I profili sui social potrebbero essere nella maggior parte falsi: nel caso di Twitter, al centro di un contenzioso con Elon Musk che ha ritirato l’offerta di acquisito del social media, è plausibile che oltre l’80% degli account siano fake – e non è affatto l’unico caso. Lo sostiene Dan Woods, ex agente Cia addetto alle operazioni informatiche ed esperto del traffico bot, ovvero dei click automatizzati che partono da un programma software e non da una persona.
Al centro della controversia legale fra Twitter e Musk “troneggia il tema del traffico di bot, che conosco bene. Sulla base di questa esperienza posso affermare che il traffico di bot di Twitter è quasi certamente molto più consistente di quanto è stato pubblicamente dichiarato, anzi, forse è maggiore persino di quanto si creda internamente all’azienda”, scrive Woods evidenziando che “considerando il volume e la velocità raggiunti dalle tecnologie di automazione, la sofisticazione dei bot per cogliere nuove opportunità di profitto e la relativa mancanza di contromisure che ho riscontrato nella mia ricerca, posso giungere a una sola conclusione: con ogni probabilità, più dell’80% degli account Twitter sono in realtà bot”. E aggiunge: “In tutta onestà, credo che la situazione sia probabilmente simile a quella di tutte le organizzazioni che, pur essendo bersaglio di bot dannosi o indesiderati, non utilizzano le migliori tecnologie per eliminarli”.
L’acquisizione di follower è un incentivo al cybercrime
Negli ultimi sei anni Woods ha guidato un team di data scientist nell’analisi delle interazioni web per identificare i bot, le applicazioni a cui si rivolgono e i loro obiettivi. In media, ogni giorno, circa 2 miliardi di transazioni vengono analizzate dall’infrastruttura di Bot Defense di F5 che poi informa centinaia di aziende, che operano in tutti i settori, di quale sia il loro traffico bot.
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Nel caso di Twitter un incentivo fondamentale ai fake è l’acquisizione di follower. Oggi si pensa che più follower si hanno, più interessante è il profilo e i suoi tweet, e, in effetti, gli account con il maggior numero di follower tendono a essere i più influenti.
L’obiettivo di amplificare l’influenza degli account è il punto chiave che fa sì che questo modello possa diventare interessante anche per il cybercrime. Immaginate la risonanza che si potrebbe ottenere attraverso il controllo automatizzato di milioni di account Twitter che interagiscono con gli account, reali, di personaggi pubblici e privati cittadini. È probabile che questo attragga attori nazionali altamente motivati e dotati di risorse virtualmente illimitate.
Il mercato degli account e dei retweet falsi
Su Internet sono disponibili innumerevoli servizi (in particolare nei mercati del dark/deep web) che offrono account Twitter, follower, like e retweet a pagamento.
“A scopo di ricerca ho provato questi servizi su un account Twitter da me creato”, scrive Woods. “Per meno di 1.000 dollari il mio account oggi conta quasi 100.000 follower. Una volta ho voluto twittare una completa idiozia pagando i follower perché la ritwittassero. Lo hanno fatto da account con nomi come “TY19038461038”, e seguono anche…