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Italia-India: Urso, “partnership strategica in Blue e Space Economy”

Italia-India: Urso, “partnership strategica in Blue e Space Economy”

A Mumbai la conferenza internazionale per rafforzare la cooperazione tra i due Paesi in questi settori

Collaborazione tra Italia e India nei settori dell’economia del mare e dello spazio, esplorando le connessioni con gli altri comparti, con un’attenzione particolare a innovazione, investimenti pubblici e privati e opportunità economiche. Questi i temi al centro della Conferenza “Blue and Space Economy”, tenutasi oggi a Mumbai, presso il Villaggio Italia che accompagna il tour mondiale della nave Amerigo Vespucci della Marina Militare, alla quale è intervenuto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, autorità delegata alle Politiche Spaziali e Aerospaziali, insieme al ministro indiano dei Porti, Sarbananda Sonowal.

“Space e Blue Economy offrono opportunità straordinarie per Italia e India. Lavorare insieme in questi settori, specialmente in quest’epoca particolarmente difficile, significa investire nel futuro, promuovendo sicurezza e sostenibilità per le prossime generazioni. Con una visione condivisa, i nostri Paesi che rappresentano l’anello di congiunzione tra l’Europa e l’Asia, possono contribuire al progresso dell’umanità, sfruttando le risorse naturali in maniera responsabile e garantendo un futuro prospero e sostenibile per tutti”, ha dichiarato il ministro Urso.

Quella di Urso è la prima missione in India di un ministro italiano dalla stipula del Piano d’Azione Italia-India 2025/2029, firmato il 18 novembre scorso dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal Primo Ministro indiano, Narendra Modi.

Italia e India hanno una storica e privilegiata partnership spaziale, che coinvolge sia il settore pubblico che privato. Durante il dibattito – a cui hanno partecipato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente, i rappresentanti dell’Indian Space Research Organisation (ISRO), astronauti, aziende leader di entrambi i Paesi, personalità del mondo accademico e startup – si è discusso su come rafforzare questa cooperazione, con particolare attenzione all’integrazione dei settori non spaziali nella Space economy, soprattutto per affrontare sfide globali come il cambiamento climatico e la sicurezza alimentare.

Nel corso della conferenza, sono state infine approfondite le interconnessioni tra i due settori e le opportunità legate allo sviluppo delle tecnologie per la crescita sostenibile e per la valorizzazione delle risorse marine e oceaniche.

 

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Ultimi preparativi in Guyana Francese. Poche ore al lancio di Sentinel-1C

Ultimi preparativi in Guyana Francese. Poche ore al lancio di Sentinel-1C

La strada che porta alla rampa di lancio attraversa per molti chilometri l’enorme spazioporto di Kourou. Su entrambi i lati, la lussureggiante vegetazione tipica della Guyana Francese, in mezzo alla quale sono posizionati qua e là edifici di servizio, grandi antenne, infrastrutture per la produzione di propellente, la preparazione e l’assemblaggio dei razzi, il controllo da remoto delle varie apparecchiature.

Vega-C è in attesa. Sulla sua cima, già incapsulato dentro l’ogiva, c’è il prezioso carico: il satellite Sentinel-1C del programma di osservazione della Terra Copernicus dell’Unione Europea. Alle 18.20 locali, le 22.20 italiane, secondo i piani accenderà i motori e lo porterà in orbita.

In tutta la base si lavora a pieno regime per rispettare i tempi. Le ore che precedono la partenza sono costellate di controlli, riunioni, verifiche minuziose. Tutti nel loro ambito danno un apporto fondamentale: dall’Agenzia Spaziale Europea che gestisce la missione ad Arianespace che dirige lo spazioporto, da Avio che a Colleferro vicino a Roma costruisce gran parte del razzo fino a Thales Alenia Space che nel suo stabilimento romano ha messo dato il contributo principale alla realizzazione del satellite.

A dimostrazione dell’importanza della missione, a Kourou sono arrivati i vertici dell’ESA a partire dal direttore generale Josef Aschbacher, ma anche il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Teodoro Valente, il direttore della Navigazione Satellitare e dell’Osservazione della Terra della Commissione Europea Christoph Kautz, i principali dirigenti delle aziende private coinvolte.

Il valore di questo lancio è duplice. Da una parte c’è un satellite ad alta tecnologia, che arricchirà la famiglia delle sentinelle di Copernicus inviando immagini radar del pianeta sia di giorno sia di notte e anche in presenza di nubi. Possibili applicazioni: controllo del traffico marittimo, supporto alla Protezione Civile, monitoraggio del territorio e degli effetti dei cambiamenti climatici. Dall’altra c’è un lanciatore, Vega-C, che tornerà a volare dopo due anni di stop. Nel dicembre 2022 fallì una missione per un problema tecnico al secondo stadio. Accurate analisi e vari test hanno lo hanno riportato sulla rampa di lancio. Per chiudere definitivamente quel capitolo e restituire maggiore autonomia all’Europa nell’accesso allo spazio, adesso manca solo l’ultimo passo.

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Intel, si dimette il ceo Gelsinger. Nubi sul futuro

Intel, si dimette il ceo Gelsinger. Nubi sul futuro

Pat Gelsinger si è dimesso dal consiglio di amministrazione di Intel, lasciando l’azienda dove aveva mosso i suoi primi passi professionali (come tecnico addetto al controllo qualità, nel lontano 1979) e che ha scalato fino a divertarne ceo.

La società ha nominato due alti dirigenti, David Zinsner e Michelle Johnston Holthaus, co-direttori esecutivi ad interim. I due manager gestiranno il gruppo durante il periodo di tempo che il comitato di ricerca formato dal cda impiegherà per trovare un successore permanente di Gelsinger.

I mercati hanno reagito bene alla notizia: ieri il titolo di Intel è balzato del 5% a Wall Street, mentre nei quasi quattro anni di gestione Gelsinger aveva perso circa il 61%.

Gli obiettivi della nuova leadership

Zinsner è vicepresidente esecutivo e direttore finanziario, mentre Holthaus ricopre anche la nuova posizione di ceo di Intel Products, un team che comprende il Client Computing Group, il Data Center and AI Group e il Network and Edge Group dell’azienda. Frank Yeary, presidente indipendente del consiglio di amministrazione di Intel, diventerà presidente esecutivo ad interim durante il periodo di transizione. La struttura dirigenziale di Intel Foundry rimane invariata.

“Sebbene abbiamo compiuto progressi significativi nel recuperare la competitività della produzione e nel costruire le capacità per essere una fonderia di livello mondiale, sappiamo che abbiamo ancora molto lavoro da fare in azienda e siamo impegnati a ripristinare la fiducia degli investitori”, ha dichiarato Frank Yeary. “Come consiglio di amministrazione, sappiamo innanzitutto che dobbiamo mettere il nostro gruppo di prodotti al centro di tutto ciò che facciamo. I nostri clienti ci chiedono questo, e noi lo faremo per loro. Con i ruoli di Intel Products e di co-ceo ad interim di Intel di Holthaus, stiamo garantendo al gruppo prodotti le risorse necessarie per soddisfare i nostri clienti. In definitiva, il ritorno alla leadership di processo è fondamentale per la leadership di prodotto, e noi resteremo concentrati su questa missione, promuovendo al contempo una maggiore efficienza e una migliore redditività. Con la guida di Dave e Michelle, continueremo ad agire con urgenza sulle nostre priorità: semplificare e rafforzare il nostro portafoglio prodotti e far progredire le nostre capacità produttive e di fonderia, ottimizzando al contempo le spese operative e il capitale. Stiamo lavorando per creare una Intel più snella, semplice e agile”.

La carriera di Gelsinger in Intel

“Guidare Intel è stato l’onore della mia vita: questo gruppo di persone è tra i migliori e i più brillanti del settore e sono onorato di poter chiamare ogni singolo collega”, ha commentato Pat Gelsinger. “La giornata di oggi è ovviamente dolceamara, perché questa azienda è stata la mia vita per la maggior parte della mia carriera lavorativa. Posso guardare indietro con orgoglio a tutto ciò che abbiamo realizzato insieme. È stato un anno impegnativo per tutti noi, in cui abbiamo preso decisioni difficili ma necessarie per posizionare Intel in base alle attuali dinamiche di mercato. Sarò sempre grato ai molti colleghi di tutto il mondo con cui ho lavorato come parte della famiglia Intel”.

Nel corso della sua permanenza in Intel,…

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Italia-India: Urso, “nuova fase con il partenariato strategico nella tecnologia green e nella produzione industriale”

Italia-India: Urso, “nuova fase con il partenariato strategico nella tecnologia green e nella produzione industriale”

Domani Urso a New Delhi per incontri bilaterali con ministri indiani nell’ambito del Piano d’Azione Italia-India

“Il mercato indiano è in forte crescita: lo scorso anno il nostro interscambio ha sfiorato i 15 miliardi di euro, ma resta un deficit che dobbiamo colmare. In questo contesto si inserisce il Piano d’azione strategico, che permetterà all’Italia e all’India di compiere un salto di qualità, passando da semplici partner commerciali a partner strategici tecnologici e industriali. Ciò implica anche lo sviluppo e l’incremento degli investimenti indiani in Italia, uno dei target di questa mia missione qui a Mumbai e Nuova Delhi, in particolare nell’industria, dalla siderurgia alla meccanica alla tecnologia green”.

È quanto ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che stamattina ha tenuto a Mumbai un incontro con le imprese italiane presenti in India, organizzato dall’Agenzia ICE e dalla Camera di Commercio Italiana in India. La missione in India di Urso rappresenta infatti la prima diretta conseguenza del Piano d’Azione Italia-India 2025/2029 sottoscritto a novembre dai premier Meloni e Modi e che prevede collaborazioni, programmi e iniziative congiunte nei settori strategici e nell’attrazione degli investimenti.

Tra le aziende intervenute all’incontro, che si è tenuto presso il Villaggio Italia che accompagna il tour mondiale della nave Amerigo Vespucci, anche i rappresentati in India di Brembo Brakes, Marposs, Bauli, Coesia e Poltrona Frau.

Il Ministro ha evidenziato come l’India stia guidando lo sviluppo economico nel mondo e, in questo contesto, possa quindi ridisegnare anche gli equilibri geopolitici e i confini dei mercati. “Produrre in India può significare sicuramente colmare le richieste del crescente mercato interno con prodotti italiani, magari in partnership con le imprese indiane, ma significa anche produrre per i mercati vicini della più vasta area dell’Indo Pacifico”, ha sottolineato il Ministro.

Urso ha quindi fatto un plauso alle aziende italiane già presenti nel Paese che sono circa 800, 400 delle quali con i propri insediamenti produttivi, che accrescono la competitività del nostro sistema produttivo. Ha sottolineato, inoltre, l’importanza del Libro Verde “Made in Italy 2030”, documento che delineerà le linee guida della politica industriale che il governo italiano intende perseguire, insieme alle prospettive di sviluppo per l’Italia nei prossimi cinque anni.

“Il Made in Italy – ha ricordato infine Urso – si è affermato nel mondo con prodotti di eccellenza e di qualità, a cominciare dalle tre A dell’eccellenza italiana, alimentazione, abbigliamento e arredo, e poi anche con le macchine utensili che realizzano questi prodotti. Ora il Made in Italy si sta sviluppando sempre più verso altri settori a più alto contenuto tecnologico, a cominciare proprio dalla Blue Economy e dalla Space Economy, cioè dai due comparti del futuro dove sono più evidenti le connessioni con l’India. Settori a cui dobbiamo aggiungere la farmaceutica e la scienza della vita e sicuramente l’industria della Difesa che tutela la pace e la stabilità nel mondo”, ha concluso.

Successivamente, Urso ha visitato il Jio World Convention Centre (JWCC) e il Nita Mukesh Ambani Cultural Centre (NMACC) di Mumbai, dove ha incontrato i vertici del Gruppo Ambani, il principale conglomerato indiano, il più ricco in Asia e il nono al mondo, attivo in settori chiave come l’energia rinnovabile, le telecomunicazioni e il commercio e che rappresenta i principali brand italiani in India. Nell’incontro, il ministro Urso ha illustrato le opportunità di investimento in Italia, nella filiera della tecnologia green, a cominciare dal fotovoltaico, su cui il gruppo intende sviluppare una ampia economia di scala.

La missione di Urso proseguirà ora a New Delhi, dove sono in programma incontri bilaterali con diversi ministri indiani nell’ambito del Piano d’Azione Italia-India 2025-2029, tra cui Jitendra Singh (Scienza, Tecnologia e Spazio), Piyush Goyal (Commercio e Industria) e G. Kishan Reddy (Miniere e Carbone).

 

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Amazon, primo volo dei droni per le consegne in Italia: successo del test in Abruzzo

Amazon, primo volo dei droni per le consegne in Italia: successo del test in Abruzzo

Ha spiccato il volo, dopo aver “digerito” un contenitore di cartone con la scritta Amazon, ed ha inaugurato – forse – un nuovo futuro, per le consegne in Italia ma nell’auspicio della compagnia, anche verso la mobilità e l’innovazione tecnologica.  I droni per le consegne di Amazon in Italia stanno per diventare realtà: successo per il primo test ieri, in Abruzzo. Hanno volato per la prima volta nei cieli italiani il 4 dicembre 2024 nell’area di San Salvo, in provincia di Chieti. Lo annuncia la società che spiega aver svolto con successo il primo test per le consegne e di continuare a collaborare con le autorità italiane per soddisfare tutti i requisiti necessari al lancio del servizio il prossimo anno.  

Amazon completa con successo il primo volo di prova per le consegne con i droni (amazon)

Il prossimo anno l’inizio del servizio di consegna con droni in Italia
Il test di volo, è stato effettuato sulla base dell’autorizzazione operativa rilasciata da Enac. L’azienda continua a collaborare con le autorità italiane per soddisfare tutti i requisiti necessari al lancio del servizio il prossimo anno.

Il nuovo drone MK-30: come funziona
Il volo di prova è stato realizzato con il nuovo drone MK-30, il sistema altamente automatizzato di droni che utilizza il programma di computer vision Amazon, all’avanguardia nel settore. Questo – racconta Amazon in un comunicato – permette ai droni di “spostarsi in sicurezza lontano dagli ostacoli, garantendo l’incolumità di persone, animali e proprietà, e contribuendo a mantenere separati i droni Amazon dagli altri velivoli presenti nell’area operativa”. Questo nelle intenzioni della società americana.

Il test è stato svolto grazie all’autorizzazione e ai processi di certificazione posti in essere da Enac in coordinamento con Enav.

Test di consegna pacchi con un drone (Getty)

La presentazione del drone MK 30 a Seattle, nel 2023
Lo scorso ottobre, nel 2023, a Seattle, l’anteprima mondiale del progetto di consegna con i droni, per la prima volta fuori dagli Stati Uniti, dove era stato già sperimentato. 

Nelle immagini, il drone che è stato poi utilizzato ieri in Italia, il MK 30, che “porterà pacchi per 2,500 kg e potrà percorrere una distanza di 12 km dal punto di partenza”.
 

Amazon in Italia (ANSA)

L’impegno della compagnia sulla sicurezza
Amazon si impegna a mantenere una collaborazione stretta con le autorità di regolamentazione e le comunità locali al fine di creare un servizio di consegna sicuro e affidabile. Il volo di prova fa parte di questo processo volto a garantire che vengano soddisfatti tutti i requisiti per l’avvio del servizio commerciale nel 2025. “Il servizio verrà avviato solo una volta ottenute tutte le autorizzazioni necessarie”. Così la compagnia fondata da Bezos, in un comunicato.

 

Drone in decollo con una scatola di Amazon (Getty)

Presidente regione Abruzzo: “Grande orgoglio e soddisfazione”
“Abbiamo fortemente creduto nella valenza dell’insediamento Amazon di San Salvo. Abbiamo constatato di persona lo sviluppo economico che ha saputo apportare al territorio. Essere adesso il primo centro al di fuori degli Stati Uniti ad implementare la consegna tramite droni dimostra che la logistica in Abruzzo si trasforma in un luogo da cui si potrà solo imparare e copiare. Il forte incremento occupazionale, la rivitalizzazione di un’area industriale che aveva bisogno di un forte impulso faranno sicuramente da traino per il futuro dell’economia della nostra regione”, ha dichiarato Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo.

“Ci riempie di grande orgoglio e soddisfazione che la nostra città abbia ricevuto l’opportunità di essere la culla di questo progetto all’avanguardia”. 
 

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Tlc, Roma si affida ad Asstel per rafforzare l’ecosistema professionale

Tlc, Roma si affida ad Asstel per rafforzare l’ecosistema professionale

La Città metropolitana di Roma Capitale e Asstel hanno siglato un accordo quadro per la promozione di attività formative e il futuro inserimento professionale di giovani tra i 14 e i 17 anni nella filiera delle telecomunicazioni.

Tra gli obiettivi comuni, quello di attuare una più stretta sinergia tra il mondo dell’istruzione e formazione professionale pubblica e il mercato del lavoro, rafforzando l’integrazione tra formazione professionale, alternanza scuola-lavoro ed apprendistato di I livello. La partnership punta anche ad avvicinare sempre di più il mondo della scuola, della formazione professionale e degli Its al sistema delle imprese.

L’accordo arriva a pochi giorni dalla sigla del protocollo d’intesa tra l’associazione di Confindustria e Talenti Agenzia per il lavoro, che mira alla creazione di Academy aziendali e all’impiego dell’apprendistato, incluso quello di alta formazione e ricerca, per promuovere l’acquisizione di competenze specifiche nella filiera delle Telecomunicazioni.

Cosa prevede l’accordo quadro

Il progetto, della durata di tre anni, si basa sulla “Mappa Competenze e Ruoli 2024” sviluppata da Asstel; 70 professionalità necessarie a supportare lo sviluppo dell’ecosistema delle telecomunicazioni collaborando con le Istituzioni per costruire alleanze con il mondo dell’education e preparare le ragazze e i ragazzi a connettere le competenze al lavoro e alle imprese.

I percorsi formativi, mirati a fornire competenze Stem in ambiti come cybersecurity, intelligenza artificiale, gestione dei Big data e data protection, e competenze tecnico professionali inerenti le infrastrutture Digitali, si svolgeranno nei Centri di Formazione Professionale di Roma Capitale e presso le imprese della filiera che stipuleranno appositi accordi con la Città metropolitana di Roma Capitale, consentendo ai giovani di acquisire anche competenze pratiche sul campo indispensabili per gli inserimenti lavorativi.

È prevista la creazione di percorsi di formazione basati sul sistema duale e tirocini nelle imprese, che consentiranno ai giovani di sviluppare competenze operative in ambienti reali di lavoro. Un comitato di indirizzo monitorerà la qualità e l’efficacia delle attività.

Puntare a un ecosistema delle Tlc ancora più dinamico

“Insieme a Città metropolitana di Roma Capitale abbiamo costruito una significativa opportunità per avvicinare i giovani all’ecosistema delle Tlc, creando percorsi formativi che consentano di connettere competenze e lavoro nelle telecomunicazioni e negli ambiti professionali più innovativi del digitale”, spiega Laura Di Raimondo, direttore generale di Asstel. “Investire sui giovani e fornire loro competenze certificate è essenziale per la crescita della filiera Tlc e per lo sviluppo del Paese. La nostra missione è rendere ancora più dinamico un ecosistema come quello delle Tlc in cui innovazione e cura delle competenze delle persone vadano di pari passo. Come Asstel, siamo sempre più impegnati a creare un collegamento solido tra il mondo della scuola, Its, Academy e Università, rafforzando le alleanze educative e lo sviluppo di nuovi modelli di organizzazione del lavoro, dall’altro contribuendo a costruire una cassetta degli attrezzi di competenze per le giovani generazioni, ad esempio in ambito 5G, AI, Cybersecurity, Cloud, ICT, Big Data, trasformazione digitale, costruzione delle reti di nuova generazione e attivazione di nuovi servizi”.

Appuntamento a Telco per l’Italia il 12 dicembre

Il direttore generale di Asstel, Laura Di Raimondo, è fra…

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Italia-India: Urso, “partnership win-win e modello cooperazione virtuosa tra ovest ed est del mondo”

Italia-India: Urso, “partnership win-win e modello cooperazione virtuosa tra ovest ed est del mondo”

Il Ministro a New Delhi interviene al vertice internazionale promosso dalla Confederation of Indian Industry

La partnership tra i nostri due Paesi può rappresentare un modello vantaggioso per entrambe le parti e un esempio di cooperazione virtuosa tra Ovest ed Est del mondo”. Lo ha affermato a New Delhi il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo al Partnership Summit organizzato dalla Confederation of Indian Industry e presieduto dal ministro del Commercio e dell’Industria indiano, Piyush Goyal. “Questa iniziativa – ha aggiunto Urso – si inserisce perfettamente nella visione condivisa di Italia e India per un’area indo-mediterranea prospera e stabile, dove l’innovazione e lo sviluppo economico possano fungere da volano per la cooperazione tra le due sponde”.

La partecipazione italiana al Partnership Summit – l’unica di un Paese europeo, accanto ai rappresentanti di Algeria, Bahrain, Bhutan, Israele, Nepal, Senegal, Sudafrica, Cambogia, Myanmar e Qatar – assume un significato ancor più rilevante, perché avviene a poche settimane dalla firma del Piano d’Azione Strategico Congiunto Italia-India per il periodo 2025-2029 da parte del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del Primo Ministro indiano Narendra Modi. La missione in India di Urso, la prima di un ministro italiano dopo l’approvazione del Piano, evidenzia la centralità della cooperazione tecnologica e industriale.

La Conferenza internazionale, giunta alla sua ventinovesima edizione, si è articolata su sette grandi temi: commercio, futuro dell’industrializzazione, sostenibilità e clima, tecnologia e innovazione, crescita, quadro geoeconomico e inclusione.

Durante il vertice è stata riaffermata la centralità della cooperazione tra Europa e Asia, sottolineando il ruolo strategico dell’IMEEC (India-Middle East-Europe Corridor) nel favorire lo sviluppo di connessioni economiche, logistiche e tecnologiche tra l’Indo-Pacifico e il Mediterraneo, con un approccio integrato alla sostenibilità e alla sicurezza regionale.

L’Italia non è solo una delle economie più forti dell’Unione Europea – ha sottolineato il Ministro -, ma rappresenta un accesso privilegiato a un mercato di oltre 500 milioni di consumatori. Grazie alla posizione geografica unica, siamo il punto di incontro tra Europa, Africa e Medio Oriente”.

Urso ha infine sottolineato le caratteristiche che rendono l’Italia un partner affidabile per l’India, con particolare riferimento alle opportunità di investimento reciproco e alle possibili collaborazioni nei settori della tecnologia, della sostenibilità e delle infrastrutture. L’obiettivo è creare sinergie capaci di favorire un mutuo arricchimento, sfruttando al meglio le competenze e le tecnologie di entrambi i Paesi.

 

 

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Spazio, lanciata la missione Proba 3: produrrà eclissi solari artificiali

Spazio, lanciata la missione Proba 3: produrrà eclissi solari artificiali

Eclissi artificiali per studiare approfonditamente la corona solare in modo da comprendere meglio i meccanismi all’origine del vento solare e degli sciami di particelle che generano le tempeste geomagnetiche. È questo l’obiettivo di Proba 3, la missione dell’Agenzia Spaziale Europea partita oggi dall’India.

Una coppia di satelliti dell’Esa, Occulter e Coronagraph, è stata lanciata in orbita alle 11,34 italiane, dal Centro spaziale Satish Dhawan, gestito dall’agenzia spaziale indiana Isro, con un razzo Pslv-XL (Polar Satellite Launch Vehicle).

La partenza è stata ritardata di un giorno a causa di un problema con il sistema di propulsione di backup di uno dei satelliti, fondamentale per il volo di precisione.

La creazione di eclissi solari artificiali avverrà attraverso una sofisticata manovra di volo in formazione nello Spazio. Ogni eclisse artificiale dovrebbe durare sei ore, un tempo notevolmente più lungo rispetto ai pochi minuti di totalità che offre un’eclisse naturale sulla Terra, e che permette un’osservazione prolungata dell’atmosfera esterna della nostra stella.

Occulter e Coronagraph si separeranno tra circa un mese e voleranno a 150 metri di distanza l’uno dall’altro. Una volta raggiunta la loro destinazione, molto sopra la Terra, si allineeranno con il Sole in modo che un veicolo spaziale proietti un’ombra sull’altro. Questo richiederà, spiegano gli esperti dell’Esa, una precisione estrema, entro un millimetro.

Per mantenere la loro posizione, i satelliti si affideranno a GPS, sensori stellari, laser e collegamenti radio, volando autonomamente. Ogni veicolo spaziale, a forma di cubo, ha una dimensione inferiore a 1,5 metri di larghezza. 

Il satellite che proietta l’ombra contiene un disco per bloccare i raggi solari alla vista del telescopio dell’altro satellite. Questo disco simulerà la Luna in un’eclisse solare totale naturale, con il satellite oscurato che simula la Terra. 

“La missione ha una grande rilevanza scientifica”, ha dichiarato Dietmar Pilz, direttore della tecnologia e ingegneria dell’Esa. Gli scienziati hanno bisogno che il volto abbagliante del Sole sia completamente bloccato per poter studiare la corona che lo circonda, ottenendo una vista particolarmente buona vicino al bordo solare in questa missione. 

Gli astronomi sono particolarmente interessati a comprendere meglio le espulsioni di massa coronale, eruzioni di miliardi di tonnellate di plasma con campi magnetici verso lo Spazio. Le tempeste geomagnetiche che ne derivano possono disturbare l’energia e le comunicazioni sulla Terra e in orbita.

Rilevante l’apporto italiano alla missione. L’Osservatorio di Torino dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, ha sviluppato il sistema che ha la funzione di controllare il posizionamento di Coronagraph, che ospita il telescopio dedicato allo studio della corona solare. L’Inaf è stato coinvolto anche nella realizzazione di un sistema composto da 3 Led posizionati al centro della superficie di Occulter rivolta verso il telescopio, che permetterà di misurare lo spostamento relativo tra i due satelliti.

Con un’orbita irregolare che si estende da 600 a 60.000 chilometri di distanza, i satelliti impiegheranno quasi 20 ore per fare il giro del pianeta. Sei di queste ore – nella parte più lontana di alcune orbite – saranno dedicate a generare, almeno due volte a settimana, un’eclissi. I primi risultati dovrebbero essere disponibili a marzo, dopo il collaudo di entrambi i satelliti. 

La missione ha un costo di 210 milioni di dollari. Una volta completato il loro compito, entrambi i satelliti inizieranno a scendere gradualmente fino a bruciare nell’atmosfera, probabilmente entro cinque anni.

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Web tax, per le pmi italiane impatto devastante: il report di Confimprenditori

Web tax, per le pmi italiane impatto devastante: il report di Confimprenditori

“L’estensione della Web Tax alle piccole e medie imprese significherà la chiusura di migliaia di aziende e startup italiane impegnate nel settore tecnologico. L’approccio proposto dal ministro Giancarlo Giorgetti ci appare frettoloso e potenzialmente dannoso. Non possiamo permetterci di trasformare un’opportunità di equità fiscale in un freno allo sviluppo economico del Paese gravando le imprese che già pagano le tasse in Italia di un’ulteriore imposta inizialmente pensata per le big tech”.

A parlare è il presidente di Confimprenditori, Stefano Ruvolo, che ha presentato in conferenza stampa al Senato il report del Centro Studi di Confimprenditori, intitolato “L’impatto della Web Tax sulle pmi”. Il documento supporta la tesi dell’associazione che la tassa prevista dalla Legge di Bilancio costituisca di fatto un danno per le organizzazioni che rappresentano l’ossatura del Made in Italy.

Lo squilibrio fiscale tra pmi e multinazionali digitali

“In Italia circa il 35% delle pmi ha dichiarato che una tassa sui ricavi digitali potrebbe compromettere la loro capacità di competere con le grandi multinazionali, e il 60% ha sottolineato che una tassazione più elevata sulle piattaforme online sarebbe dannosa per il settore e-commerce”, ha continuato Ruvolo, sottolineando che le piccole imprese italiane pagano 24,6 miliardi di euro di tasse all’anno, mentre le 25 multinazionali del web presenti in Italia versano solo 206 milioni di euro.

“Questo nonostante le pmi generino un fatturato complessivo 90 volte superiore rispetto alle big tech, che però pagano imposte 120 volte inferiori. La pressione fiscale effettiva sui piccoli imprenditori italiani sfiora il 50%, mentre per le big tech è del 36%. Affinché le pmi possano continuare a prosperare, è fondamentale adottare politiche fiscali che favoriscano la loro crescita, anziché ostacolarla”.

Perché la Web Tax rischia di penalizzare le pmi

D’altra parte, secondo il report di Confimprenditori, la Web Tax rischia di penalizzare le pmi più di quanto non faccia con le grandi aziende, che hanno risorse sufficienti per adattarsi ai cambiamenti fiscali. Le multinazionali e le grandi piattaforme digitali, infatti, possono facilmente spostare parte delle loro operazioni in giurisdizioni con tassazione più favorevole, minimizzando l’impatto della Web Tax. Al contrario, le pmi, che spesso non hanno la capacità di trasferire le loro attività in Paesi con regimi fiscali più favorevoli, si troverebbero a dover far fronte a costi aggiuntivi difficilmente sostenibili.

L’incertezza fiscale causata dalla Web Tax potrebbe inoltre minare la capacità delle pmi di pianificare i propri investimenti a lungo termine. Le imprese, già in difficoltà nell’affrontare la concorrenza internazionale e le sfide economiche interne, potrebbero trovarsi nell’impossibilità di investire in innovazione, tecnologia e sviluppo di nuovi prodotti o servizi. Gli aumenti dei costi associati alla Web Tax potrebbero anche ridurre la liquidità disponibile per le pmi, limitando così le opportunità di crescita.

La proposta di Confimprenditori

Il rischio è quindi che le piccole imprese vengano costrette a ridurre la propria offerta di prodotti e servizi, con un conseguente impatto sulle vendite e sui ricavi. Le grandi aziende digitali, nota il Centro Studio, pagano in media una tassa sul reddito inferiore al 10%, mentre le pmi europee, che non godono…

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Italia-India: Urso, “Da spazio a materie prime critiche, al via nuova fase della nostra cooperazione”

Italia-India: Urso, “Da spazio a materie prime critiche, al via nuova fase della nostra cooperazione”

Conclusa la visita ufficiale di Urso in India, la prima di un ministro italiano dopo la firma del Piano d’Azione Strategico congiunto 2025-2029

Rafforzamento della partnership tecnologica e industriale, rilancio degli investimenti nei settori strategici e promozione di un modello di cooperazione virtuosa tra Occidente e Oriente, sfruttando le potenzialità dell’IMEEC, il corridoio della “Via del Cotone”.

Si è conclusa con un bilancio positivo la missione in India del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, prima visita ufficiale di un rappresentante del governo italiano dopo la firma del Piano d’Azione Strategico Congiunto 2025-2029, promosso dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal Primo Ministro indiano Narendra Modi.

“Vogliamo costruire con l’India una partnership scientifica, tecnologica, industriale e produttiva. Una cooperazione win-win, nella piena consapevolezza che questo Paese rappresenta molto più di un grande mercato in continua crescita, demografica ed economica. L’Italia può essere per l’India il punto di approdo delle imprese indiane per investire e produrre, anche in partnership, e presidiare il ricco mercato europeo, così come l’India può esserlo per le imprese italiane che intendono presidiare i mercati asiatici. L’obiettivo dunque è creare sinergie capaci di favorire un mutuo arricchimento, sfruttando al meglio le competenze e le tecnologie di entrambi i Paesi”, ha affermato Urso.

Nella sua tre giorni in India, tra il Villaggio Italia di Mumbai per il tour mondiale della nave Vespucci e la capitale New Delhi, il ministro Urso ha incontrato rappresentanti della comunità imprenditoriale italiana operante nel Paese asiatico e vertici dei grandi gruppi e conglomerati indiani, ai quali ha illustrato le opportunità di investimento in Italia nei settori primari, come la siderurgia, e in quelli strategici, tra cui l’automotive, i semiconduttori, la space economy, la blue economy, la manifattura avanzata e l’energia, evidenziando le caratteristiche che rendono l’Italia un partner affidabile.

Durante la sua missione, Urso ha tenuto diversi incontri bilaterali con ministri indiani, dai quali è emersa la comune propensione a iniziative congiunte nei settori strategici. Dopo l’incontro bilaterale con il ministro indiano dei Porti, Sarbananda Sonowal, intervenuto sabato per l’inaugurazione della mostra Italia Geniale al Villaggio Italia di Mumbai, Urso ha incontrato oggi, tra gli altri, i ministri Piyush Goyal (Commercio e Industria), Jitendra Singh (Scienza, Tecnologia e Spazio) e G. Kishan Reddy (Miniere e Carbone).

Con il ministro Goyal, Urso ha approfondito le possibilità di collaborazione tra Italia e India nei settori industriali strategici per i due Paesi. Al centro del confronto con Singh, invece, un possibile ampliamento della cooperazione bilaterale legata allo sviluppo del nucleare di ultima generazione e nel settore dello Spazio, occasioni uniche per lo sviluppo scientifico e tecnologico del nostro Paese. In particolare, il ministro Urso, che è anche autorità delegata allo spazio, ha evidenziato che l’Italia investirà nei prossimi cinque anni 7,3 miliardi di euro nello spazio, e ha indicato come significativo l’arrivo, tra poche settimane di un addetto spaziale al Consolato di Bangalore, la capitale dell’IT e della ricerca spaziale in India. Infine, con Kishan Reddy sono state esaminate le possibili cooperazioni tra Italia e India nel settore dell’estrazione, della lavorazione e del riciclo delle materie prime critiche.

 

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India, 30 novembre – 2 dicembre 2024

Un momento della visita

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