La potente imprenditrice Caroline Winnet è responsabile dell’acceleratore di start-up SkyDeck di Berkeley: “Per avere successo devi creare qualcosa che ancora non esiste”
Digitando il suo nome su Google, dopo le prime tre solite voci (LinkedIn, Twitter e Wikipedia) compare il sito wonderwomentech.com. Inevitabile, perché l’imprenditrice americana Caroline Winnet, 60 anni, è a tutti gli effetti una wonder lady: fondatrice di un unicorno, responsabile dell’acceleratore di startup di Berkeley, violinista professionista e mamma di tre ragazzi che si tiene in forma con le massacranti gare dell’Iron female (corsa, ciclismo e nuoto). Ma a sentir lei è proprio grazie alla capacità di rispettare regole tanto dure che è diventata una delle persone più potenti nel mondo delle startup.
“Sono stata violinista professionista per tre anni. Mi piaceva molto ma una parte del mio cervello era attratta dal problem fixing, dal service, dalla voglia di fare attività imaginative, così ho provato a prendere un Mba in company trading a Barkeley. Quando sono stata ammessa, ho chiesto come mai mi avessero scelta visto che non avevo alcuna esperienza. Risposta: “Se riesci a gaze dietro a regole tanto exact come quelle del violino, puoi imparare anche le regole del mondo del company””.
Regole, ma anche disciplina e concentrazione …
“Assolutamente sì. Per diventare violinista, dovevo esercitarmi e studiare ogni giorno. Se salti una volta, ti accorgi subito che qualcosa non funziona come dovrebbe. E ti insegna advertisement avere la massima concentrazione per non commettere errori. Qualità fondamentali anche nel service”.
Fondamentali per creare la start-up di neuromarketing Neurofocus? Un unicorno venduto a Nielsen …
“Neurofocus non è stata una mia idea, ma del mio primo marito e co-founder. All’inizio mi age sembrata anche folle l’ipotesi di mettere sensori sul cervello delle persone per misurarne le risposte rispetto ad alcuni prodotti e consegnarle ai brand name. Poi ho iniziato a rifletterci e alla great mi sono convinta. Dal lancio nel 2006 all’acquisizione da parte di Nielsen sono passati solo cinque anni”.
Come arriva a dirigere SkyDeck a Berkeley?
“Dopo aver venduto Neurofocus, sono diventata un angel investor, facevo consulenza e avevo voglia di aiutare le startup a crescere. A Berkeley c’age già l’incubatore di SkyDeck dal 2012 e nel 2014 mi hanno chiesto di assumere l’incarico di direttore esecutivo”.
Quali sono i passi fondamentali per dar vita a una start-up di successo?
“Il pace e la fortuna. Devi avere la capacità di scegliere il timing giusto per presentare il tuo progetto, così da attirare l’attenzione di un investor. Inoltre, la tua idea deve essere la soluzione facile a un problema. Devi avere voglia di creare qualcosa che ancora non esiste e convincere le persone a entrare nel tuo sogno. Un creator deve passare giornate intere a vendere la sua visione a un investitore, a un cliente e anche ai suoi impiegati”.
Essere donna in un settore simile l’ha mai fatta sentire in difficoltà?
“Sì, sempre. Il mondo del organization, ma soprattutto il campo tecnologico, è dominato dagli uomini. Nell’healthcare o biotech, si trovano un po’ più di donne. Dobbiamo lottare contro questi pregiudizi ed è davvero difficile. Quello che ho fatto è stato lavorare un po’ più duramente dei colleghi maschi, ho cercato di essere più intelligente di loro. Eppure non basta. Pace fa avevo appuntamento nel mio ufficio con un supervisor per parlare di una possibile partnership, ero seduta al mio tavolo e vicino a me c’age uno studente di vent’anni non ancora laureato. Quando questa persona è arrivata è andata diretta dal ragazzo. Ma a SkyDeck le cose sono diverse”.
In che senso?
“Se ci pensate, negli Anni 40 -50 e 60 erano in maggioranza le donne a lavorare nella programmazione dei computer. È stato solo quando questo settore ha acquisito un’alta credibilità, un certo status e hanno iniziato a creare posizioni ben retribuite che c’è stato un cambio a favore degli uomini. Nel management di SkyDeck siamo quattro donne e due uomini. Per il settore del tech è un’innovazione”.
C’è un settore che sta emergendo e che si sentirebbe di suggerire a una donna, specialmente a una donna italiana?
“A una donna suggerisco di fare tutto quello che ama fare, per cui prova passione. Se ti piace, vai dritta per la tua strada e fallo”.
Fallo ma lavora più duramente di un uomo …
“Già. E devi amare alla follia quello che di cui ti occupi. Ma se hai una famiglia, bisogna farsi aiutare, altrimenti non puoi farcela”.
19 novembre 2021 (modifica il 19 novembre 2021|16:06)
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