Green data center per spingere la twin transition: rinnovabili e AI i pilastri della svolta

Green data center per spingere la twin transition: rinnovabili e AI i pilastri della svolta

La trasformazione digitale e la sostenibilità ambientale sono due temi strettamente connessi e interdipendenti. Non esiste un’area dei nostri stili di vita che non dipenda da un’infrastruttura digitale, e i data center costituiscono la spina dorsale del mondo interconnesso. In questa prospettiva, il Polo Strategico Nazionale mette in evidenza il ruolo cruciale dei Green Data Center nel favorire la cosiddetta “twin transition” – la transizione digitale e green.

La rivoluzione sostenibile: i Green Data Center

I Green Data Center sono uno dei pilastri fondamentali per la rivoluzione sostenibile. Le loro tecnologie permettono di ridurre l’impatto ambientale grazie al riciclaggio dei materiali, all’efficienza energetica, all’uso di energie rinnovabili e all’implementazione di innovativi sistemi di raffreddamento. Queste caratteristiche si traducono in benefici economici, ambientali e sociali, rendendo i Green Data Center strutture resilienti capaci di adattarsi alla scarsità delle risorse energetiche senza compromettere le prestazioni.

Sistemi di cooling e AI

I Data Center ospitano sistemi IT che generano enormi quantità di calore e richiedono un grande consumo di acqua per essere raffreddati. Su un’iperscala, i Data Center possono utilizzare fino a 1,7 milioni di litri di acqua al giorno, esercitando una pressione significativa sulle risorse attuali. I Green Data Center, invece, vantano tecnologie di raffreddamento avanzate che mirano a limitare l’uso delle risorse energetiche. Tra gli approcci innovativi troviamo il free cooling, che sfrutta le basse temperature esterne per raffreddare l’interno, evitando l’uso di compressori o condizionatori; il raffreddamento ad acqua, che riduce i consumi energetici rispetto al raffreddamento ad aria; il raffreddamento a liquido immersivo, che prevede l’immersione dei componenti informatici in un fluido dielettrico o in olio dielettrico.

Un ruolo fondamentale in questi sistemi è giocato dall’intelligenza artificiale (AI). L’AI analizza i sistemi e ottimizza l’energia, distribuendo in maniera sistematica le risorse e riducendo gli sprechi. I modelli di intelligenza artificiale apprendono dai dati e mettono in relazione i modelli di consumo energetico con carichi di lavoro e temperatura, stabilendo così fondamentali modelli predittivi.

Parola d’ordine: sostenibilità

L’adozione del Cloud Computing supporta il cambiamento verso la green technology tramite implementazioni come il provisioning dinamico, che permette di prevedere la domanda di risorse applicative e di allocare solo quelle necessarie, e la virtualizzazione, che consente di ospitare più applicazioni sullo stesso server riducendo il numero di tecnologie attive. Nel Green Cloud Computing rientrano tutte quelle pratiche finalizzate alla produzione di un’impronta ecologica minima, soluzioni che ottimizzano i consumi energetici, gli sprechi e i rifiuti generati, promuovendo così l’economia circolare.

Una sostenibilità certificata

Per definire sostenibile un Data Center esistono certificazioni internazionali. Nello specifico, la Iso 14001 definisce i requisiti per i sistemi di gestione ambientale, mentre la Iso 50001 specifica i requisiti per i sistemi di gestione dell’energia o Sge. Oltre alle certificazioni Iso, è importante anche l’adesione al programma Leed, un sistema riconosciuto a livello mondiale che valuta e promuove la progettazione e la gestione sostenibile, efficiente dal punto di vista energetico e a basso impatto ambientale degli edifici destinati all’hosting di infrastrutture IT.

Il Polo Strategico Nazionale ha conseguito…

Source

Cybersecurity, le Tlc primo bersaglio degli hacker

Cybersecurity, le Tlc primo bersaglio degli hacker

Il bersaglio preferito dai criminali informatici nei primi sei mesi del 2024 è stato il mondo delle telecomunicazioni, seguito da quello dei mass media e da quello delle costruzioni. A evidenziarlo sono i dati publicati da Kaspersky Managed Detection and Response, dai quali emerge che nel settore delle Tlc si sono verificati 284 incidenti di cybersicurezza ogni 10mila sistemi analizzati, contro i 180 nel campo dei mass media e i 179 delle costruzioni. L’alimentare e l’industriale chiudono il gruppo con 122 1 121 incidenti.

Nel mirino i dati sensibili degli utenti

“Un attacco riuscito, soprattutto se avanzato, a un’azienda di telecomunicazioni può esporre i dati di milioni di clienti, compresi dettagli di contatto e le informazioni sulle carte di credito – evidenzia Sergey Soldatov, head of Kaspersky Managed Detection and Response – Inoltre, può servire da trampolino di lancio per ulteriori attacchi ai clienti attraverso lo sfruttamento di relazioni di fiducia. Ecco perché questo settore è così interessante per i criminali informatici”.

“Le organizzazioni dei mass media, a loro volta, diventano un obiettivo sempre più frequente durante i conflitti internazionali – prosegue Soldatov – spesso caratterizzati da una vera e propria guerra dell’informazione in cui svolgono un ruolo cruciale. Infine, ma non meno importante, le imprese di costruzioni hanno volumi di denaro significativi e si affidano a subappaltatori, rendendoli vulnerabili agli attacchi tramite infrastrutture di partner fidati e spear phishing”.

Gli incidenti critici

Le aziende di telecomunicazioni rimangono in prima posizione anche se si considerano soltanto gli incidenti “critici”, 32 ogni 10mila sistemi secondo i dati di Kaspersky, contro i 12 dell’IT e gli otto del settore governativo. “Gli incidenti critici sono attacchi provocati dall’uomo – spiega Soldatov – o minacce malware che hanno un impatto significativo potenziale o effettivo sull’infrastruttura aziendale”.

Aziende sempre più preparate contro le minacce informatiche

Dai dati pubblicati da Kaspersky emerge anche come le Telco siano sempre più preparate a prevenire e affrontare le minacce informatiche, affidandosi ad approcci come la valutazione delle vulnerabilità e i test di penetrazione, che hanno migliorato la sicurezza complessiva e hannocontribuito a una leggera diminuzione del numero di incidenti che si sono verificati nella prima metà dell’anno.

Cyberattacchi e conflitti mondiali

“I cyberattacchi rispecchiano tipicamente i conflitti globali, soprattutto quelli determinati dall’uomo – conclude Soldatov – L’intensificarsi del panorama delle minacce nel periodo 2021-2022 ha portato a una maggiore attenzione alla cybersecurity da parte delle imprese e delle organizzazioni in vari ambiti, con conseguenti livelli di sicurezza più elevati grazie all’apprendimento dalle esperienze passate”

Source

Banda ultralarga mobile, a Bari le performance migliori. Poi Bologna e Milano

Banda ultralarga mobile, a Bari le performance migliori. Poi Bologna e Milano

ÈBari la città italiana che vanta le performance migliori sulla banda ultralarga mobile: secondo le rilevazioni semestrali dello Speedtest Connectivity Report di Ookla, il capoluogo pugliese ha infatti fatto registrare la velocità media di download mobile più veloce tra le città italiane più popolose, con 87,57 Mbps. Bologna è la seconda, seguita da Milano al terzo posto. All’altro estremo della scala, Firenze ha la velocità media di download mobile più lenta a 51,15 Mbps, seguita da Genova e Palermo. Fastweb è il provider più veloce in quattro città, seguito da Tim in una.

Ecco i principali highlights:

Fastweb il top leader, Vodafone vince sul 5G

Secondo il report, Fastweb risulta il provider mobile italiano più veloce in tutte le tecnologie combinate, con una velocità di download media di 122,53 Mbps basata su chipset moderni. Sul 5G, Vodafone ha registrato le velocità più elevate e la migliore esperienza di gioco mobile sul mercato.

Iliad è l’Isp fisso più performante in Italia

Iliad guida il mercato Isp fisso con un ampio margine, con una velocità di download media di 343,27 Mbps, davanti a Sky, che ha registrato 93,84 Mbps. Iliad inoltre offre le migliori esperienze video e di gioco di qualsiasi Isp in Italia, ed è la prima classificata dagli utenti di Speedtest nel mercato.

WindTre offre la più alta disponibilità 5G in Italia

WindTre fa invece registrare la più alta disponibilità 5G sul mercato. Il 63,5% dei suoi utenti con tariffe 5G ha trascorso la maggior parte del tempo sulla sua rete 5G. Il suo concorrente più vicino è Fastweb, con il 49,5% di disponibilità 5G.

Fastweb e Iliad: leader degli Isp fissi e mobili

Entrando più nel dettaglio di quanto emerge dal report, Fastweb e Iliad dimostrano di aver entrambe costruito notevoli vantaggi in termini di prestazioni rispetto alla concorrenza nei mercati Isp fissi e mobili in Italia, rispettivamente. Fastweb guida il mercato mobile con una velocità di download media di 122,53 Mbps nel 1H 2024 basata su chipset moderni, ben al di sopra del secondo classificato WindTre, che ha registrato 83,47 Mbps, e di Vodafone con 81,91 Mbps. Fastweb ha fatto inoltre registrare una velocità media di upload di 13,41 Mbps e una latenza di 58 ms.

Il divario tra il primo posto e il resto del mercato è stato ancora più netto nel mercato Isp fisso, dove Iliad registra 343,27 Mbps nel 1H 2024, davanti al secondo classificato Sky con 93,84 Mbps, sebbene Sky registri la latenza più bassa sul mercato, con una media di 18 ms.

Sebbene non sia riuscita a competere con Iliad in termini di prestazioni, il successo di Eolo nell’aumento della quota di mercato dimostra la domanda di una migliore connettività fissa nelle zone rurali dell’Italia. Il provider Fwa ha aumentato la sua performance mediana nel 1H 2024, registrando una velocità di download di 40,08 Mbps, in aumento rispetto ai 30,29 Mbps del 2H 2023.

Vodafone “regina” del 5G

Vodafone è il provider 5G più veloce in Italia durante il periodo analizzato, in base ai dati di Speedtest Intelligence,…

Source

Fibra ottica leva di sviluppo sostenibile, Mazzarella: “Open Fiber in campo con Net4Future”

Fibra ottica leva di sviluppo sostenibile, Mazzarella: “Open Fiber in campo con Net4Future”

Analizzare come gli obiettivi sociali emergenti possano essere trasformati in soluzioni tecnologiche per le reti e i servizi di telecomunicazione del futuro. È questo l’obiettivo del progetto Net4Future, sviluppato nell’ambito del programma di ricerca e sviluppo Restart, a cui partecipa Open Fiber in collaborazione con le principali Università tecniche, centri di ricerca nazionali ed altre importanti aziende italiane nell’industria delle telecomunicazioni.

Del ruolo cruciale di questa iniziativa per uno sviluppo sostenuto e allo stesso tempo sostenibile delle reti in fibra ottica, pilastro della digital transition, ne parliamo con Sara Mazzarella, Senior Regulatory Advisor della wholesale company.

Mazzarella, come si inserisce Net4Future nell’ambito di Restart?

Net4Future analizza le possibili direzioni di sviluppo delle reti di telecomunicazioni e dei servizi digitali evoluti, a partire dall’analisi dello stato attuale delle infrastrutture, della stagnazione del mercato e degli elementi di complessità del quadro regolatorio. E lo fa studiando le interazioni tra le evoluzioni tecnologiche, l’utilizzo delle tecnologie da parte degli utenti finali nonché i nuovi modelli di business e i possibili sviluppi normativi. Tutto questo per agevolare e incentivare la cooperazione tra tutti gli attori della filiera digitale. Net4Future è uno dei 14 progetti cosiddetti “strutturali” di Restart che fungono da “spina dorsale” del partenariato, consentendo a un numero significativo di partner di collaborare, integrando risultati provenienti da ambiti di ricerca eterogenei ma accomunati da una visione d’insieme sulle prospettive di sviluppo del settore. Restart è stato finanziato dal piano di intervento europeo NextGenerationEu con 116 milioni di euro di risorse stanziate dal Pnrr. Esso rappresenta il più importante programma di R&D pubblico mai realizzato in Italia nel settore Telecomunicazioni. La deadline è al 2026, ma posso anticipare che sono in corso discussioni all’interno della Fondazione sulla possibilità di estendere la durata dell’iniziativa anche dopo la naturale conclusione del Programma.

Quali sono i partecipanti al progetto Net4Future?

Il progetto è coordinato dall’Università degli Studi di Catania, che coinvolge, oltre ad Open Fiber, l’UniversitàAlma Mater Studiorum di Bologna, l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (Cnit) e le società Wind Tre e Prysmian. Non sono coinvolti, dunque, solo gli operatori di Tlc ma anche altre aziende che si occupano di servizi abilitati dalle tecnologie digitali: da quelli offerti nell’ambito delle comunità energetiche o nelle smart cities, a quelli legati alla sfera più personale del cittadino, dalla Sanità alla Pubblica Amministrazione. E dal coinvolgimento di tutta la filiera si evince la trasversalità di un progetto che ha l’ambizione di accelerare i processi di digitalizzazione e di innovazione nel nostro Paese, anche in considerazione della dimensione sociale e culturale che i servizi di connettività possono assumere.

Perché per Open Fiber è importante partecipare a Net4Future?

Perché ha un modello di business interamente focalizzato sulla fibra ottica, il vero propulsore dell’innovazione digitale. Nell’ambito del progetto, Open Fiber non ha soltanto contribuito alle attività di ricerca ma ha condiviso anche il proprio punto di vista su come dovrebbe evolvere la regolamentazione affinchè questa sia future proof e quali potrebbero essere le nuove…

Source

Quantum security e intelligenza artificiale, ecco dove investire nel 2025

Quantum security e intelligenza artificiale, ecco dove investire nel 2025

Secondo le Forrester’s 2025 Budget Planning Guides, si prevede un aumento della spesa per il 2025, nonostante i tassi di interesse elevati, le tensioni sul mercato del lavoro e l’incertezza elettorale negli Stati Uniti. Il 91% dei decision-makers e l’87% dei responsabili marketing globali si aspettano un incremento del budget. Tuttavia, la pressione per l’ottimizzazione della spesa e l’aumento dell’efficienza rimangono punti focali per le organizzazioni. Di conseguenza, per trarre il massimo valore dall’aumento dei budget, si deve investire in attività interfunzionali che abbiano un impatto maggiore sulla crescita dell’azienda.

Dove investire nel 2025

Le organizzazioni che allineano efficacemente i team di marketing, di digitale e di customer experience ottengono risultati significativamente migliori, con una crescita dei ricavi 1,6 volte più rapida e una fidelizzazione dei clienti 1,4 volte superiore rispetto a quelle meno allineate.

Per raggiungere ciò, si dovrebbe investire nei customer journey, creando un forte legame tra i team funzionali e le diverse business unit. In più, con l’adozione sempre più diffusa dell’IA, le aziende devono investire in politiche e strutture di governance per gestire l’accesso, l’uso, la condivisione, l’archiviazione e la conservazione dei dati, al fine di mantenere la fiducia di clienti e dipendenti. È essenziale anche investire in sicurezza e privacy attraverso tecniche come la crittografia avanzata e il mascheramento dei dati.

Priorità alla Sicurezza Post-Quantistica e IA

Poiché i criminali informatici accumulano dati sensibili vulnerabili agli attacchi quantistici, si dovrebbero seguire gli sviluppi della crittografia post-quantistica (Pq) e sperimentare soluzioni di sicurezza Pq per isolare le risorse critiche e proteggere la propria organizzazione dalle violazioni dei dati.

Per questo, secondo Sharyn Leaver, Chief Research Officer di Forrester, si dovrebbe continuare a sperimentare capacità di IA avanzate, senza focalizzarsi esclusivamente su queste. È prioritario investire in iniziative che possano portare beneficio all’intera azienda e stabiliscano una fiducia duratura con clienti e partner.

Dove diminuiranno gli investimenti

Nella customer experience spesso si incontrano difficoltà nel dare slancio e implementare efficacemente le Journey-mapping. Per affrontare questo problema, si dovrebbero ridimensionare le iniziative di mappatura del percorso prive di obiettivi chiari.

Source

Italtel, Nextalia accetta la proposta di acquisto di Digital Value

Italtel, Nextalia accetta la proposta di acquisto di Digital Value

Supportare le aziende sui rispettivi mercati di riferimento, preservandone l’indotto. E’ questo l’obiettivo che ha spinto Nextalia ad accettare la proposta di acquisto vincolante presentata da Digital Value per Italtel e a cedere la continuità aziendale di gruppo Psc e del ramo d’azienda relativo all’energia al consorzio Arcipelago. “Le operazioni – si legge in una nota –  testimoniano la mission di Nextalia che mira a consolidarsi come player di riferimento nel settore degli investimenti privati, supportando il tessuto produttivo del sistema-Paese.

L’obiettivo delle operazioni

Le operazioni, spiega Nextalia in una nota, rientrano nelle attività di gestione del fondo Nextalia Credit Opportunities nell’ambito dell’operazione di assunzione del concordato preventivo di Gruppo PSC e “sono in linea con la strategia del Fondo finalizzata a supportare le aziende target”.

La cessione di Italtel a Digital Value, spiega ancora Nextalia, operatore di riferimento in Italia nel settore Ict per il segmento pubblico e privato, “contribuirà a rafforzarne il posizionamento competitivo con competenze tecnologiche distintive e professionalità qualificate che soddisfino le differenti esigenze dei clienti nelle varie fasi del processo di trasformazione digitale, con la cessione che ora rimane soggetta “all’erogazione del financing e all’approvazione delle autorità competenti in materia antitrust e golden power”.

Quanto poi alla continuità aziendale di Gruppo Psc, spiega ancora Nextalia, è stata acquistata per il ramo energia da Arcipelago, primario consorzio italiano attivo nella realizzazione di infrastrutture, con l’obiettivo di consolidare il proprio posizionamento, e per le restanti linee di business dal consorzio Conpat, che consolida importanti realtà imprenditoriali nell’ambito della progettazione e realizzazione di opere pubbliche, al fine di integrare la propria offerta di prodotti e servizi.

L’offerta di Digital Value

L’offerta vincolante di Digital Value, presentata il 31 luglio, prevede l’acquisizione del 100% del capitale sociale di Italtel attualmente detenuto, per una partecipazione pari a circa il 71,38% del capitale sociale, da Nextalia, e per una partecipazione pari a circa il 28,62% del capitale sociale da Clessidra Capital Credit Sgr, di cui Nextalia si è impegnata a procurare la vendita, a fronte di un corrispettivo complessivo fisso, non soggetto ad aggiustamenti, pari a complessivi 120 milioni euro, da pagarsi in due trance: 90 milioni alla data del closing dell’operazione, e 30 milioni alla data del 20 giugno 2025.

Source