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Il Consiglio dei Ministri approva il piano filatelico 2025

Il Consiglio dei Ministri approva il piano filatelico 2025

I francobolli sono emessi dallo Stato attraverso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy

Il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Sen. Adolfo Urso, il Piano filatelico per il 2025. Il decreto presidenziale autorizzativo dell’emissione di carte-valori postali commemorative e celebrative è stato elaborato dal Mimit sulla base delle proposte pervenute, acquisito anche il parere della Consulta sulla filatelia.

Fra le emissioni celebrative, saranno dedicati francobolli all’80° anniversario della Liberazione, al Giubileo 2025, alla Giornata mondiale della sicurezza e della salute sul lavoro, a Europa 2025, al quinto centenario della Battaglia di Pavia, al 185° Reggimento Paracadutisti Acquisizione Obiettivi “Folgore”, al Corpo delle Capitanerie di Porto, alla distruzione della città di Zara e all’Ordine Militare d’Italia.

Nel corso dell’anno saranno poi emessi francobolli commemorativi per celebrare il centenario della nascita di Rocco Chinnici e Giovanni Spadolini, i 200 anni dalla nascita di Benedetto Cairoli e Luciano Manara, il quarto centenario della nascita di Giovanni Domenico Cassini, i 500 anni dalla nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina, il 550° anniversario della nascita di Michelangelo Buonarroti e il 50° anniversario della scomparsa di Sergio Ramelli.

Alle carte-valori postali commemorative e celebrative, autorizzate con decreto del Presidente della Repubblica, si affiancheranno i francobolli ordinari appartenenti a diverse serie tematiche, autorizzati direttamente dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

A norma di legge, i francobolli sono emessi dallo Stato attraverso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, mentre all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. spetta il compito di realizzare i bozzetti e stampare le carte-valori postali. Alla concessionaria pro-tempore del servizio postale (Poste Italiane S.p.A.) è affidata la successiva fase di commercializzazione attraverso la distribuzione di ogni nuova emissione nella rete degli uffici postali del Paese.

 

 

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La Perla, Mimit: raggiunto accordo tra le procedure, un solo acquirente per tutti gli asset

La Perla, Mimit: raggiunto accordo tra le procedure, un solo acquirente per tutti gli asset

Urso: “la strada giusta per salvare un simbolo del Made in Italy”. Bergamotto: “accordo decisivo dopo mesi di intenso lavoro”

Punto di svolta nella vertenza La Perla. Dopo mesi di intenso lavoro tra il Mimit, i commissari, i curatori italiani e i joint liquidators che gestiscono le procedure di insolvenza legate al gruppo La Perla, le parti hanno raggiunto un accordo per cedere unitariamente tutti gli asset del conglomerato aziendale. Ciò apre ora la strada alla pubblicazione di un avviso finalizzato alla ricerca di un player interessato alla reindustrializzazione.

“Grande soddisfazione per questo significativo accordo, per il quale desidero ringraziare i commissari italiani e i liquidatori italiani e britannici, che ci permetterà di tenere uniti il marchio con le competenze dei lavoratori”, ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Sen. Adolfo Urso, che ha presieduto a Palazzo Piacentini l’incontro odierno con tutte le parti coinvolte. “Siamo riusciti a conseguire un risultato tutt’altro che scontato, destinato a diventare un caso che farà scuola” ha aggiunto il Ministro, “questa è la strada giusta per salvare l’azienda e rilanciare un simbolo del Made in Italy”.

Per la prima volta, procedure diverse per finalità e nazionalità, includendo persino uno scenario extra-UE, si sono armonizzate sotto la regia del Mimit con l’obiettivo di fornire una risposta industriale a uno dei principali marchi del Made in Italy, valorizzando al contempo le competenze delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti.

“Dopo mesi di intenso e complesso lavoro siamo riusciti a raggiungere un accordo decisivo, aprendo la strada al rilancio di uno storico marchio del Made in Italy”, è il commento del sottosegretario di Stato con delega alle crisi d’impresa, Fausta Bergamotto. “Ringrazio tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito al conseguimento di questo importante traguardo” ha concluso Bergamotto.

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Tiktoker usa in subbuglio per il ban del social, un mercato da 20 miliardi di dollari

Tiktoker usa in subbuglio per il ban del social, un mercato da 20 miliardi di dollari

Di fronte al rischio che TikTok venga messo al bando i tiktoker più famosi sono in subbuglio. Molti sperano che una soluzione venga trovata all’ultimo momento, altri sono pronti a spostarsi su altre piattaforme. Del resto alcuni di loro sono così famosi che i follower li seguirebbero ovunque. Tra questi Charli D’Amelio, la regina dei TikToker statunitensi, con 155 milioni di follower, che le hanno già consentito di fare il salto nel business dell’intrattenimento. È la protagonista, assieme ai suoi parenti, di un reality show TV, The D’Amelio Family.

È difficile calcolare il giro d’affari che TikTok muove, secondo la piattaforma, 20 miliardi di dollari negli Stati Uniti, dove gli utenti sono 170.000.000. A rischio i 7000 dipendenti americani. In teoria il bando consentirebbe a chi ha già scaricato l’app di continuare ad usarla, ma ByteDance, la casa madre, minaccia di spegnerla domani stesso per evitare di incorrere in sanzioni. Di certo senza una deroga l’app sparirà da Applestore e Googleplay: senza aggiornamenti e nuovi utenti il social è destinato a perdere mercato.

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Ericsson e gli operatori tlc insieme sulle Api di rete: Bartolo a capo della newco Aduna

Ericsson e gli operatori tlc insieme sulle Api di rete: Bartolo a capo della newco Aduna

Un manager di lungo corso nel settore tecnologico, con più di 30 anni di esperienza nello sviluppo di aziende globali, nella guida di nuove strategie commerciali e nella motivazione di team interfunzionali: è Anthony Bartolo il ceo di Aduna, la newco che vede collaborare per lo stesso obiettivo Ericsson e alcuni dei principali operatori di telecomunicazioni a livello globale con l’obiettivo di spingere sull’adozione e sull’innovazione delle interfacce di programmazione delle applicazioni di rete, le cosiddette “Api”. Il manager entrerà ufficialmente in carica il 20 gennaio. Il gruppo dei primi operatori internazionali che hanno aderito al progetto comprende América Móvil, AT&T, Bharti Airtel, Deutsche Telekom, Orange, Reliance Jio, Singtel, Telefonica, Telstra, T-Mobile, Verizon e Vodafone.

Il curriculum di Bartolo

Prima dell’incarico di amministratore delegato di Aduna, Bartolo era stato chief operating officer di Vonage e di Bandwidth. In precedenza aveva ricoperto il ruolo di executive vice president e chief product officer di Avaya, che ha accompagnato nell’adozione del modello di business basato sul Software as a Service, con un aumento significativo del fatturato e l’acquisizione di una serie di nuovi clienti. In Tata Communications, prima di approdare in Avaya, era stato tra le altre cariche presidente della Mobilità e di chief product officer.

Le strategie di Aduna

Il lancio della newco risale al settembre 2024, quando era stata svelata la “vision” del progetto: combinare e vendere API di rete a livello globale, pensando a nuove applicazioni in grado di funzionare ovunque e su qualsiasi rete, consentendo agli sviluppatori di innovare molto più rapidamente e facilmente. “Le funzionalità di rete avanzate facilmente accessibili – spiega Ericsson in una nota – apriranno la prossima frontiera dell’innovazione, consentendo agli sviluppatori di creare nuovi casi d’uso in diversi settori”.

Accelerare sull’onboarding dei partner

“Anthony è un leader tecnologico riconosciuto a livello mondiale con una comprovata esperienza nell’esecuzione di strategie di successo in aziende in rapida evoluzione – afferma Niklas Heuveldop, responsabile della Business Area Global Communications Platform di Ericsson – La sua straordinaria esperienza intersettoriale nei settori tecnologico, operativo e commerciale lo rende particolarmente adatto a realizzare la visione di Aduna. Siamo entusiasti del fatto che Anthony sia entrato in azione per accelerare ulteriormente l’onboarding dei partner della piattaforma per sviluppatori, consentendo a milioni di sviluppatori di accedere a funzionalità di rete avanzate e di guidare la prossima ondata di innovazione dei servizi attraverso API comuni nelle reti di partner leader del settore in tutto il mondo”.

Cavalcare la prossima ondata tecnologica

“Aduna è in prima linea nella prossima ondata tecnologica – aggiunge il neo Ceo – Fornire agli sviluppatori un accesso ubiquo a funzionalità di rete aperte e programmabili attraverso API comuni consentirà loro di innovare su scala globale e di creare valore per le imprese, i loro clienti e il settore delle telecomunicazioni. Queste applicazioni nuove e più avanzate creeranno esperienze migliori per i clienti, apriranno nuovi flussi di entrate, funzioneranno senza soluzione di continuità ovunque nel mondo e forniranno alle aziende modi innovativi e differenzianti di operare. Sono onorato di guidare Aduna verso una…

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Mimit, Bergamotto inaugura a Firenze la Casa del Made in Italy

Mimit, Bergamotto inaugura a Firenze la Casa del Made in Italy

Il sottosegretario: “Favorirà le sinergie tra cittadini, imprese e istituzioni”

Favorire un contatto diretto tra i territori e le direzioni generali centrali del Dicastero allo scopo di offrire informazioni e assistenza alle imprese e ai cittadini e promuovere gli investimenti, per sviluppare ancora di più il tessuto produttivo locale.
È la mission della Casa del Made in Italy di Firenze, inaugurata ieri presso la loggia monumentale al primo piano di via Pellicceria 3, dal sottosegretario alle Imprese e al Made in Italy Fausta Bergamotto. Alla manifestazione, organizzata dell’Ispettorato territoriale della Toscana, hanno partecipato le istituzioni locali, tra cui il presidente della Regione, Eugenio Giani, e rappresentanti del mondo imprenditoriale.

La celebrazione è avvenuta alla vigilia del grande evento fiorentino “Pitti Uomo”. Dopo il taglio del nastro, il sottosegretario Bergamotto ha proceduto all’annullo di un timbro celebrativo dell’evento raffigurante l’uomo vitruviano e il giglio fiorentino.

“Firenze è la quattordicesima città nella quale viene inaugurata una Casa del Made in Italy – ha sottolineato Bergamotto -. Questa struttura rappresenta un punto di incontro per creare sinergie tra imprese, cittadini, istituzioni, università, camere di commercio e Case delle tecnologie emergenti, al fine di raccogliere e monitorare le sensibilità territoriali in campo economico. Sarà un collegamento diretto con le direzioni generali del Ministero: le sue competenze sono qui a disposizione per il rilancio del Made in Italy”.

Il nuovo spazio non solo fornirà assistenza continuativa alle imprese del territorio, aiutandole a sfruttare al meglio gli incentivi pubblici, ma favorirà un dialogo continuativo tra istituzioni e mondo imprenditoriale. Per l’evento, il Centro di Competenza toscano Artes 4.0 ha allestito un angolo espositivo con alcune delle tecnologie emergenti in sperimentazione, per facilitarne il successivo trasferimento al tessuto imprenditoriale della Regione.

 

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AR 3964: nuova macchia solare grande due volte la Terra. Possibili tempeste geomagnetiche e aurore

AR 3964: nuova macchia solare grande due volte la Terra. Possibili tempeste geomagnetiche e aurore

Individuata una nuova macchia solare, chiamata AR 3964, che, in poche ore, ha raggiunto dimensioni che doppiano quelle della Terra. 

Le macchie solari si formano quando intensi campi magnetici emergono dall’interno del Sole e creano aree con temperature più basse rispetto alla superficie circostante (circa 3.700 °C rispetto ai 5.500 °C della fotosfera) e sono delle regioni scure visibili sulla superficie solare.  

La macchia solare AR 3964

La AR 3964 ha 14 macchie visibili per una dimensione complessiva di 450 unità su scala NOAA, un sistema che misura l’estensione delle macchie solari in MH (ovvero milionesimi dell’emisfero solare: 1000MH corrispondono a 3.043,7 milioni di chilometri quadrati). Considerando che la Terra è di 170 MH, la nuova macchia solare, rivolta verso di noi,  è grande circa 2,65 volte il nostro pianeta e questo significa che potrebbe aumentare il rischio di impatti diretti in caso di brillamenti solari (violente eruzione di materia che esplode dalla fotosfera) o espulsioni di massa coronale.

I fenomeni possibili e le conseguenze sulla Terra

I brillamenti solari, causati dal rilascio di campi magnetici instabili, possono generare tempeste geomagnetiche (come accaduto la scorsa primavera) e portare aurore mozzafiato anche in Italia. 

 

Le emissioni protoniche, invece, sono particelle cariche ad alta energia che possono viaggiare lungo le linee magnetiche e danneggiare satelliti o influire sugli astronauti nello spazio. La probabilità di tali emissioni è del 5%, mentre quelle di brillamenti sono alte: l’85% delle possibilità per brillamenti di classe C (di bassa intensità), del 40% per brillamenti di classe M (moderata intensità) e del 15% per brillamenti di classe X (alta intensità). 

I cicli solari

Gli eventi sopra citati avvengono durante le fasi attive del ciclo solare: processo naturale che dura undici anni e regola l’attività del Sole. 

Il ciclo alterna il succedersi di fenomeni come le macchie, che possono essere di numero più o meno significativo. Ora ci troviamo all’interno di un ciclo piuttosto attivo, con un numero giornaliero di macchie solari che ha spesso superato le 250 unità. Infatti, il 9 agosto 2024, è stato registrato un picco di 380 macchie: il valore più alto dal 1991. Quello attuale è il 25° ciclo solare, iniziato nel dicembre del 2019.

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Crosetto: “Nessun accordo con Space X, ma Difesa obbligata a integrare satelliti in orbita bassa”

Crosetto: “Nessun accordo con Space X, ma Difesa obbligata a integrare satelliti in orbita bassa”

La Difesa italiana non ha sottoscritto alcun accordo con Musk. Lo ha sottolineato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, durante il question time alla Camera.

“La presidenza del Consiglio dei Ministri ha già smentito con una nota che siano stati firmati contratti o siano stati conclusi accordi tra il governo italiano e la società SpaceX – ha puntualizzato Crosetto – Colgo anche l’opportunità per precisare che, diversamente da quanto avrebbe riportato Bloomberg, la Difesa non ha approvato alcun accordo al riguardo”.

Crosetto: “Obbligati a integrare capacità con satelliti a orbita bassa”

“Per quanto d’interesse del mio Dicastero, giova inoltre evidenziare che le nostre Forze Armate sono chiamate spesso ad operare a tutela degli interessi nazionali, oggi più che mai, anche a grande distanza dall’Italia e non sempre in presenza di adeguati servizi e infrastrutture. Nell’anno appena concluso – ha spiegato – a titolo di esempio, siamo stati presenti nel quadrante indo-pacifico, in Africa, Medio Oriente, nord Europa ed est Europa, ponendo in essere attività che richiedono comunicazioni affidabili, sicure e continue, nonché connettività e servizi di posizionamento e navigazione. In ambito nazionale, a livello militare, detti servizi vengono erogati grazie a sistemi in orbita geostazionaria (Sicral) che, sebbene affidabili, offrono copertura geografica e banda limitate”.

“Ne consegue che la Difesa è interessata, anzi obbligata forse, a integrare tale capacità con quelle fornite da satelliti in orbita bassa, che offrono maggiore continuità e copertura e minor tempo di latenza. In merito, l’Autorità delegata per lo Spazio ha dato mandato all’Asi di avviare uno studio teso a sviluppare tali servizi, esplorando ogni possibile soluzione presente al mondo – ha proseguito – A livello europeo, rammento che il programma più noto di connettività sicura, appena avviato e noto come Iris2, prevedrà, a regime, circa 290 satelliti, con tempi di realizzazione ancora da quantificare e che comunque oggi si collocano oltre il 2030. Le citate iniziative, di grande interesse per la Difesa, quando disponibili, potranno certamente contribuire ad assicurare quanto necessario alle nostre Forze Armate.

Il ruolo di Space X

“Per quanto precede, sussiste quindi l’esigenza di studiare e valutare ogni soluzione tecnicamente atta a fornire le capacità, quantomeno nelle more del completamento dei programmi proprietari e/o di collaborazione. Relativamente a Space X, che conta oltre 6.700 satelliti in orbita bassa e ha una previsione di 42.000, è ad oggi un operatore che riunisce i requisiti e possiede le capacità necessarie per fornire i servizi in parola. Ma questo non esclude che un Paese sovrano e tecnologicamente avanzato come il nostro, possa gestire l’istradamento e la cifratura dei suoi dati sensibili, utilizzando apparati e tecnologie proprietarie, a ulteriore tutela degli interessi nazionali. Soggiungo infine che, laddove il Governo dovesse optare per soluzioni commerciali a vantaggio anche di altri Dicasteri e Istituzioni, qualora il governo dovesse orientarsi e optare su questo, la Difesa attiverà un tavolo tecnico dedicato per approfondire la sussistenza dei requisiti specifici necessari a soddisfare le esigenze peculiari dello strumento militare”.

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Spazio, in orbita verso la Luna il primo ricevitore satellitare Made in Italy

Spazio, in orbita verso la Luna il primo ricevitore satellitare Made in Italy

Urso: “Italia protagonista anche nel futuro delle missioni lunari”

L’Italia ancora una volta protagonista con il primo strumento interamente Made in Italy prossimo a sbarcare sulla Luna, progettato per testare le connessioni nello spazio profondo”. Lo ha dichiarato il ministro delle Imprese e Made in Italy, sen. Adolfo Urso, autorità delegata alle Politiche Spaziali e Aerospaziali, commentando il lancio di LuGRE (Lunar GNSS Receiver Experiment), il ricevitore di navigazione satellitare di ultima generazione, frutto della collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana e la NASA. “Con questo esperimento di frontiera e sfidante, che fornirà un contributo significativo alla preparazione delle future missioni lunari – ha aggiunto Urso – si apre quello che si preannuncia un anno d’oro per l’Italia nello spazio”.

L’innovativo dispositivo satellitare, progettato e realizzato dalla nostra Qascom per conto di Asi, è stato lanciato alle 7.11 (ora italiana) dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida. Atterrerà sul suolo lunare all’inizio di marzo e avrà come obiettivo quello di ricevere e inviare i segnali dei satelliti di radionavigazione GPS e Galileo che arrivano dalla Terra e dai dispositivi in orbita.

La missione odierna segue di poche ore il lancio, avvenuto con successo, del test satellite Pathfinder Hawk for Earth Observation della costellazione Iride, realizzato dall’azienda italiana Argotec, che è partito ieri sera alle 20.09 (ora italiana) dalla base californiana di Vandenberg. Un’operazione, questa, che farà da apripista a Iride, il programma per l’osservazione della Terra realizzato dall’Esa in collaborazione con l’Asi voluto dal Governo italiano e finanziato con i fondi del Pnrr, e alle future missioni lunari internazionali.

 

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In Perù è stato trovato un antenato dello squalo bianco risalente a 9 milioni di anni fa

In Perù è stato trovato un antenato dello squalo bianco risalente a 9 milioni di anni fa

Un tempo abitava le acque del Pacifico meridionale ed era ghiotto di sardine. Secondo i paleontologi peruviani, quello trovato nel bacino di Pisco, circa 235 chilometri a sud di Lima, è l’esemplare di un antenato del grande squalo bianco.

Il fossile quasi completo del Cosmopolitodus Hastalis svelato alla stampa lunedì risale a 9 milioni di anni fa. Un esemplare adulto poteva raggiungere quasi i sette metri di lunghezza con mascelle enormi e denti aguzzi fino a quasi 9 centimetri.

Cesar Augusto Chacaltana, ingegnere dell’Istituto geologico e minerario del Perù (INGEMMET), ha detto che i resti dello squalo mostrano una “fossilizzazione eccezionale”.

Il paleontologo Mario Urbina ha sottolineato che nello stomaco del fossile sono stati trovati resti di numerose sardine. Urbina ha spiegato che, poiché all’epoca in cui lo squalo si aggirava per i mari e gli oceani non esistevano ancora le acciughe, le sardine costituivano una dieta base per i predatori marini.

Il fossile quasi completo del Cosmopolitodus Hastalis è stato trovato a 235 km a sud di Lima, nel bacino di Pisco in Perù, un’area calda e desertica famosa per le frequenti scoperte di antiche specie marine.

Il bacino di Pisco, un’area calda e desertica che si estende per centinaia di chilometri lungo la costa meridionale del Perù, è famosa per le frequenti scoperte di antiche specie marine.

A novembre, è stato presentato il fossile di un giovane coccodrillo vissuto più di 10 milioni di anni fa. Nell’aprile dello scorso anno, alcuni ricercatori hanno svelato il cranio fossile del più grande delfino di fiume finora conosciuto, un animale che abitava l’Amazzonia circa 16 milioni di anni fa. 

Due anni fa, un gruppo internazionale di scienziati guidato dai paleontologi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa ha presentato il Paracetus colossus, un antico gigante marino che poteva rivaleggiare in stazza con l’odierna balenottera azzurra.

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