Lo scienziato Massimo Galli, uno dei più ascoltati infettivologi e presenza ormai familiare a milioni di italiani per quanti giornali e tv lo consultano di frequente da quando è iniziata la pandemia Covid, è fra i 24 professori che – da quanto si riesce a comprendere da una trentina di perquisizioni che martedì mattina hanno svolto i carabinieri del Nas – sono indagati per turbativa d’asta e falso ideologico dalla Procura di Milano in una inchiesta su concorsi universitari di Medicina ritenuti truccati all’Università degli Studi di Milano nel 2020, con coinvolgimento di alcuni docenti degli atenei di Pavia, Torino, Roma e Palermo nelle commissioni giudicatrici.

Penalizzare il più titolato

L’ipotesi di reato mossa al primario dell’ospedale Sacco, che dal 1° novembre andrà in pensione come professore ordinario di malattie infettive all’Università degli Studi di Milano, è che, nella veste di presidente della commissione giudicatrice della selezione bandita nel giugno 2019 per un posto di professore di ruolo di seconda fascia all’Università Statale in malattie cutanee, infettive e dell’apparato digerente nel Dipartimento di scienze biomediche e cliniche dell’ospedale Sacco, avrebbe condizionato l’intera procedura allo scopo di penalizzare un candidato (Massimo Puoti, direttore di struttura complessa di malattie infettive dell’ospedale Niguarda di Milano) attraverso criteri di valutazione dei punteggi che nel febbraio 2020 favorissero invece il candidato poi risultato vincente, Agostino Riva, legato a Galli da stima professionale e fiducia personale.

Per questa procedura insieme a Galli sono indagati anche lo stesso Riva, la segretaria di Galli (Bianca Maria Teresa Ghidini, in ipotesi per aver raccomandato a Riva di non farsi vedere in sede ma di discutere i nodi cruciali solo per telefono), e due componenti della commissione giudicatrice, il professore dell’Università La Sapienza di Roma, Claudio Maria Mastroianni, e la professoressa associata dell’Università di Palermo, Claudia Colomba: ad essi viene addebitato di aver consentito a Galli di operare senza mai coinvolgerli, e di essersi alla fine limitati soltanto a recepire in via supina le valutazioni che Galli e il suo candidato avevano in concreto predisposto. Conseguente, dunque, nell’ipotesi di accusa dei pm Luigi Furno e Carlo Scalas è l’annessa ipotesi di reato di falso ideologico, perché il prospetto con i punteggi attribuiti ai candidati sarebbe stato il risultato non del lavoro collegiale della commissione durante la riunione ufficiale svoltasi in modalità telematica il 14 febbraio 2020, ma di quanto concordato in precedenza, e il relativo documento sarebbe stato predisposto solo in un secondo momento da Galli e Riva.

Gli attriti con la professoressa Gismondo

Allo scienziato viene contestato un secondo episodio, stavolta nel giugno 2020 nella procedura di selezione per assumere a tempo determinato per otto mesi quattro dirigenti biologi da assegnare all’Unità malattia infettive del Sacco: qui l’accusa è che il direttore generale dell’Azienda sociosanitaria territoriale Fatebenefratelli-Sacco, Alessandro Visconti, avrebbe concordato con Galli di far sì che il professore predisponesse un avviso pubblico ritagliato sulle caratteristiche di due candidate che intendeva a favorire (di cui una poi vincente); e che sempre Galli decidesse la composizione della commissione presieduta da una professoressa del Sacco, Manuela Nebuloni, in modo da poter contare su membri che sarebbero stati favorevoli alle proprie indicazioni. In questo caso, però, il risultato non si sarebbe perfezionato per l’opposizione di un’altra scienziata, Maria Rita Gismondo, che aveva minacciato di rivolgersi all’autorità giudiziaria.

Il profilo ritagliato su misura

Da quanto sinora si riesce a comprendere, Galli è indagato anche per una terza ipotesi di reato sempre di turbativa d’asta, ma in relazione a un concorso per un posto di professore di ruolo di prima fascia sempre alla Statale di Milano) in Igiene generale e applicata, scienze infermieristiche e statistica) bandito nell’aprile 2020 e vinto da Gianguglielmo Zehender: qui ciò che viene addebitato in ipotesi d’accusa a Galli, a Zehender, e al professore ordinario della Statale, Francesco Auxilio, che era nella commissione giudicatrice, è di avere ritagliato il profilo del concorso sul ritratto di Zehender intorno al settembre 2020.

La relazione riassuntiva di Torino

Altri professori, e cioè Giovanni Di Perri dell’Università di Torino, Claudio Maria Mastroianni della Sapienza di Roma, e Massimo Andreoni dell’Università Roma Tor Vergata, componente come Mastroianni della commissione giudicatrice di un concorso per professore di seconda fascia all’Università di Torino bandito nel luglio 2020, sono infine indagati insieme a Galli per l’ipotesi di falso nella relazione riassuntiva della riunione tenutasi in remoto il 21 settembre 2020: qui il punto è che la relazione attestava che durante la riunione i commissari avessero elaborato tutti insieme i criteri con cui valutare i candidati, mentre invece per il pool dei procuratori aggiunti Maurizio Romanelli e Eugenio Fusco quella relazione sarebbe stata predisposta unicamente dal professor Di Perri, e Galli non avrebbe partecipato alla riunione.

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5 ottobre 2021 | 12:05

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