di Silvia Turin

Imporsi regole rigide per tornare subito nel peso forma non serve. Anzi, si rischiano nuove abbuffate

Pranzi e cene famigliari più frequenti o lunghi periodi chiusi in casa in inverno sono occasioni che possono portare a eccedere nel cibo e si trascinano dietro i classici due-tre chili in più sulla bilancia, che si vorrebbero subito smaltire.

Cosa non fare

Come farlo nel modo giusto? «Innanzitutto non bisogna giudicarsi negativamente — consiglia Stefano Erzegovesi, primario del Centro per i disturbi alimentari dell’ospedale San Raffaele di Milano —, perché questo innesca un meccanismo per cui ci si focalizza sulle regole da seguire o sul conteggio delle calorie e non sull’ascolto delle proprie sensazioni e sull’obiettivo di cominciare a mangiare in modo più salutare». Il rischio, infatti, è quello di comportarsi in modo «punitivo» ed eccedere nelle restrizioni, una tendenza che, a lungo termine, non paga mai. «Seguire regole rigide e cibarsi di piatti magari poco attrattivi per il palato, da un lato allontana dalla percezione dei segnali interni di fame e sazietà — spiega l’esperto —, dall’altro scatena, prima o dopo, una reazione contraria di “sgarro”, con la tendenza ad abbuffarsi di qualche cibo grasso o pieno di zuccheri che sia immediatamente gratificante». Ascoltare i segnali del corpo è fondamentale, invece, per una corretta alimentazione: non solo perché permette di percepire gli stimoli fisiologici, ma anche perché aiuta a capire se, come succede spesso, si stia mangiando per vera fame o per compensazione emotiva, ad esempio per reazione a un momento di rabbia, noia o tristezza. Dopo un periodo di stravizi, è proprio l’organismo a mandare segnali che fanno capire che è tempo di invertire la rotta. «Magari si digerisce meno bene, l’intestino è meno regolare, ci si sente più stanchi, compare un po’ di reflusso acido — spiega Erzegovesi —.

Cosa fare

La cosa migliore, in questa situazione è, per un mesetto, rendere l’alimentazione un po’ “più povera”: come quella che potevano fare i nostri trisavoli, che vivevano di quello che produceva l’orto con poche aggiunte». È altrettanto necessario abbandonare l’idea di digiunare o negarsi tutto ciò che piace per pochi giorni, per poi tornare alle abitudini alimentari precedenti (magari poco salutari): un mese può sembrare lungo, ma per cambiare abitudini e ottenere risultati duraturi serve tempo; inoltre, specie con l’età, i chili si acquistano facilmente e si perdono con difficoltà e l’effetto sali-scendi sulla bilancia rischia di essere deleterio per il metabolismo e per l’umore. «Un messaggio più rassicurante, in alternativa, può essere quello di alleggerire i pasti per una settimana e poi cercare di ripensare all’alimentazione in una dimensione che sia maggiormente in ascolto dei reali bisogni del nostro corpo», conclude l’esperto.

I tre consigli

Concentrarsi sul boccone: la consapevolezza interiore (detta enterocettiva), può essere allenata riservando al pasto più attenzione (non apparecchiare davanti a uno schermo) e più tempo, provando a masticare qualche boccone 30 secondi.
Privilegiare le verdure: preferire sempre la verdura, un po’ meno la frutta. Assumere una quantità ragionevole di cereali integrali e proteine vegetali, cioè legumi. Una volta la settimana si mangino carne bianca, pesce, uova, formaggi.
Evitare le tentazioni: le rinunce non devono essere troppe, ma alcune è bene ci siano. Da evitare i dolci e gli alcolici, ma anche cibi troppo ricchi di grassi saturi come i fritti, i salumi e i formaggi stagionati.

8 febbraio 2022 (modifica il 8 febbraio 2022 | 21:04)

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