Si fa un gran parlare di intelligenza artificiale, dell’apporto che può dare alle organizzazioni di business e del modo in cui influirà sull’evoluzione delle competenze professionali. Mentre ci si sofferma molto sui possibili impatti che le soluzioni costruite sull’AI possono avere sull’occupazione e sul conseguente ridimensionamento delle mansioni ripetitive, spesso non si considerano i vantaggi che l’integrazione della tecnologia nei processi operativi – attraverso applicazioni appositamente concepite – stanno già generando per le imprese più attente all’innovazione. Di fatto, oggi, potenzialmente, ogni app è una AI app. Il merito è della diffusione di modelli di dati pronti all’uso messi a disposizione da piattaforme cloud based.
Accedere alla tecnologia e sviluppare applicazioni di nuova generazione, innestate sull’intelligenza artificiale, d’altra parte, è relativamente semplice. Il problema, semmai, è riuscire a identificare gli use case corretti a far evolvere i processi aziendali per sprigionare il massimo potenziale di soluzioni su misura e assicurarsi che l’AI diventi nel tempo una leva per ottenere tre risultati: ottimizzare in modo dinamico e continuativo i flussi di lavoro, generare nuovo valore per l’intera organizzazione e costruire vantaggio competitivo nel contesto di scenari di mercato sempre più impredicibili.
Le imprese italiane e l’AI: opportunità e sfide emergenti
Più facile a dirsi che a farsi, soprattutto se si analizza la situazione italiana. Secondo l’ultimo report dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2023 solo due grandi imprese su tre hanno discusso dell’utilizzo della GenAI internamente, e quelle che hanno intrapreso progetti di AI sono il 61%, almeno a livello sperimentale. Se si parla di pmi, la percentuale scende al 18%, con un incremento di tre punti percentuali rispetto all’anno scorso. Sempre nelle grandi aziende, il 37% di quelle che non hanno ancora progetti di AI pianifica di avviarli nei prossimi 12 mesi. In generale, c’è un aumento delle iniziative formative sul tema, con percorsi sfidanti.
Come cambierà l’ecosistema aziendale
Idc, nel report FutureScape 2024, ha evidenziato i fattori esterni che modificheranno l’ecosistema aziendale globale nei prossimi 12-24 mesi identificando i principali trend con cui team tecnologici e IT dovranno confrontarsi per definire, costruire e governare l’intelligenza artificiale. Innanzitutto, gli sforzi per regolamentare la diffusione e lo sviluppo della tecnologia varieranno da regione a regione e da Paese a Paese. I vari framework normativi porteranno probabilmente le organizzazioni ad adottare approcci più graduali all’introduzione dell’AI, e ciò influirà anche sul time to value.
L’utilizzo dell’AI nei servizi IT
Idc prevede, inoltre, che lo scenario del testing automatizzato del software cambierà rapidamente. I fornitori saranno in grado di produrre una percentuale significativa di test per ridurre gli sforzi manuali e migliorarne la copertura, con conseguente aumento della qualità del codice. A sua volta, un maggiore utilizzo dell’AI nei servizi IT di modernizzazione delle applicazioni può ottimizzare l’efficienza, migliorare la velocità di erogazione dei servizi e rafforzare i margini dei servizi IT.
Il programma Tim Enterprise-Google Cloud per gli sviluppatori
Si tratta dunque di un percorso estremamente complesso, per affrontare il quale le imprese italiane, anche quelle più strutturate sul piano digitale, devono necessariamente…