di Giuseppe Sarcina
Lander era stato criticato da 500 colleghe già a gennaio. «Numerose dipendenti ridotte in lacrime, traumatizzate», ha detto una di loro
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON Scienziato brillante, ma anche uomo arrogante e irrispettoso con le donne. Le due cose non potevano convivere alla Casa Bianca. Così lunedì 7 febbraio Eric Lander, 65 anni, si è dimesso dalla carica di Direttore per le politiche scientifiche e tecnologiche, un ruolo equiparato a quello di ministro nel governo di Joe Biden.
Lander, nato a New York, matematico di formazione, è poi diventato un punto di riferimento assoluto per la genetica. È professore di biologia al Massachusetts Institute of Technology (il Mit di Boston) e docente alla Harvard Medical School.
Nella primavera del 2021 il presidente lo aveva scelto come consigliere scientifico, affidandogli anche la guida della ricerca sul cancro, la cosiddetta «Moonshot Initiative» che punta a ridurre le morti per tumori di almeno il 50% nei prossimi 25 anni. Un progetto molto importante per Biden che ha perso il primogenito, Beau, per una neoplasia al cervello. La rinuncia di Lander, quindi, è un colpo politico, ma anche personale per il leader degli Stati Uniti. La situazione, però, era diventata insostenibile, dopo che il sito «Politico» aveva raccolto le rivelazioni di Rachel Wallace, una dirigente dell’«Office of Science and Technology Policy», guidato dal 2 giugno del 2021 da Lander. Wallace ha raccontato di aver presentato una denuncia interna per mettere fine al «bullismo» del capo nei suoi confronti e di altre impiegate. «Numerose dipendenti sono state ridotte in lacrime, traumatizzate e con la sensazione di essere vulnerabili e isolate». In un primo momento l’indagine interna non ha portato alla luce «comportamenti discriminatori basati sul genere sessuale».
Anche la Casa Bianca aveva coperto Lander. La portavoce Jen Psaki osservò come il suo comportamento fosse stato accuratamente vagliato dai senatori, durante la procedura di ratifica della nomina. In realtà, nel corso delle audizioni, diversi parlamentari gli avevano chiesto conto della frequentazione con Jeffrey Espstein, il finanziere-predatore sessuale. Lo scorso gennaio, 500 scienziate firmarono un editoriale sulla rivista Scientific American, chiedendo a Biden di congedare Lander «per la sua reputazione controversa e per il suo ego senza fine». Un biologo, James Watson, aveva detto pubblicamente che l’illustre collega aveva «una lunga storia di commenti razzisti e sessisti».
Lander ha provato ad arginare l’ondata con una lettera di scuse. Ma non è stata sufficiente per placare la rabbia di Wallace e delle altre persone offese. A quel punto ha lasciato l’incarico con un ultimo messaggio: «Sono devastato perché ho causato sofferenza ai miei colleghi».
All’inizio del suo mandato Biden aveva promesso: «Se qualcuno vi manca di rispetto, mentre lavorate per me, vi prometto che lo licenzierò all’istante». Così lunedì sera non ha potuto che accettare le dimissioni di Lander, sia pure «con gratitudine per il lavoro svolto».
8 febbraio 2022 (modifica il 8 febbraio 2022 | 20:37)
© RIPRODUZIONE RISERVATA