Accelerare nella roadmap verso gli smart building su scala europea, rendendo più efficace l’attuazione dell’attestato di prestazione energetica, il cosiddetto “Ape”, integrandolo in prospettiva con i requisiti richiesti allo Smart readiness index, il cosiddetto “Sri”, parametro che misura la predisposizione all’intelligenza degli edifici. È questo l’obiettivo del progetto Tunes, finanziato dall’Unione europea, che vede la partecipazione in prima linea, per l’Italia, di Enea, insieme ad altra sei agenzie per l’energia comunitarie e a centri di ricerca come l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale. A coordinare il progetto è la società tedesca Empirica.   

Gli smart building in Europa

L’Sri era stato introdotto come sistema facoltativo comune per gli stati membri dell’Unione europea nel 2018, con l’obiettivo di valutare la “predisposizione degli edifici all’intelligenza”. Il sistema si basava su una serie di parametri per esaminare la capacità degli edifici o delle unità immobiliari “di adattare il proprio funzionamento alle esigenze dell’occupante e della rete – si legge in una nota di Enea – nonché di migliorare l’efficienza energetica e la prestazione complessiva”.

La recente revisione della Direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia (Epbd) prevede che entro il 30 giugno 2027 la Commissione Europea prescriva l’applicazione dell’Sri per gli edifici non residenziali con una potenza nominale degli impianti termici superiore a 290 kW.

Le caratteristiche degli “edifici smart”

“Un edificio è smart se è efficiente, consuma meno e riesce a gestire gli impianti in maniera intelligente attraverso sistemi di building automation – spiega Biagio Di Pietra, responsabile del Laboratorio Enea Soluzioni Integrate per l’efficienza energetica – È smart se possiede soluzioni per la gestione ottimale del comfort termico, infrastrutture per l’autoconsumo di energia prodotta localmente, sistemi per il monitoraggio dei consumi e, soprattutto, se dialoga in maniera flessibile con la rete elettrica”.

Come funziona Tunes e il ruolo di Enea

Tunes, spiega Enea, è articolato in cinque aree di studio che vanno dall’aggiornamento di database e strumenti di calcolo per gli indicatori utilizzati nell’Ape alla possibile armonizzazione di Ape e Sri. In questo quadro Enea si è occupata nello specifico della gestione dei database e dello sviluppo dell’indice Sri, sfruttando l’esperienza acquisita nell’implementazione del Sistema Informativo sugli Ape (Siape) e negli studi e nelle ricerche indirizzate al sistema elettrico.

Nell’ambito del programma nazionale di Ricerca di Sistema Elettrico, Enea ha avviato diverse attività e prodotto con l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale un rapporto per valutare il potenziale di smartness del costruito esistente, si legge in una nota, applicando l’indice Sri a molteplici casi studio.

Condividere le buone pratiche di certificazione energetica

“Il progetto Tunes, presentato recentemente a Bruxelles nell’ambito di un evento organizzato da Enea – sottolinea Di Pietra – sarà uno strumento importante per condividere e diffondere le buone pratiche di Certificazione Energetica degli Edifici e dello Smart Readiness Indicator, individuando le policy più appropriate anche attraverso il coinvolgimento degli stakeholder di settore. Siamo convinti che integrare l’Sri nella certificazione Ape restituisca una fotografia più completa dei nostri edifici”.

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