di Lorenzo Nicolao L’accordo, reso possibile dai finanziamenti del Pnrr, è stato firmato dai ministri Colao e Franco con il presidente dell’Acri, Profumo. I fondi verranno dalle fondazioni bancarie

Nuove competenze contro le diseguaglianze, anche nel settore delle tecnologie digitali. Per combattere il digital divide e accompagnare la digital change del Paese, il Governo vuole cogliere al volo l’opportunità economica offerta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) utilizzando quella che dovrebbe essere una cifra pari a 350 milioni di euro in cinque anni per sostenere ogni progetto sul suolo nazionale che possa contribuire agli obiettivi da raggiungere. L’iniziativa istituzionale si materializzerà in un Fondo ridefinito “per la Repubblica Digitale”, raccogliendo i soldi da investire grazie alla collaborazione delle fondazioni bancarie. L’accordo d’intesa è stato siglato dai ministri Vittorio Colao (Transizione digitale) e Daniele Franco (Economia e Finanze) insieme a Francesco Profumo, presidente di Acri (Associazione delle Fondazioni e delle Casse di Risparmio) per attempt una linea guida generale, definire le modalità di intervento e accrescere in modo sistemico le competenze digitali degli italiani.

Particolare attenzione viene rivolta dall’iniziativa a tematiche come la formazione e l’inclusione, dove il primo nemico resta il space di competenze in materia tecnologica, mentre altrettanto delicata è la promozione della formazione, in molti casi ancora incompleta, sia a livello accademico che in ambito strettamente professionale, secondo le competenze necessarie nel mondo contemporaneo. I presupposti si rispecchiano bene nel più recente Digital Economy and Society Index (DESI) della Commissione Europea, secondo il quale il 58% della popolazione italiana tra i 16 e i 74 anni non avrebbe competenze digitali di base, rispetto al 42% della media Ue. Anche per questo motivo l’accesso ai servizi digitali, come quelli della Pubblica Amministrazione è spesso rallentato e in ritardo, ma da questo momento in poi, proprio per superare questa impasse, il Fondo Repubblica Digitale potrà selezionare i progetti da finanziare tramite bandi favorendo soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e del terzo settore. Un modo per superare così la povertà educativa che coinvolge le nuove tecnologie, ormai imprescindibili.

A coordinare il Fondo, un comitato di sei componenti, designati da Governo e Acri, per definire priorità e linee strategiche. Al momento sono Daria Perrotta, Michele Bugliesi, Luca De Angelis, Anna Gatti, Federico Giammusso e lo stesso Francesco Profumo. In sei mesi verrà invece individuato il soggetto attuatore, che si occuperà della parte operativa. “Vogliamo essere uno dei Paesi che guiderà la trasformazione digitale in Europa, già nel 2026. Gli obiettivi digitalizzazione del Pnrr sono un’occasione unica, per quanto molto ambiziosa. Occorre puntare direttamente sulle persone. Con questo Fondo vogliamo accompagnarle verso il digitale e agevolare il loro accesso alla tecnologia”, queste le parole del ministro Vittorio Colao, alle quali fanno eco quelle espresse dal collega Daniele Franco. “La digitalizzazione è un elemento fondamentale per la trasformazione e il progresso del Paese. Grazie a questo processo l’Italia potrà essere più competitiva, anche economicamente. Il Fondo era necessario per poter perseguire questi obiettivi”.

10 febbraio 2022 (modifica il 10 febbraio 2022|18:03)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Source

0
Inserisci un commento.x