del settore.
Al centro del dibattito il documento di indirizzo presentato dall’Italia insieme ai Paesi Bassi e ad altri Stati membri, lo scorso 21 gennaio. Il testo rappresenta la base per definire il futuro Chips Act 2.0, sul quale la Commissione Europea si è impegnata a lavorare con l’obiettivo di adottarlo entro il 2026. Il documento propone una serie di azioni concrete per rendere più competitive le imprese del settore, a partire dai grandi player industriali europei come la multinazionale italo-francese STMicroelectronics e l’olandese ASML.
“L’Italia sta assumendo un ruolo di leadership nella produzione di tecnologie digitali avanzate” ha dichiarato il Ministro Urso nel suo intervento. “Attraverso la collaborazione con gli altri Stati membri, vogliamo costruire un ecosistema europeo solido e competitivo lungo l’intera filiera dei semiconduttori, riducendo le dipendenze esterne e rafforzando la nostra autonomia strategica”.
Urso ha ricordato come l’Italia sia oggi al centro di un piano di investimenti nel settore pari a oltre 9 miliardi di euro conseguiti nel 2024, con interventi significativi come quello di Silicon Box a Novara per 3,2 miliardi di euro e il progetto da 5 miliardi di STMicroelectronics a Catania, oltre ad altre iniziative che prevedono insediamenti in Piemonte, Emilia-Romagna e Sicilia.
Nel corso del suo intervento, Urso ha evidenziato inoltre il lavoro svolto nell’ambito della Presidenza italiana del G7, sottolineando che, nelle Ministeriali Industria da lui presiedute, è stata promossa la nascita di un punto di contatto permanente tra i Paesi del G7 dedicato ai semiconduttori, per lo scambio di informazioni e la condivisione delle migliori pratiche finalizzate alla resilienza del settore. Un modello di cooperazione che la “Coalizione dei Volenterosi” punta ora a replicare anche all’interno dell’Unione Europea.
“L’Europa deve giocare un ruolo da protagonista nella nuova geopolitica industriale dei semiconduttori” ha concluso Urso, “Un coordinamento tra Paesi dell’Unione è fondamentale per garantire la sovranità tecnologica e la competitività del nostro continente.”
Il Ministro ha illustrato la posizione dell’Italia sul rilancio del settore automotive al Consiglio Competitività di Bruxelles
“Il Clean Industrial Deal va rapidamente tradotto in azioni concrete, con tempi certi e risorse adeguate”. È quanto ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo oggi al Consiglio Competitività dell’Unione Europea in corso a Bruxelles, durante la discussione sul documento strategico sull’industria europea presentato dalla Commissione.
In questo contesto, il ministro Urso ha ribadito la posizione dell’Italia sul rilancio del settore automotive, pilastro dell’industria europea: “È fondamentale affermare il principio di neutralità tecnologica, che deve includere pienamente anche i biocarburanti e l’idrogeno”, ha spiegato Urso, sottolineando l’urgenza di prevedere risorse finanziarie comuni per stimolare la domanda di veicoli Made in Europe.
Il ministro ha ricordato il ruolo attivo dell’Italia in Europa a sostegno del settore, a partire dal non-paper promosso insieme alla Repubblica Ceca e supportato da altri tredici Paesi membri, oltre che dalle principali associazioni industriali europee. Un’azione che ha permesso di inserire nel documento strategico sull’automotive della Commissione due condizioni ritenute “fondamentali, assolutamente necessarie ma non sufficienti”: il rinvio delle sanzioni previste per il 2025, che avrebbero portato al collasso dell’intero comparto industriale, e l’anticipo alla seconda metà di quest’anno della revisione del regolamento sui veicoli leggeri, inizialmente prevista per la fine del 2026.
“Ora occorre far fronte comune per superare l’impostazione ideologica del Green Deal – ha aggiunto Urso – Questi sono mesi decisivi, serve il massimo impegno da parte di tutti. Se non daremo risposte all’altezza, vedremo l’industria europea soccombere rispetto agli altri attori globali” ha concluso.
Confronto sulla necessità di accelerare il percorso
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha incontrato oggi, a margine del Consiglio Competitività in corso a Bruxelles, il Vicepresidente esecutivo della Commissione europea Valdis Dombrovskis per un confronto sulla necessità di accelerare il percorso di semplificazione normativa a livello europeo. Una priorità che il Governo italiano ha posto al centro della propria azione e che si riflette nelle proposte avanzate nei principali tavoli europei.
Nel corso del colloquio, Urso ha sollecitato la Commissione a rendere concreti ed efficaci i Pacchetti Omnibus attualmente in via di definizione, recependo le proposte dell’Italia. In particolare, ha richiamato il Non paper sulla semplificazione normativa, sottoscritto insieme all’Olanda e ad altri cinque Stati membri, e il documento strategico sulle Direttive CSRD, CS3D e sul Regolamento Tassonomia, firmato per l’Italia dal Ministro Giorgetti.
Urso ha indicato come prioritario intervenire in modo deciso e tempestivo su queste normative per renderle più efficaci nel ridurre gli oneri amministrativi e creare un ambiente più favorevole alle imprese europee.
Il Ministro ha inoltre ribadito l’importanza che i prossimi Pacchetti Omnibus si concentrino sulla semplificazione delle procedure autorizzative e sulla riduzione degli obblighi di rendicontazione, aspetti essenziali per rafforzare la competitività del sistema produttivo europeo. Ha richiamato l’impegno annunciato dalla Commissione europea, che punta a ridurre del 25% gli oneri amministrativi per le imprese e del 35% per le PMI. “Siamo pronti a sostenere un’azione ambiziosa della Commissione – ha dichiarato Urso – ma chiediamo che si proceda con un approccio concreto e misurabile. L’Europa deve diventare il luogo dove le imprese hanno fiducia ad investire e crescere.”
Urso ha ricordato che il Governo italiano è già impegnato in una vasta azione di semplificazione normativa, grazie anche all’iniziativa del Ministro per le riforme e la semplificazione normativa Maria Elisabetta Casellati. Un impegno che sul versante delle imprese si traduce in interventi come la Legge annuale per le PMI, approvata recentemente dal Consiglio dei Ministri, che introduce misure di semplificazione a favore delle piccole e medie imprese, asse portante dell’economia nazionale ed europea.
Accanto a questo intervento, il Governo ha adottato procedure amministrative accelerate per favorire l’attrazione degli investimenti esteri, con l’obiettivo di rendere l’Italia una destinazione più competitiva e attrattiva per chi vuole investire.
Il Ministro ha infine ricordato l’attività di razionalizzazione e semplificazione del sistema degli incentivi alle imprese, avviata con la riforma e il nuovo Codice degli Incentivi. Un intervento necessario per superare la frammentazione di oltre 2.000 misure – 229 a livello nazionale e 1.757 su base regionale – e garantire una maggiore efficienza nell’accesso alle agevolazioni da parte delle imprese.
L’Italia guida il fronte dei Paesi che chiedono un riesame anticipato e complessivo dello strumento europeo
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha aperto al Consiglio Competitività il confronto sulla revisione del Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM). L’Italia, che ha chiesto e ottenuto l’inserimento del punto all’ordine del giorno del Consiglio di oggi, guida il fronte dei Paesi che chiedono un riesame anticipato e complessivo dello strumento europeo, con l’obiettivo di tutelare la competitività delle industrie ad alta intensità energetica, in particolare siderurgia e chimica, settori strategici per l’autonomia produttiva europea e per la transizione verde.
«Accogliamo positivamente quanto previsto dal pacchetto Omnibus sulla semplificazione amministrativa, che avvia la revisione dello strumento e che ora è all’esame di Parlamento e Consiglio UE – ha dichiarato Urso – Ora però serve un intervento più incisivo. È necessario procedere sin da subito a una revisione strutturale del CBAM, per renderlo davvero efficace contro pratiche elusive e, allo stesso tempo, capace di proteggere la produzione e l’export europeo, che si distingue per l’uso delle tecnologie più avanzate e sostenibili».
L’Italia ha presentato a dicembre un non-paper sul tema, condiviso da Austria, Bulgaria, Polonia, Grecia e Cipro, realizzando così un’alleanza che punta a garantire una decarbonizzazione sostenibile dei settori industriali più esposti alla concorrenza globale – come acciaio, chimica, alluminio e cemento – e a prevenire il rischio di delocalizzazioni produttive verso Paesi extra-UE.
«Difendere le nostre filiere produttive – ha continuato Urso – significa rafforzare l’autonomia strategica europea, contemperando gli obiettivi climatici e le necessità dell’industria. La chimica verde e la siderurgia decarbonizzata sono i pilastri su cui costruire questa nuova competitività».
Sul fronte siderurgico, l’Italia è impegnata nel rilancio dell’ex Ilva di Taranto e nella sua decarbonizzazione, che concorre all’ambizioso obiettivo di fare del nostro Paese il primo in Europa a produrre acciaio verde al 100% nei prossimi anni. Una leadership che si evidenzia oggi, infatti, con 34 impianti su 35 in Italia che producono acciaio green, con l’80% della produzione siderurgica nazionale già priva di emissioni dirette di carbonio.
Parallelamente, prosegue il percorso di riconversione green della chimica. Lunedì scorso, al Tavolo Versalis, il governo ha condiviso con le organizzazioni sindacali e le Regioni interessate un piano di trasformazione sostenibile degli impianti chimici di Eni. Il progetto prevede investimenti significativi nella chimica verde, a tutela della capacità produttiva nazionale e a supporto della strategia europea per l’autonomia industriale nella transizione ecologica.
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha pubblicato il rapporto relativo alle attività brevettuali svolte nel 2024.
Dal documento redatto dalla Direzione Generale per la Proprietà Industriale del Mimit, Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, emerge che nel 2024 le domande di brevetto per invenzione industriale depositate all’UIBM sono state 10.148 con un incremento pari al 7,4% rispetto al 2023. Il numero delle domande di brevetto per modello di utilità (pari a 1.830) registra invece una leggera flessione (-1,1%).
Sono complessivamente 34.358 i provvedimenti emessi dall’UIBM, con una flessione del 7,3% (37.239 nel 2023) dovuta quasi esclusivamente alla diminuzione delle richieste di convalida di brevetto europeo a seguito dell’entrata in vigore, nel giugno 2023, del brevetto europeo con effetto unitario, per il quale non è necessaria alcuna procedura di convalida presso gli uffici brevetti nazionali.
I titoli nazionali concessi sono stati 9.027 di cui 7.532 brevetti per invenzione industriale e 1.273 brevetti per modello di utilità, cui si aggiungono i brevetti concessi dall’UIBM, sia per invenzione che per modello di utilità, a seguito dell’apertura della fase nazionale di esame delle domande internazionali di brevetto.
Sono 20.821, invece, le convalide di brevetti europei. Nel totale dei titoli rilasciati sono ovviamente compresi anche i certificati complementari di protezione per i medicinali e fitosanitari che hanno una loro rilevanza economica a prescindere dal numero.
I dati sulle domande depositate e sui brevetti concessi, seppur in alcuni casi con lievi diminuzioni, non possono che confermare la propensione verso l’innovazione da parte del nostro sistema imprenditoriale con lo sviluppo di nuove applicazioni industriali. Anche gli indicatori sulla variegata attività amministrativa svolta dall’Ufficio Brevetti confermano il livello di produttività già riscontrato negli ultimi anni.
Il numero di richieste di esame presso l’UIBM delle domande internazionali di brevetto, secondo il Patent Cooperation Treaty, dimostra il crescente interesse per il mercato italiano da parte di aziende straniere, in particolare provenienti da Cina, Svizzera, Germania e Stati Uniti.
Le politiche industriali europee per il comparto e le misure finanziarie nazionali al centro del tavolo al Mimit
Il processo di riforma delle politiche europee per l’auto, le strategie industriali nazionali e le misure finanziarie a supporto della filiera: questi i temi al centro del tavolo automotive, presieduto oggi a Palazzo Piacentini dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Sen. Adolfo Urso, e dal Sottosegretario con delega alle crisi di impresa, Fausta Bergamotto, a cui hanno partecipato le Regioni, le imprese, l’ANFIA, le organizzazioni di settore e i sindacati.
In apertura, Urso ha ricordato quanto fatto in Europa dal governo italiano a supporto del settore, in particolare con il non paper sull’automotive, che ha portato la Commissione UE al rinvio delle sanzioni del 2025 e all’anticipo della revisione del regolamento sui veicoli leggeri. Misure che il ministro ha definito precondizioni assolutamente necessarie, ma ancora non sufficienti.
“Bisogna aprire a tutte le tecnologie disponibili, dai biocarburanti all’idrogeno – ha sottolineato Urso –. Serve poi rivedere il metodo di calcolo delle emissioni, garantire l’autonomia strategica sul fronte delle batterie elettriche e incentivare la produzione Made in Europe. La battaglia è ancora lunga, ma noi non molliamo.”
Urso ha poi illustrato le risorse messe in campo al Mimit a supporto della filiera: 2,5 miliardi di euro nel triennio 2025-27 per la riconversione della componentistica, di cui 1,6 miliardi nel 2025 tra innovazione, contratti di sviluppo e credito d’imposta. Previsti, inoltre, 100 milioni per interventi mirati sulla domanda, che verranno definiti con la filiera. Urso ha confermato che l’Ecobonus non sarà rinnovato: “Abbiamo chiesto all’Europa che un piano incentivi alla domanda sia realizzato, invece, a livello continentale.”
Infine, è stato fatto un punto sul Piano Italia, presentato da Stellantis lo scorso 17 dicembre al Mimit. Un piano che, solo quest’anno, prevede investimenti per 2 miliardi di euro per gli stabilimenti, 6 miliardi in acquisti da fornitori italiani e garantisce la permanenza in produzione di tutti gli stabilimenti del Gruppo in Italia e dei livelli occupazionali. Il ministro ha inoltre espresso apprezzamento riguardo ai recenti annunci del Gruppo, come quello sulla nuova produzione dei cambi per le auto ibride a Termoli e l’anticipo dell’avvio della produzione della 500 ibrida a Mirafiori.
Per valorizzare le competenze dei lavoratori dell’automotive, il Mimit supporterà le aziende della filiera nella diversificazione e riconversione delle attività verso settori in crescita, come difesa, aerospazio, blue economy e cybersicurezza. Sul tema, verrà insediato uno specifico tavolo con le imprese e le Regioni. Inoltre, un altro tavolo sarà convocato per fare il punto sullo stabilimento Stellantis di Termoli, alla luce della sospensione del progetto della gigafactory di Automotive Cells Company (ACC).
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