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In Perù è stato trovato un antenato dello squalo bianco risalente a 9 milioni di anni fa
Un tempo abitava le acque del Pacifico meridionale ed era ghiotto di sardine. Secondo i paleontologi peruviani, quello trovato nel bacino di Pisco, circa 235 chilometri a sud di Lima, è l’esemplare di un antenato del grande squalo bianco.
Il fossile quasi completo del Cosmopolitodus Hastalis svelato alla stampa lunedì risale a 9 milioni di anni fa. Un esemplare adulto poteva raggiungere quasi i sette metri di lunghezza con mascelle enormi e denti aguzzi fino a quasi 9 centimetri.
Cesar Augusto Chacaltana, ingegnere dell’Istituto geologico e minerario del Perù (INGEMMET), ha detto che i resti dello squalo mostrano una “fossilizzazione eccezionale”.
Il paleontologo Mario Urbina ha sottolineato che nello stomaco del fossile sono stati trovati resti di numerose sardine. Urbina ha spiegato che, poiché all’epoca in cui lo squalo si aggirava per i mari e gli oceani non esistevano ancora le acciughe, le sardine costituivano una dieta base per i predatori marini.
Il fossile quasi completo del Cosmopolitodus Hastalis è stato trovato a 235 km a sud di Lima, nel bacino di Pisco in Perù, un’area calda e desertica famosa per le frequenti scoperte di antiche specie marine.
Il bacino di Pisco, un’area calda e desertica che si estende per centinaia di chilometri lungo la costa meridionale del Perù, è famosa per le frequenti scoperte di antiche specie marine.
A novembre, è stato presentato il fossile di un giovane coccodrillo vissuto più di 10 milioni di anni fa. Nell’aprile dello scorso anno, alcuni ricercatori hanno svelato il cranio fossile del più grande delfino di fiume finora conosciuto, un animale che abitava l’Amazzonia circa 16 milioni di anni fa.
Due anni fa, un gruppo internazionale di scienziati guidato dai paleontologi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa ha presentato il Paracetus colossus, un antico gigante marino che poteva rivaleggiare in stazza con l’odierna balenottera azzurra.
Italtel, Filangieri nuovo amministratore delegato
L’ex numero uno di Fibercop Carlo Filangieri si prepara ad assumere il timone di Italtel e secondo quanto risulta a CorCom l’incarico sarà operativo dal mese di febbraio. Laurea in ingegneria elettronica, Filangieri vanta una lunga esperienza nel Gruppo Tim dove negli anni ha ricoperto diversi incarichi in Italia e in Brasile per poi diventare nel 2021 amministratore delegato di Fibercop al tempo in cui la newco wholesale vedeva in campo Tim (58%), il fondo americano Kkr (37,5%) e Fastweb (4,5%). A seguito dello scorporo della rete di parte di Tim, la nuova Fibercop vede al timone Luigi Ferrarris, ex Ad di Ferrovie, alla presidenza Massimo Sarmi.
Il dossier Digital Value definitivamente chiuso
Da fine ottobre tutto tace ma secondo quanto risulta a CorCom il dossier Digital Value è definitivamente chiuso. Resta dunque ora da capire se altri investitori si faranno avanti.
A luglio 2024 Digital Value aveva offerto 120 milioni per rilevare il 100% del capitale di Italtel. Ma il caso caso Sogei -ossia l’inchiesta che ha portato all’arresto di Paolino Iorio, direttore generale della spa del Mef, poi sollevato da tutti gli incarichi – ha costretto Digital Value a “congelare” l’operazione. “Il closing, inizialmente previsto per la data di venerdi 18 ottobre è stato rinviato concordemente tra le parti alla luce dei fatti emersi”, ha comunicato l’azienda in una nota ufficiale lo scorso 30 ottobre.
Incontro Urso-Sakova: piena intesa Italia-Slovacchia su politica industriale europea
Bratislava aderisce anche al non-paper italiano sulle industrie energivore
Piena intesa tra Italia e Slovacchia sulla politica industriale in UE. Il vice primo ministro e ministro dell’Economia slovacco, Denisa Sakova, nel corso del bilaterale con il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso svoltosi questa mattina a Roma in occasione della visita del presidente slovacco Pellegrini, ha annunciato l’adesione di Bratislava anche al non-paper promosso dall’Italia, insieme ad Austria, Bulgaria e Polonia, riguardante le industrie energivore e la revisione del Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM).
Il documento strategico, che mira a garantire la competitività dell’Europa nei settori produttivi chiave, sostenere la transizione green delle industrie energivore, promuovere l’autonomia strategica del continente e contrastare la delocalizzazione, si aggiunge al “non paper” sul settore dell’auto promosso da Italia e Repubblica Ceca e già sottoscritto dalla Slovacchia e da altri Paesi UE.
“Italia e Slovacchia condividono una visione pragmatica e realistica in materia di politica industriale, grazie alla comune vocazione manifatturiera. L’adesione slovacca ai nostri non-paper sull’automotive e sulle industrie energivore sancisce un’alleanza per difendere l’industria europea e affrontare la transizione energetica in maniera sostenibile dal punto di vista produttivo e sociale, senza paraocchi ideologici” ha dichiarato il ministro Urso.
A margine dell’incontro i due ministri hanno partecipato alla firma di un accordo strategico tra la società italiana Newcleo e le aziende slovacche Javys e Vuje per la realizzazione in Slovacchia di quattro reattori nucleari di ultima generazione per 3,2 miliardi di euro.
“Le eccellenze italiane nel settore nucleare continuano a fornire un contributo essenziale allo sviluppo energetico della Slovacchia. È il momento che ciò avvenga anche in Italia” ha commentato il ministro Urso. “Nei nostri Paesi, così come nell’intero continente, è sempre più cruciale porre al centro del mix energetico, accanto allo sviluppo dell’energia rinnovabile, anche il nucleare pulito, per ridurre i costi, rendere competitivo il nostro sistema industriale e per garantire l’autonomia e la sicurezza energetica europea”.
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Scoprono un nuovo asteroide, ma era la Tesla di Musk
È un asteroide pericolosamente vicino alla Terra anzi no, è una Tesla. Si è risolto in poche ore l’equivoco spaziale che ha avuto come protagonista l’oggetto celeste 2018 CN41, prima catalogato come un nuovo asteroide e poi riconosciuto come la roadster lanciata nello spazio da Elon Musk nel 2018.
L’annuncio della scoperta e la successiva smentita sono arrivate in meno di 24 ore dal Minor Planet Center, il centro incaricato dall’Unione astronomica internazionale di raccogliere i dati su asteroidi e comete e di calcolarne l’orbita.
Tutto è iniziato quando l’astrofilo H. A. Guler, ha individuato un oggetto celeste a meno di 240.000 chilometri dal nostro pianeta, una distanza inferiore all’orbita della Luna che lo qualificava come possibile Oggetto Vicino alla Terra (NEO) e come tale potenzialmente pericoloso e da monitorare.
La segnalazione di Guler è giunta al Minor Planet Center, che lo scorso 2 gennaio ha denominato l’oggetto celeste 2018 CN41 catalogandolo come un asteroide.
La retromarcia è arrivata meno di 24 ore dopo, quando il Minor Planet Center ha pubblicato un secondo comunicato in cui affermava che l’orbita del presunto asteroide coincideva con quella di un oggetto artificiale, la Tesla Roadster di Elon Musk, montata sullo stadio superiore del razzo Falcon Heavy lanciato nel febbraio 2018.
L’auto (la prima a essere mandata nello spazio) era un carico utile di prova per il primo volo del Falcon Heavy e al posto di guida portava un manichino-pilota chiamato Starman.
L’equivoco è stato risolto rapidamente grazie alla collaborazione tra astronomi professionisti e amatoriali, ma secondo alcuni esperti evidenzia la mancanza di trasparenza da parte di nazioni e aziende che gestiscono veicoli nello spazio profondo, al di là delle orbite utilizzate dalla maggior parte dei satelliti.
Mentre gli oggetti nell’orbita bassa terrestre sono tracciati dalla U.S. Space Force, lo spazio più profondo rimane una frontiera non regolamentata. Non a caso diverse sonde spaziali negli ultimi anni sono state erroneamente confuse con asteroidi: è successo per esempio alla sonda Rosetta, alla missione BepiColombo e alla missione Lucy della Nasa.
Networking, ecco i trend 2025: sugli scudi cybersecurity e AI
Dagli ambiti della sicurezza e della gestione fino al ruolo dell’intelligenza artificiale come soggetto e oggetto della pianificazione di rete, nel corso del 2025 le aziende cercheranno nuovi modi per accrescere la flessibilità dei network tenendo sotto controllo i costi operativi.
È questa l’analisi di Edoardo Accenti, country manager della divisione Aruba di Hewlett Packard Enterprise, che ha condiviso in un paper le sue riflessioni sulle tendenze che influenzeranno il modo in cui le reti aziendali verranno costruite e gestite nei prossimi mesi.
L’importanza strategica di Sd-Wan e Sase
“Il mercato Sd-Wan è in continua evoluzione e il 2025 promette un’ulteriore crescita”, nota Accenti. In particolare, “Sd-Wan offre una connettività flessibile, sicura e scalabile. Inoltre, sfrutta le tecnologie Lte/5G e a banda larga per ridurre significativamente la dipendenza dalla vecchia tecnologia Multiprotocol Label Switching. Allo stesso tempo, Sase sta rapidamente diventando un componente chiave delle reti moderne, integrando rete e sicurezza in un’architettura unificata e cloud-native. Sase semplifica la gestione della rete e fornisce criteri di sicurezza coerenti per applicazioni, utenti e dispositivi, indipendentemente dalla loro ubicazione”.
A questo si aggiunge il il vantaggio che l’infrastruttura IT semplificata e la sicurezza migliorata sono integrate da un’esperienza utente potenziata, soprattutto negli ambienti di lavoro ibridi.
Micro-segmentazione per una maggiore sicurezza e compliance
C’è poi il tema della micro-segmentazione, che divide la rete in segmenti più piccoli e isolati, rendendo molto più difficile per gli aggressori muoversi all’interno dell’infrastruttura IT. “Questo aumenta la sicurezza applicando un controllo dettagliato degli accessi e garantendo un controllo rigoroso del traffico tra i segmenti”, spiega Accenti. “Implementando la micro-segmentazione, le organizzazioni possono applicare criteri di sicurezza più granulari e garantire che solo il traffico autorizzato sia consentito tra i segmenti. Ciò è in linea con l’enfasi posta su solide misure di sicurezza di rete e di controllo degli accessi richieste dalle normative internazionali sulla cybersecurity, come la direttiva Nis2 dell’Ue, entrata in vigore nel 2023.
D’altra parte, la rete stessa va sempre di più considerata come una soluzione di sicurezza. “Fino a poco tempo fa, la regola era quella di gestire separatamente alcune aree dell’infrastruttura, come la rete e la sicurezza”, rimarca Accenti. “Oggi, consolidare questi elementi e gestirli insieme consente di utilizzare in modo più efficiente le informazioni provenienti da fonti diverse all’interno dell’infrastruttura. Ciò porta a una gestione più coerente dell’ambiente. Monitorando più dispositivi, indipendentemente dal fornitore, e gli elementi di rete e di sicurezza, possiamo ottenere un quadro completo dello stato della nostra infrastruttura e reagire di conseguenza sulla base di questi dati”.
Più AI nel networking e più networking nell’AI
Accenti sottolinea poi che con la crescita esponenziale dei dispositivi connessi alle reti aziendali e l’aumento dei dati che fluiscono da o attraverso questi dispositivi, è diventato più difficile gestire questi ambienti. “Il numero crescente di attacchi alle varie infrastrutture evidenzia ulteriormente l’impossibilità per l’uomo di monitorare tutto in modo efficace. La mole di dati e il numero di eventi rilevanti sono schiaccianti e richiedono un reparto IT in continua espansione. Allo stesso tempo, anche il ruolo dell’IT sta…
Italia-Repubblica Ceca: automotive, industrie energivore e Spazio al centro dell’incontro tra Urso e Kupka
Urso: “cruciale intensificare azioni di cooperazione con una visione strategica e di lungo periodo”
“Siamo soddisfatti dell’ampia convergenza riscontrata a livello europeo sul non-paper relativo al settore automotive, presentato nelle scorse settimane dall’Italia e dalla Repubblica Ceca. È cruciale intensificare queste azioni di cooperazione, anche per le industrie energivore e il settore dello Spazio, adottando una visione strategica e di lungo periodo”. Lo ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in occasione dell’incontro bilaterale a Palazzo Piacentini con il ministro dei Trasporti della Repubblica Ceca, Martin Kupka.
Nel corso del confronto, Urso ha anche presentato al ministro Kupka i principali contenuti del non-paper relativo alle industrie energivore e sulla revisione del Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM), attualmente all’esame degli altri Stati membri.
I due Ministri hanno inoltre discusso di Space Economy e della necessità di definire un quadro normativo comune che garantisca sicurezza, resilienza e sostenibilità nelle operazioni e attività spaziali europee.
Infine, è stato affrontato il tema del rafforzamento della cooperazione bilaterale volto a favorire la reciproca attrazione di investimenti, con particolare attenzione sia ai settori tradizionali, come i macchinari industriali e i mezzi di trasporto, sia a quelli innovativi, come le fonti energetiche di nuova generazione, l’automazione industriale e lo Spazio.
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Trattativa per vendere TikTok a Elon Musk? “Pura finzione” per la società cinese
TikTok ha definito “pura finzione” le notizie secondo cui fosse allo studio la possibilità che Elon Musk acquisisca le attività statunitensi di Bytedance, la società cinese che controlla la piattaforma TikTok: “Alti funzionari cinesi avevano già iniziato a discutere di piani di emergenza per TikTok come parte di un’ampia discussione su come lavorare con l’amministrazione di Donald Trump, una delle quali coinvolge Musk”, ha scritto Bloomberg citando fonti riservate. L’anno scorso gli Stati Uniti hanno approvato una legge che impone al gigante cinese dell’intrattenimento ByteDance di vendere TikTok entro il 19 gennaio 2025, pena il divieto di utilizzo nel Paese, dove l’app conta 170 milioni di utenti. Il caso è arrivato fino alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che venerdì ha ascoltato le argomentazioni di entrambe le parti: Washington afferma di voler prevenire i rischi di spionaggio e manipolazione da parte di Pechino, mentre il social network e le associazioni accusano la legge di soffocare la libertà di espressione. Una netta maggioranza di giudici sembra pronta ad autorizzare il divieto. Il governo cinese e ByteDance si sono sempre apertamente opposti alla vendita della parte americana di TikTok.
Meloni: “Non ci sono alternative a Starlink, no a lettere scarlatte”
Space X è il soggetto tecnologicamente più avanzato e, ad oggi, non ci sono alternative pubbliche. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni affronta a viso aperto il caso Musk in occasione della conferenza stampa alla Camera.
“Non ho mai parlato direttamente con Elon Musk di queste vicende – ha sottolineato la premier – Per il caso Space X, ha a disposizione una tecnologia per comunicare a livello planetario che ci consente di comunicare con le nostre sedi diplomatiche e i nostri contingenti all’estero. Si tratta di interlocuzioni che facciamo, come Governo, con decine di aziende in tutto il mondo”.
Mettere in sicurezza le comunicazioni sensibili
“Gli ambiti di confronto sono molti, dal Consiglio di Difesa al Parlamento, e in questo momento siamo in una fase di istruttoria, per questo non comprendo le accuse – ha spiegato – Nemmeno io ho le idee chiare, ma dobbiamo mettere in sicurezza comunicazioni sensibili e delicate, parlando con un soggetto idoneo. Non ci sono alternative, soprattutto pubbliche. Italia ed Europa non hanno ancora immaginato una soluzione pubblica”.
“Questo è il dilemma e in un dibattito serio, bisognerebbe parlare dello scenario preferibile. Su questo sono laica, ma la questione va posta, perché se le comunicazioni finiscono nelle mani sbagliate, allora il Governo ne sarebbe responsabile”.
Gli investimenti stranieri
“Lo stesso problema lo abbiamo sui data center. Dunque il problema su Space x è legato all’aspetto che è privato o sulle posizioni politiche di Elon Musk? Il problema è oggettivo e seguendo i criteri di sicurezza nazionale, così va trattato, non servono lettere scarlatte”.
“Io valuto gli investimenti stranieri – ha puntualizzato Meloni – con un’unica lente, che è la lente dell’interesse nazionale e non delle amicizie o delle idee politiche di chi eventualmente deve investire”.
Le interlocuzioni
“Sul metodo voglio dire che si tratta di interlocuzioni che rientrano nella normalità del lavoro che fa un Governo – ha precisato – Funziona che si fa un’istruttoria e all’esito di quella istruttoria, se la cosa è di interesse, si pone nelle sedi competenti. Nel caso specifico di quello di cui stiamo parlando, gli ambiti con i quali confrontarsi sono molti”.
Il dibattito europeo
“Poi – ha aggiunto – potremmo aprire un dibattito e forse dovremmo aprirlo sul perché l’Italia e l’Europa, perché questo è un problema europeo, non sono arrivati in tempo a immaginare delle tecnologie pubbliche che fossero in grado di mettere in sicurezza queste comunicazioni”. La scelta di un’infrastruttura privata sarebbe comunque temporanea “perché oggi ci si sta lavorando e quindi domani probabilmente ci saranno dei soggetti pubblici che saranno in grado di garantire la protezione di queste comunicazioni. Ma oggi non ci sono”.
Quindi quale sia “preferibile tra due scenari che non sono chiaramente e sicuramente ottimali è il dibattito che secondo me va aperto. Però devo porre la questione perché se domani quelle comunicazioni finiscono nelle mani sbagliate il Governo ne è responsabile. Non posso fare finta che il problema non esista. Questa è l’ordine della questione e questo è lo stato delle cose”.
Butti: “Mai detto che satellite è unica soluzione”
Intanto il Sottosegretario all’Innovazione, Alessio…
Ceramica Dolomite, Mimit: avviare percorso di consolidamento industriale
Riunito al Ministero il tavolo con azienda e sindacati
Si è svolto a Palazzo Piacentini il tavolo relativo a Ceramica Dolomite, storica azienda veneta che produce collezioni da bagno, articoli per la lavanderia e per la cucina.
Presenti alla riunione, convocata su indicazione del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Sen. Adolfo Urso, i tecnici del Mimit, i rappresentanti della Regione Veneto, l’azienda e i sindacati confederali nazionali e locali.
Obiettivo dell’incontro odierno è stato avviare un percorso di consolidamento del rilancio industriale di Ceramica Dolomite. A stretto giro verrà riconvocato, sempre al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, un nuovo tavolo di confronto.
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Scoperto il Darth Vader dei mari, è un crostaceo gigante
L’hanno chiamato Darth Vader per l’incredibile somiglianza con il Signore dei Sith, si tratta di un crostaceo gigante scoperto sui banchi del pesce di alcuni mercati vietnamiti e descritto ora in uno studio appena pubblicato sulla rivista ZooKeys.
Il Bathynomus vaderi, questo il nome scientifico assegnato all’isopode dal gruppo di ricerca dell’Università di Singapore guidato da Peter Ng, può superare i 30 centimetri di lunghezza e vive nelle profondità marine, anche oltre i 2.000 metri.
La nuova creatura fa parte di un gruppo di crostacei (noti in Vietnam come “insetti marini”) detti Bathynomus. Più precisamente, il Bathynomus vaderi appartiene alla famiglia dei “supergiganti”, così definito perché le sue dimensioni possono raggiungere lunghezze di 32,5 cm e un peso di oltre un chilogrammo.
Tale specie era stata trovata, ad oggi, solo vicino alle isole Spratly in Vietnam, sebbene si stima che potrebbe essere presente anche in altre parti del Mar Cinese Meridionale.
In passato erano una rarità e venivano venduti solo in rare occasioni ma sono diventati ormai ricercatissimi nei mercati ittici di alcuni Paesi asiatici. Gli isopodi giganti come il Bathynomus vaderi rappresentano una “prelibatezza” culinaria molto costosa in Vietnam.
Fino al 2017, erano un prodotto commerciale non particolarmente pregiato pescato nelle acque profonde del Bin ong (Mare Orientale, parte vietnamita del Mar Cinese Meridionale) e al largo delle province della costa centro-meridionale del Vietnam, ma negli ultimi cinque anni, l’attenzione dei media e della popolazione ne ha elevato interessi e prezzo.
Oggi è diventato di moda vederli vivi in alcuni mercati ittici di Hanoi, H Chi’ Minh City e a ‘Nng City ed alcuni negozi e ristoranti pubblicizzano la vendita anche online su varie piattaforme di social media, con consigli su come cucinarli al meglio. Alcuni dichiarano che questi “insetti marini” siano più buoni dell’aragosta a cui è accostato per le proprietà organolettiche.
I ricercatori li hanno scoperti visitando i mercati ittici e si sono resi conto di essere in presenza di una nuova specie di Bathynomus – più piccola dei più grandi che possono arrivare anche a 70 centimetri di lunghezza e oltre 1,5 chili di peso – caratterizzata da una testa che ricorda in molti aspetti l’iconico casco di of Darth Vader, il cattivo più popolare della saga di Star Wars.
A marzo 2022, l’Università di Hanoi ha acquistato quattro esemplari di isopodi giganti da Quy Nhn City e ne ha inviati due al Natural History Museum presso la National University of Singapore in cui ha sede un laboratorio di crostacei molto attivo per l’identificazione. All’inizio del 2023, l’ipotesi: il Darth Vader sarebbe una specie “inedita”, mai descritta fino ad ora. Oggi la ricerca che sembra confermarlo.
Il fatto che una specie animale così comune fosse rimasta a lungo sconosciuta, sottolineano gli stessi autori della ricerca, dimostra quanto lavoro ci sia ancora da fare per conoscere la biodiversità delle profondità marine.
Un’urgenza accresciuta dalla vendita sempre più diffusa di Bathynomus nei mercati, che insieme alla distruzione di alcuni habitat abissali a causa di pesca ed estrazioni minerarie, potrebbe metterne a rischio l’esistenza.