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Dema riparte con Adler: firmato al Mimit l’accordo quadro per il rilancio produttivo
Urso: scongiurati i licenziamenti e avviato piano di investimenti per sviluppo di un’azienda strategica per il comparto aeronautico italiano
Dopo anni di vertenza si conclude positivamente un’altra complessa crisi industriale. Firmato al Mimit, alla presenza del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso, l’accordo quadro per il rilancio e lo sviluppo produttivo del Gruppo Dema, azienda attiva nella progettazione e ingegneria per il settore aeronautico acquisita da Adler Aero Spa – società del Gruppo Adler Pelzer, operativa nella realizzazione di componenti per aerei ed elicotteri.
“Questo accordo chiude la lunga vertenza del Gruppo Dema, scongiura i licenziamenti e avvia un piano di investimenti che rilancerà le attività di un’azienda strategica per il comparto aeronautico italiano”, ha dichiarato il Ministro Urso. “È tanto più significativo – ha aggiunto – perché conferma la solidità del tessuto produttivo meridionale e la capacità degli imprenditori italiani di assumersi responsabilità importanti per il sistema economico nazionale, con coraggio e visione. Con questa operazione rafforziamo la filiera aerospaziale italiana, settore chiave per la competitività, l’innovazione e l’autonomia industriale dell’Italia e dell’Europa, come ci ha confermato proprio oggi il vicepresidente della Commissione europea Andrius Kubilius nella visita ai principali siti produttivi italiani del settore dello spazio”.
Infatti, con l’accordo sottoscritto – firmato dalle strutture del Mimit, dal ministero del Lavoro, dai rappresentanti delle Regioni Campania e Puglia, e dalle organizzazioni sindacali – Dema e Adler Avio si impegnano a effettuare investimenti per 12 milioni di euro volti all’innovazione tecnologica, alla modernizzazione e ottimizzazione degli impianti con l’obiettivo di concentrare e sviluppare le attività industriali, salvaguardando tutti gli stabilimenti produttivi. Nel sito di Somma Vesuviana sarà inoltre insediato un centro di ricerca per le aerostrutture.
Le aziende si impegnano altresì a non effettuare licenziamenti e garantire livelli occupazionali superiori a quelli previsti dal piano concordatario che era stato omologato dal Tribunale. Con questa operazione si rafforza la presenza in Campania e in Puglia del polo aeronautico italiano che ha il suo perno in Leonardo, ma che si caratterizza anche per una qualificata presenza sul territorio di aziende attive nella fornitura di componenti e nella progettazione industriale.
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Futuro24: come cambia il clima europeo
Futuro24: come cambia il clima europeo
Un rapporto di Copernicus e WMO fa il punto su temperature e fenomeni estremi nel nostro continente. In questa puntata anche la costellazione satellitare italiana IRIDE e un robot per il monitoraggio delle foreste
Ex Ilva: Urso, “Produzione dimezzata, indotto sarà centrale per ripristino”
Appello del Ministro alla responsabilità condivisa
Un piano di rilancio dell’ex Ilva con due fasi di intervento, il ruolo centrale dell’indotto per le attività manutentive e una gestione responsabile e condivisa dell’impatto occupazionale. Questi i temi principali che sono stati affrontati durante la riunione convocata e presieduta dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso, per fare il punto sulla situazione dell’indotto dell’ex Ilva di Taranto, alla luce delle recenti criticità produttive.
La riunione si inserisce nel percorso di confronto permanente promosso dal Mimit con tutti gli attori coinvolti e segue l’incontro con le organizzazioni sindacali tenutosi nei giorni scorsi a Palazzo Chigi, durante erano state illustrate le conseguenze del sequestro dell’Altoforno 1, disposto dalla Procura.
Urso ha aperto il tavolo ripercorrendo quanto è stato fatto dal Governo negli ultimi 15 mesi, dal commissariamento di Adi al ristoro con 120 milioni alle imprese dell’indotto, dall’indennizzo ai cittadini di Tamburi al percorso verso la piena riconversione green del sito di Taranto e all’inaugurazione del Tecnopolo del Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile. Un richiamo poi alla responsabilità condivisa: “il negoziato con Baku Steel è giunto ora a un punto cruciale: è necessario che tutti facciano la propria parte con responsabilità. Mi appello a tutte le parti, enti locali e rappresentanze sociali, perché sia creato il clima migliore per la conclusione della trattativa”.
Durante l’incontro è stato affrontato, in particolare, l’impatto sull’intera filiera dell’indotto, già destinataria nei mesi scorsi dei ristori previsti nell’ambito dell’amministrazione straordinaria, ma oggi esposta a nuove difficoltà con il sequestro dell’Afo1 e la mancata autorizzazione al colaggio dei fusi che gravano sull’azienda e ne ostacolano il percorso verso la decarbonizzazione.
Il ministro ha però assicurato che pur in un contesto di attività produttiva dimezzata per i prossimi 7-8 mesi, l’indotto manterrà un ruolo centrale per le attività manutentive e per il rilancio di Taranto, contribuendo all’esecuzione degli interventi necessari ad abilitare il rialzo dei livelli produttivi e il ripristino degli impianti.
È stato quindi illustrato il piano di rilancio che prevede due fasi: investimenti per la manutenzione straordinaria degli impianti, poi una transizione green con nuovi impianti e dismissione di quelli obsoleti. Urso ha ricordato che Afo2 è attualmente in manutenzione e potrà tornare operativo solo tra 4 e 5 mesi. Successivamente, sarà la volta di Afo4, per una manutenzione programmata della durata di 2-3 mesi. Solo al termine si potrà ritornare a operare con due altoforni in marcia e quindi con una capacità produttiva di 4 milioni di tonnellate di acciaio all’anno. “Nel frattempo – ha aggiunto il ministro – affronteremo l’impatto occupazionale con responsabilità insieme a sindacati e istituzioni locali”.
Il Ministro ha poi sottolineato che non tutto l’indotto sarà colpito e ha annunciato l’istituzione di un gruppo tecnico con i commissari, per distinguere le imprese dell’indotto effettivamente danneggiate da quelle meno coinvolte, così da garantire ristori equi ed efficaci basati su dati oggettivi.
Nel frattempo, Urso ha annunciato l’introduzione, su richiesta della Regione, di una norma per sbloccare le risorse inutilizzate dalla Puglia che verrà inserita nel prossimo decreto-legge che dovrà affrontare gli aspetti contingenti. Intanto si sta lavorando all’accordo di programma con Regione, Comune, Provincia, Autorità portuale e ministeri competenti per un futuro basato su tre forni elettrici, impianti DRI, cattura della CO₂ e piena decarbonizzazione del sito siderurgico. Tre le condizioni chiave per la riuscita del piano: consenso sull’approdo della nave rigassificatrice, un’AIA tra le più avanzate in Europa ma economicamente sostenibile e la continuità produttiva per evitare il collasso degli impianti e la perdita di quote di mercato
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Dal distacco all’atterraggio: il rientro dei 3 astronauti della navetta cinese Shenzhou
La capsula che trasportava i tre astronauti Cai Xuzhe, Song Lingdong e Wang Haoze, la terza donna cinese nello spazio, è atterrata nella Mongolia Interna (Cina settentrionale), secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Xinhua. Secondo i media statati, la conclusione con successo della missione Shenzhou-19 segna un nuovo passo avanti nell’affermarsi della Cina come potenza spaziale.
La Perla è salva: Urso, “trovato investitore industriale, salvaguardate produzione e occupazione
Il nuovo soggetto e il piano industriale verranno presentati al Mimit a sindacati ed enti territoriali il 10 giugno
“La Perla è salva! Siamo pronti ad assegnare questo simbolo del Made in Italy a un soggetto industriale che garantirà marchio, sito produttivo e tutti i 210 occupati, con ulteriori 40 nuove assunzioni. Un risultato straordinario, frutto di un grande lavoro di squadra“.
Questo quanto annunciato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Sen. Adolfo Urso al tavolo La Perla che si è tenuto presso lo stabilimento dell’azienda a Bologna, cuore pulsante delle attività manifatturiere del marchio fiore all’occhiello della moda italiana, a cui hanno partecipato lavoratori, istituzioni locali e organizzazioni sindacali.
Durante l’incontro il Ministro ha ringraziato per l’impegno profuso nel dossier il sottosegretario con delega alle crisi di impresa, Fausta Bergamotto, i commissari, dei curatori italiani, dei liquidatori inglesi e dello staff del Mimit, evidenziato che il nuovo soggetto industriale verrà presentato ai sindacati e agli enti territoriali il prossimo 10 giugno in un nuovo incontro al Ministero. Nel frattempo, verrà anche definita con il Ministero del Lavoro la norma per la proroga della cassa integrazione, in attesa che si compiano tutte le procedure per il trasferimento al nuovo acquirente, norma che sarà presente in un prossimo decreto-legge.
Il piano industriale che verrà presentato, ha aggiunto Urso durante l’incontro, prevede “non soltanto l’assunzione dei 210 dipendenti coinvolti nelle procedure LPM e LPMG ITA, ma anche un incremento della forza lavoro con ulteriori 40 nuove assunzioni. Elemento qualificante del progetto è la volontà di mantenere e rilanciare il sito produttivo di Bologna, investendo nella sua progressiva riattivazione come cuore manifatturiero del marchio. Una scelta che, ben oltre il valore simbolico, riflette una strategia chiara di valorizzazione del Made in Italy come tratto identitario del brand”.
Il ministro Urso e le strutture del Mimit hanno infine evidenziato al Tavolo come la vertenza La Perla rappresenta un caso senza precedenti: per la prima volta, sotto la regia del Ministero, sono state armonizzare più procedure, anche con finalità liquidatoria, una di diritto britannico e una italiana, convergendo verso un’unica soluzione industriale.
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Rientrati i 3 astronauti cinesi della Shenzhou-19. Pechino: “Pieno successo”
Tre astronauti cinesi sono tornati sulla Terra martedì dopo sei mesi trascorsi sulla stazione spaziale Tiangong (Palazzo celeste), concludendo così la missione Shenzhou-19. Lo rivelano i media ufficiali cinesi, fra cui Cctv.
La navicella spaziale con a bordo Cai Xuzhe, Song Lingdong e Wang Haoze è atterrata nella regione settentrionale della Mongolia Interna, secondo le immagini dell’emittente statale Cctv.
La Cina aveva posticipato il rientro dell’equipaggio, originariamente previsto per martedì, a causa delle cattive condizioni meteorologiche a terra.
I tre astronauti della Shenzhou-19 lavoravano sulla stazione spaziale da ottobre. Lì hanno condotto numerosi esperimenti, hanno contribuito alla manutenzione di Tiangong e hanno stabilito il record per la più lunga passeggiata spaziale della storia, durata oltre 9 ore.
L’equipaggio che ha lavorato per sei mesi a bordo del “Palazzo celeste” era guidato da Cai Xuzhe, 48 anni, un astronauta veterano che aveva già partecipato alla missione Shenzhou-14.
Insieme a lui la 35enne Wang Haoze, ingegnere spaziale, diventata la terza donna cinese a raggiungere lo spazio, dopo Liu Yang nel 2012 e Wang Yaping nel 2013. Infine Song Lingdong, ex pilota dell’aeronautica militare di 34 anni, al suo primo volo nello spazio.
La scorsa settimana tre nuovi astronauti sono volati su Tiangong, segnando l’inizio della missione Shenzhou-20. I tre hanno condiviso per alcuni giorni la stazione insieme ai colleghi in partenza.
Pechino ha investito miliardi di euro nel suo programma spaziale per raggiungere gli Stati Uniti e la Russia, e spera di inviare una missione con equipaggio sulla Luna entro il 2030 e di costruire poi una base lunare.
Pechino: un “pieno successo”
Per Pechino, la missione spaziale Shenzhou-19 è stata un “pieno successo”. In patria viene celebrato così il ritorno sulla Terra dell’equipaggio. La capsula di ritorno “è atterrata in sicurezza” e “gli astronauti sono in buona salute”, ha dichiarato l’agenzia di stampa Xinhua.
Missione del Sottosegretario Bergamotto in Kenya, focus su AI hub, cooperazione digitale e infrastrutture
Il Sottosegretario: “Il Paese ha tutte le carte in regola per affermarsi come Compute Hub regionale”
Rafforzare la cooperazione bilaterale in settori strategici come l’intelligenza artificiale, l’innovazione tecnologica e la transizione digitale. Questi gli obiettivi della missione istituzionale che ha visto impegnata il Sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Fausta Bergamotto, in Kenya, accompagnata dall’ambasciatore d’Italia, Roberto Natali.
Nel corso della visita, il Sottosegretario ha avuto un incontro bilaterale con l’Ambasciatore Philip Thigo, Inviato Speciale del Presidente della Repubblica del Kenya per le tecnologie. Le interlocuzioni hanno confermato la centralità della collaborazione tra Italia e Kenya nello sviluppo sostenibile e nella digitalizzazione dell’Africa.
“Guardiamo al Kenya come a un partner di riferimento nel continente africano con cui stiamo lavorando, insieme all’UNDP e Commissione europea, alla costituzione dell’AI Hub for Sustainable Development. Un progetto inserito tra le priorità della Presidenza italiana del G7 e parte integrante del Piano Mattei per l’Africa, che mira a costruire partenariati ad alto impatto nei settori chiave dell’energia, dell’acqua, della sanità, dell’agricoltura, dell’educazione e delle infrastrutture”, ha dichiarato.
Bergamotto ha inoltre partecipato ai Compute Dialogue di Nairobi, un confronto multilaterale con le principali aziende del settore per discutere di come colmare il divario nell’accesso alle infrastrutture digitali in Africa. L’occasione ha consentito di evidenziare come l’Africa, pur ospitando il 17% della popolazione mondiale, rappresenti solo l’1% della capacità globale dei data center. Solo il 5% dei data scientist africani ha oggi accesso alle risorse computazionali necessarie per sviluppare soluzioni basate su intelligenza artificiale.
È proprio su questi temi che si innesta il lavoro dell’AI Hub, asset strategico del Piano Mattei che verrà inaugurato il 20 giugno a Roma, che diventerà un luogo di incontro tra le multinazionali occidentali impegnate nel campo dell’intelligenza artificiale e le startup africane che possono dare il loro contribuito allo sviluppo del continente. Il Kenya è stato invitato formalmente a far parte della governance del nuovo centro, invito accolto positivamente dall’Ambasciatore Thigo.
“In Africa – ha aggiunto Bergamotto – è urgente ridurre il gap infrastrutturale che frena la diffusione dell’intelligenza artificiale. Il Kenya, grazie a una rete di data center in espansione, una solida connettività internazionale via cavi sottomarini e un ecosistema digitale vivace, ha tutte le carte in regola per affermarsi come Compute Hub regionale”.
La missione ha incluso anche una visita al Centro di incubazione e accelerazione “E4Impact”, finanziato dalla Cooperazione italiana, con l’obiettivo di valorizzare il ruolo dell’Italia nel sostegno all’ecosistema imprenditoriale locale. Bergamotto durante l’Ecosystem meeting ha incontrato una rappresentanza di circa 20 start-up, oltre ai referenti delle associazioni ASSEK (Association of Start-up and SME Enablers of Kenya) e ACIH (Association of Country-Wide Innovation Hubs).
Durante la visita, il Sottosegretario ha, inoltre, visitato il cantiere del Gruppo italiano ICM e la Smart City di Konza, esempio virtuoso di progettazione urbana fondata su tecnologia e sostenibilità.
Un contributo italiano per realizzare una delle più grande Smart city dell’Africa.
La missione si inserisce nella strategia italiana per una partnership con l’Africa sempre più strutturata, orientata allo sviluppo condiviso, alla trasformazione digitale e alla crescita industriale.
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Pronto il super antidoto contro il veleno di 19 serpenti letali: uomo morso ha donato anticorpi
Tim Friede, un ex meccanico del Wisconsin appassionato di serpenti, in 18 anni si è fatto mordere centinaia di volte e si è auto-iniettato piccole dosi di veleno nel pericoloso tentativo di diventare immune. Sui suoi anticorpi è stato sviluppato il prodotto a più ampio spettro contro il veleno dei serpenti mai ottenuto.
Il risultato di questo studio apre la strada a un antidoto universale ed è pubblicato sulla rivista “Cell” da un gruppo di ricerca guidato dall’immunologo Jacob Glanville dell’azienda biotech Centivax.
“Ciò che è entusiasmante riguardo al donatore è la sua storia immunitaria unica e irripetibile – afferma Glanville – Per un periodo di quasi 18 anni, si è sottoposto a centinaia di morsi e autoimmunizzazioni con dosi crescenti di neurotossine da specie di serpenti estremamente letali, che normalmente ucciderebbero un cavallo“.
Il sangue di Friede è diventato una materia prima preziosissima su cui lavorare per individuare ed estrarre gli anticorpi più efficaci contro le neurotossine di 19 serpenti tra i più letali del mondo. Secondo gli scienziati, l’esperimento ventennale ha portato a un antidoto “senza pari“, un passo significativo nella ricerca di una cura universale contro tutti i morsi di serpente, che ogni anno uccidono fino a 140.000 persone.
Friede voleva costruire la propria immunità per proteggersi da eventuali morsi, fino a quando, nel 2001, due morsi di cobra in rapida successione lo hanno lasciato in coma. “Non volevo morire. Non volevo perdere un dito. Non volevo perdere il lavoro“, ha detto alla Bbc.
La motivazione di Friede di sviluppare terapie migliori per il resto del mondo, è continuata a crescere sino a diventare diventato uno stile di vita: “Ho continuato a spingere più forte che potevo, per quelle persone che sono a 8.000 miglia di distanza da me e che muoiono per un morso di serpente”.
Friede ha spiegato di non aver mai puntato a diventare famoso: “Non l’ho mai fatto per apparire un tipo tosto o diventare famoso su YouTube”, ha affermato, sebbene i suoi video sui social che lo riprendono mentre si fa mordere dai serpenti hanno registrato centinaia di migliaia di visualizzazioni. E’ stato allora che il dottor Jacob Glanvill, si e’ imbattuto in lui: “Immediatamente mi sono chiesto – ha detto Glanville – se c’e’ qualcuno al mondo che ha sviluppato questi anticorpi ampiamente neutralizzanti, devo contattarlo“. Alla prima chiamata di Glanville, Friede ha subito accettato.
Italia-Grecia: Urso firma due MoU con i ministri Theodorikakos e Papastergiou su PMI e IA
Urso: “Insieme per cambiare la politica industriale europea”
Sfide comuni della politica industriale europea, rafforzamento delle relazioni economiche bilaterali tra Italia e Grecia e sviluppo di sinergie in settori strategici come l’IA, le tecnologie emergenti, la meccanica quantistica, l’industria farmaceutica e la microelettronica. Questi i temi al centro dei due incontri bilaterali che si sono svolti a Palazzo Piacentini tra il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Sen. Adolfo Urso, il Ministro dello Sviluppo della Repubblica Ellenica, Takis Theodorikakos, e il Ministro per la Governance Digitale, Dimitris Papastergiou.
“Italia e Grecia sono determinate a lavorare insieme per cambiare la politica industriale europea e rafforzare la competitività delle imprese a fronte delle nuove sfide globali”, ha dichiarato Urso evidenziano che i due Paesi condividono una visione comune sulla necessità di intervenire subito per rilanciare l’automotive, la siderurgia, la chimica e le biotecnologie. Su questi temi, l’Italia ha promosso specifici Non Paper, ai quali la Grecia ha aderito per quanto riguarda la revisione del CBAM e il settore chimico.
Nel corso degli incontri – che si sono svolti a margine del Vertice intergovernativo Italia-Grecia, presieduto a Villa Doria Pamphilj dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal Primo Ministro ellenico Kyriakos Mitsotakis – sono stati sottoscritti due importanti Memorandum of Understanding, finalizzati a rafforzare la cooperazione bilaterale tra Italia e Grecia.
“Questi accordi sanciscono una visione condivisa, strategica e innovativa per cambiare la politica industriale europea in linea con il Rapporto Draghi a tutela della competitività delle imprese e quindi del lavoro in Europa. Italia e Grecia insieme in un partenariato industriale e tecnologico nei settori chiave per la sovranità digitale ed economica dell’Europa”, ha dichiarato Urso.
In particolare, il primo MoU riguarda la cooperazione industriale e il sostegno alle PMI. L’accordo promuove lo scambio di informazioni, dati e buone pratiche per rafforzare i sistemi manifatturieri di entrambi i Paesi. I settori di particolare interesse includono farmaceutica, chimica, acciaio e alluminio, materiali da costruzione, industrie energivore, agroindustria e artigianato. Si favorirà anche la nascita di partnership tra imprese italiane e greche.
Il secondo Memorandum è focalizzato sulla cooperazione nei settori dell’intelligenza artificiale, tecnologie quantistiche ed emergenti, telecomunicazioni e infrastrutture digitali, spazio e innovazione. L’accordo prevede lo sviluppo di progetti comuni, lo scambio di know-how e la promozione congiunta di eventi, con l’obiettivo di accelerare l’adozione di tecnologie chiave per la transizione digitale.
Particolare attenzione è stata, infine, riservata anche alla cooperazione su progetti comuni relativi ai cavi sottomarini GreenMed e BlueMed, mentre nel settore satellitare è prevista la promozione della collaborazione fra le rispettive agenzie spaziali, sui piccoli satelliti, sull’osservazione della Terra e sull’utilizzo congiunto dei dati.
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Roma, 12 maggio 2025
Un momento dell’incontro
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Dentro Starbase, la città ai confini della fantascienza voluta da Musk che è diventata realtà
Nonostante il suo nome, cioè “base stellare”, non somigli alle città del futuro che Elon Musk sognava fin da piccolo leggendo i suoi autori di fantascienza preferiti da Isaac Asimov a Robert Heinlein, Starbase è un agglomerato di prefabbricati e nel migliore dei casi di villette costruite intorno alla rampa di lancio dei missili Space X. Ci sono gli hangar, un bar che si chiama Occupy Mars, una scuola, grandi spazi vuoti e un busto di Musk in stile sovietico che alcuni vandali hanno già deturpato. Da oggi però Starbase è un comune autonomo in grado di prendere decisioni proprie, con un suo sindaco eletto dai 283 dipendenti di Musk che vivono in questa area un po’ desolata del Texas meridionale al confine col Messico.
Il voto si è svolto in modo piuttosto informale, per telefono oppure con urne piazzate sopra a tavolinetti da picnic sulla spiaggia. Si è espresso per il sì il 97,7% dei votanti, una maggioranza più che schiacciante che ha eletto il sindaco, ovviamente anche lui un dipendente di Space X. Alcuni degli abitanti dei dintorni hanno protestato, temendo di non poter avere più libero accesso alla spiaggia di Boca Chica, che è ai margini della base, ma non hanno influito sui risultati. Così Musk d’ora in poi avrà una città tutta sua, per ora spopolata, ma in futuro probabilmente molto più estesa quando diventerà una base per il turismo spaziale e il luogo da cui partiranno i missili che colonizzeranno Marte.