di Alessandro Vinci
L’esemplare, allo zoo di Atlanta dal 1988, aveva 61 anni. Il presidente della struttura: «Abbiamo perso una leggenda». Il 13 gennaio era stata soppressa Choomba, per 15 anni sua compagna di habitat
Dopo oltre 15 anni insieme, non è riuscito a superare il dolore per la scomparsa della sua compagna di habitat. È quanto viene da pensare a seguito della morte di Ozzie, il gorilla maschio più anziano del mondo. Star dello zoo di Atlanta (Georgia, Stati Uniti) dal 1988, anno in cui nella struttura venne inaugurata l’area dedicata alla foresta pluviale africana, aveva raggiunto la veneranda età di 61 anni. Ancora ignote le cause del decesso, sopraggiunto martedì, ma stupisce constatare come si sia verificato giusto pochi giorni dopo quello dell’inseparabile Choomba, soppressa il 13 gennaio a causa dell’irrimediabile deterioramento delle sue condizioni di salute.
Stando a una nota ufficiale dello zoo, Ozzie aveva iniziato a mostrare segni di inappetenza giovedì scorso, mentre nelle sue ultime 24 ore «ha presentato sintomi tra cui gonfiore facciale, debolezza e incapacità di mangiare o bere». Poi il suo cuore ha smesso di battere. A fare luce sull’accaduto sarà, nelle prossime ore, un’autopsia che verrà svolta in collaborazione con l’Università della Georgia. «Non importa quanti anni ci sono concessi con i nostri animali – ha detto Jodi Carrigan, tra le responsabili dei primati dello zoo –, non sono mai abbastanza. Abbiamo fatto contare ogni minuto con Ozzie, e lui vivrà sempre nei nostri cuori». Il presidente e amministratore delegato Raymond B. King ha invece aggiunto: «Questa è una perdita devastante per il nostro zoo. Anche se sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato, tale inevitabilità non diminuisce la profonda tristezza che proviamo per la perdita di una leggenda».
Parole che non suonano eccessive, se si pensa alla popolarità che l’esemplare aveva accumulato nel corso del tempo. Ogni suo compleanno, festeggiato con torte a più piani, veniva per esempio celebrato organizzando eventi a ingresso gratuito per i bambini. A settembre aveva inoltre sconfitto il Covid, contratto con ogni probabilità da un custode asintomatico. A parziale consolazione, il «Matusalemme» dello zoo di Atlanta lascerà comunque ampia traccia di sé. Nella struttura continueranno infatti a vivere la figlia Kuchi, i figli Kekla, Stadi e Charlie, la nipote Lulu, la pronipote Andi e il pronipote Floyd. Tutti ora orfani dell’anziano capofamiglia.
Come accennato, Ozzie era il gorilla maschio più longevo del mondo. Per quanto riguarda invece l’universo femminile il record spetta a Fatou, 64 anni, che vive allo zoo di Berlino, e Helen, 63 anni, «decana» dello zoo di Louisville (Kentucky). Secondo l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), nell’ultimo quarto di secolo minacce quali il bracconaggio, il commercio di carne di animali selvatici, la perdita di habitat e l’emergere di nuove malattie hanno ridotto la popolazione mondiale dei gorilla del 60%, con picchi fino al -90% in alcune aree dell’Africa occidentale, rendendolo così un animale a rischio critico di estinzione. In tale ottica, gli esemplari degli zoo statunitensi sono monitorati dalla Association of Zoos and Aquariums (Aza) e dal Gorilla Species Survival Plan (Ssp) allo scopo di «mantenere una popolazione di gorilla autosufficiente e geneticamente diversa per le generazioni future».
26 gennaio 2022 (modifica il 26 gennaio 2022 | 18:30)
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