di Irene Soave
Ci cascano attori, sportivi e astrofisici. Donne e uomini, giovani e anziani: i finti «innamorati», alla fine, chiedono soldi. Il meccanismo non è raffinato. Tutto parte da un falso profilo sui social o su una app di incontri. E allora perché funziona sempre di più?
La storia degli ingannati in amore è sempre la storia di qualcun altro. Come ha fatto Flavia Vento a pensare che davvero l’uomo che la corteggiava in chat fosse Tom Cruise? Come ha potuto Pamela Prati programmare le nozze con tale Mark Caltagirone, un amore mai visto e infatti, si è scoperto dopo un anno, mai esistito? E il pallavolista Cazzaniga, «salvato» a novembre da amici che sono ricorsi alle Iene: quindici anni di messaggini, e mai un incontro, con una presunta fidanzata modella dalla malattia incurabile a cui il campione ha donato 700 mila euro; che creduloni, che stupidi, che sfigati. Le storie delle vittime di truffe affettive, un genere di inganno così frequente da essersi guadagnato questo termine tecnico – in inglese romance scam – si somigliano tutte. Almeno per chi le osserva da fuori, sicuro di non poterci cascare.
Lo schema della truffa inizia dai social
Uno schema è il più classico: il truffatore crea un profilo falso su un social o su una App di incontri. Usa foto rubate online e si finge un uomo di serie intenzioni o una donna bellissima in cerca di amore. Così contatta la vittima e la seduce in via digitale, con parole dolci o indizi di affinità che sembrano elettive; quando si è instaurato un rapporto, anche se solo remoto, il truffatore chiede denaro per problemi di salute o impossibilità a comprarsi biglietti aerei – proprio le circostanze che, guardacaso, gli impediscono di incontrare la vittima. Succede spesso. In Italia, nel 2021, sono state circa trecento le denunce di raggiri di questo tipo alla polizia postale: il 118% in più dell’anno prima. Verosimilmente ne restano sommerse almeno altrettante. Negli Stati Uniti 21 mila denunce, con una perdita media di 2.600 dollari per ciascuna vittima, solo in 12 mesi.
IL PALLAVOLISTA CAZZANIGA È RIMASTO “PRIGIONIERO” PER 15 ANNI. VITTIMA COME TANTI ALTRI (ANCHE) DEL PARADOSSO DELLA FIDUCIA
Il sequestro invece dell’incontro con l’amata
La serie Amazon Nine Perfect Strangers, uno dei successi seriali del 2021, ha tra i protagonisti una scrittrice di bestseller ingannata in questo modo (Melissa McCarthy); l’attrice Whoopi Goldberg ha condotto la serie The Con in cui raccoglie otto storie di truffe affettive. Il fenomeno, nell’anno del Covid e degli amori digitali per forza, è diventato mainstream. Un imprenditore veneziano, Claudio Formenton, a novembre è partito per la Costa d’Avorio, raccontando che andava per aiutare i missionari. In realtà volava da una ragazza conosciuta online di nome Olivia Martens, mai incontrata prima e chissà se mai esistita. Ad Abidjan è stato sequestrato per tre giorni da una gang. Liberato, è ritornato in Italia, dove ha affrontato la riprovazione della comunità. Persino il parroco della sua cittadina, Fossò, lo ha escluso dai ministri della comunione. «La gogna a cui sei sottoposto è una violenza ulteriore», sottolinea la soubrette Pamela Prati. Due collaboratrici le avevano «presentato» un uomo poi rivelatosi inesistente (anche se la dinamica della relazione resta in parte non chiarita), «e per la quantità di disprezzo che ho sentito ho pensato di togliermi la vita. Molte opportunità di lavoro sono svanite. Il telefono ha smesso di suonare. Era come se tutti pensassero che me l’ero cercata».
LO SCORSO ANNO IN ITALIA LE DENUNCE PER RAGGIRI SENTIMENTALI SONO CRESCIUTE DEL 118%, NEGLI STATI UNITI SONO STATE 21 MILA
Il disprezzo e la vergogna a denunciare
Per questo tra i reduci da questo tipo di inganno si parla anche di stupro affettivo. «Come nei casi di violenza sessuale, c’è uno stigma sulla vittima e una certa vergogna a denunciare», protesta ad esempio su Facebook un utente di Acta, un gruppo di «Azione contro le truffe affettive e il cybercrime». Il gruppo ha cinquemila iscritti, e registra un numero impressionante di ricatti, minacce, manipolazioni. Un saggio da dicembre 2021: una signora di 77 anni ha inviato 40 mila euro a un «corteggiatore»; una gang di ghanesi si spacciava per un ingegnere, e ha ottenuto 12 mila euro da un’anziana di Veroli (Frosinone); un 65enne di Montelupone (Macerata) ha dato 132 mila euro a una rumena conosciuta in chat. Solo dalle denunce del 2021, ha comunicato la polizia postale, ci sono 73 indagati. «Ma molti casi sono difficili da sanzionare», precisa il penalista milanese Andrea Mingione, che assiste l’associazione Alcy, dallo scopo analogo (Alcy sta per «associazione di lotta al cybercrime e truffe affettive»). «Il tema è da sempre discusso, in giurisprudenza e in dottrina. La prima sentenza che riconduce a truffa, cioè all’articolo 640 del Codice Penale, un raggiro affettivo, è del 2019» (è la 25165 di Cassazione, ndr). (continua a leggere dopo i link e la foto)
Il principe e la modella bielorussa
Un altro reato a cui si possono ricondurre alcuni casi è la circonvenzione di incapace: «Se la vittima ha creduto a un personaggio inventato è possibile anche dimostrare che non è in sé». È ad esempio la tesi dei legali del principe Giacomo Bonanno di Linguaglossa, un altro caso recentemente noto. La fidanzata, la modella bielorussa Tanya Yashenko, gli avrebbe sottratto negli anni centinaia di migliaia di euro tra una Mercedes, 80 mila euro in bonifici, un B&b acquistato a nome di lei, sfruttando la sua «fragilità esistenziale». Ma tra Bonanno e Yashenko la relazione non si è chiusa, e lui alterna accuse e ritrattazioni (come dimostra l’ultima apparente rappacificazione all’inizio di febbraio, leggi qui) . «Anche molte relazioni in carne e ossa sono fondate sulla manipolazione», spiega la psicologa Lorita Tinelli, fondatrice del Centro studi sugli abusi psicologici Cesap. «Molti di noi tendono a sospendere l’esame di realtà quando si innamorano, finendo in relazioni che poi diventano come minimo non reciproche, di dipendenza». Qui la casistica si allarga, ed è più difficile sentirsi radicalmente diversi dai truffati, al netto dell’esborso economico (e neppure sempre).
Prima di credere, cercate su Google
Sono molte le storie in cui uno ama senza riserve e l’altro dà le briciole; quelle in cui uno è sposato e l’altro attende che mantenga la promessa di divorziare; le unioni fondate su reticenze, misteri, in ultima analisi bugie; insomma, riassume Tinelli, «le situazioni da cui i nostri amici ci mettono in guardia. Non bisogna sottrarsi all’esame di realtà». L’invito non viene colto quasi mai. I cari del pallavolista Roberto Cazzaniga da anni lo avvisavano che la sua «Maya», a cui lui versava migliaia di euro senza mai vederla, non esisteva. Gli sarebbe bastata una ricerca su Google Images, tre clic alla portata di chiunque, per trovare tutte le foto che lei gli mandava, e identificarla nella modella Alessandra Ambrosio. Ma ci sono volute Le Iene, e l’imbarazzo in tv, per dimostrare che dietro «Maya» c’erano la sua falsa amica Manuela Passero e una spregevole sconosciuta di nome Valeria Satta.
La legge non contempla questo tipo di trauma
Il New York Times ha raccolto la testimonianza di un copywriter, Michael McAllister. Molte donne erano state contattate da uno sconosciuto che si presentava con la sua foto, e lo avevano smascherato proprio con Google Images. McAllister aveva raggiunto l’impostore su Whatsapp. «Sono un cassiere di supermercato in Brasile, col Covid ho perso il lavoro», aveva raccontato lui. «Ho una moglie e un bambino». Poi ha chiesto soldi anche a McAllister. Che non glieli ha rifiutati. Dei danni emotivi di queste relazioni, a differenza che di quelli patrimoniali, è difficile farsi risarcire per legge. Non esiste, spiega l’avvocato di Acta, un quadro normativo che ristori il trauma che un innamorato incontra quando si scopre ingannato. Nel 2013 la giornalista della Nbc Benita Alexander lavorava a un documentario sul chirurgo italiano Paolo Macchiarini, allora considerato un guru dei trapianti. Tra i due era nata una passione, culminata in una proposta di matrimonio che — prometteva Macchiarini — sarebbe stato celebrato da Papa Francesco, e atteso dai più illustri ex pazienti che il chirurgo millantava, dagli Obama a Putin. Un dettaglio, dopo mesi, aveva insospettito la giornalista: nel giorno fissato, il Papa aveva annunciato un viaggio in America Latina. Alexander aveva scoperto così che il chirurgo aveva indagini a suo carico in Italia e in Svezia. E una moglie.
Truffata e disoccupata. Se fa male non è amore
Avendo violato la deontologia del suo lavoro, che le vietava relazioni con gli intervistati, Alexander si trovò sola e disoccupata. La sua carriera non si è mai ripresa. Non ha avuto risarcimenti. Eppure «il danno emotivo è comparabile a quello patrimoniale». Così scrive per esempio un articolo del Journal of Psichological Research, che descrive le tecniche dei truffatori affettivi. La chiave: «Saper suscitare nella vittima forti emozioni, fondamentali nella nascita di un amore». Solo se la relazione si avvia bene, cioè, il truffatore riesce a spillare soldi. Intuire cosa una persona vorrebbe, in amore, è facile. «Gli uomini cascano in genere per truffatrici che si presentano come molto sexy. Le donne si fanno raggirare da una promessa di impegno. I profili falsi che le contattano si presentano spesso come separati o vedovi in cerca di un nuovo amore». Così spiega la filosofa catalana Montse Barderi. Il suo bestseller Se fa male, non è amore (Feltrinelli, 2018) insegna come difendersi dai «vampiri emotivi». «Noi diamo molti indizi su quel che ci sta a cuore. Sul tuo profilo Instagram, per esempio, vedo che tempo fa hai pubblicato una poesia. Oggi te la cito, come per caso. La nostra sembrerà subito un’affinità elettiva». Una poesia, una canzone del cuore, una battuta che sembra in codice: ingredienti comuni all’inizio di ogni amore, e allo stesso tempo speciali. L’avvio di una storia è cementato da questi «segnali». «Simularli non è difficile».
Uno strano destino
C’è quasi una «giustizia poetica», ironizza Barderi, in alcune storie: il truffato, come l’uomo cui Totò «vende» la Fontana di Trevi in Tototruffa (1962), è spesso segretamente avaro, e desidera accaparrarsi una fortuna — un amore magnifico, un attico in centro — senza contropartite adeguate. «L’amore da favola che ti si presenta dritto nel telefono, senza che tu abbia fatto nulla. Che sembra capirti, sana le tue inadeguatezze, ti consola, senza che tu offra lo stesso. Che mostra solo pregi. Che non ti chiede di fare progetti che snaturerebbero la tua vita. È un’aspettativa irrealistica», spiega la psicologa Tinelli. La truffa sentimentale offre cioè quelli che in psicologia si definiscono «vantaggi secondari»: i benefici che derivano da una situazione in cui non stiamo bene. Così, certo semplificando, è per certi versi l’amore esemplare di questo Secolo della solitudine – così si intitola il saggio della ricercatrice Noreena Hertz (Il Saggiatore, 2021) dedicato a una «condizione strutturale nel sistema capitalistico», l’essere soli. «In quest’epoca è un problema endemico», conferma Barderi, «e la vita sempre più digitale che conduciamo lo esacerba. Allo stesso tempo però la società non è tenera con chi non ha una relazione, e lo stigma su chi è single è forte».
La domanda «Io esisto?» sostituita da «Sono amato?»
Secondo il filosofo contemporaneo Jean-Luc Marion la domanda «Io esisto?» è stata sostituita da «Sono amato?» L’io vede confermata la verità su di sé dall’esame delle proprie relazioni. «Sapere di averne una tranquillizza; e una relazione digitale offre questa tranquillità, lasciandoti però il controllo sulla tua vita». Lo fa sfruttando un buco nei nostri sistemi di autodifesa, cioè il cosiddetto «paradosso della fiducia». Ci espone a più rischi della diffidenza, eppure sembra indissolubile dalla natura umana. «I truffatori sono anche definiti “l’aristocrazia del crimine”. Usano preziose soft skills: fiducia, simpatia, persuasione. Non rubano: danno. Siamo noi che vogliamo credergli. Tra diffidenza e credulità, l’essere umano sceglie quasi sempre la credulità». Così scrive la campionessa di poker e psicologa russa Maria Konnikova, che ha dedicato gli studi di una vita al «gioco della fiducia»: The Confidence Game è il titolo del suo saggio più noto (Penguin, 2017), dove analizza alcune delle truffe più clamorose della storia. Quasi sempre c’è di mezzo l’amore.
Il aso dell’astrofisico «trafficante»
La storia che più spezza il cuore è quella del grande astrofisico Paul Frampton: geniale ma timido e molto solo dopo il divorzio, convinto da una sedicente modella ceca conosciuta online, e mai vista, a recuperare un misterioso pacchetto, trasporta senza saperlo due chili di coca e finisce in prigione. Quando una cosa sembra troppo bella per essere vera, insiste Konnikova, «non è mai vera». Eppure noi ci crediamo, lasciamo il nostro numero di telefono, aspettiamo un messaggio. «Quando ci innamoriamo di un truffatore non siamo certo in cerca di inganni. Ma di magia». È un desiderio molto umano: possiamo giurare che non ne saremo vittime, mai?
8 febbraio 2022 (modifica il 16 febbraio 2022 | 13:43)
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