Da segno di riconoscimento, la «Z» è diventata un simbolo patriottico di sostegno ai soldati e alle decisioni del tiranno
Zeta come… Cosa significa quella «Z» tracciata sui blindati e sui furgoni russi in Ucraina e che non è neppure una lettera dell’alfabeto cirillico? L’ha spiegato molto bene Stefano Montefiori : «Z» sta per Zapad (ovest, la direttrice principale dell’invasione). È caduta l’ipotesi che fosse una sorta di beffa nei confronti del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, un po’ come quando si scriveva il nome del nemico sui missili destinati ai bombardamenti. Da segno di riconoscimento, la «Z» è diventata un simbolo patriottico di sostegno ai soldati e alle decisioni del tiranno. Non è la prima volta che la «Zeta» diventa emblema. La «Z» più famosa è quella di Zorro (volpe), alias Don Diego de La Vega, nato dalla penna geniale di Johnston McCulley che lo ha tratteggiato, dipinto e trasformato nell’eroe mascherato più famoso fra i personaggi avventurosi. La storia del cinema è piena di Zorro: Douglas Fairbanks, Tyrone Power, Alain Delon, Antonio Banderas (con Catherine Zeta Jones), Franco Franchi.
Grande dilemma: Zorro fa la zeta perché si chiama Zorro, o si chiama Zorro perché fa la zeta di Zorro? Una cosa è certa: le mascherine anti-Covid ci hanno dimostrato definitivamente come Don Diego de La Vega fosse riconoscibilissimo anche coprendosi gli occhi. Ci sarebbe anche «Z. L’orgia del potere» (1969), un film di denuncia del greco Costa Gravas sulla prepotenza di un regime autoritario: la lettera «?» in greco antico significa «è vivo». C’era anche un talk show di Gad Lerner che si chiamava «Zeta» (omaggio al «cinema democratico»), una sorta di monologo mascherato da discussione. Per non parlare del film di animazione «Z la formica» (1998), storia dell’emancipazione operaia e del trionfo dell’amore, una sorta di «favola morale». La lettera Z è l’ultima dell’alfabeto latino, sesta dell’alfabeto ellenico, deriva dal segno fenicio «zain» che significa arma (anche in ebraico). E qui torniamo ai blindati e il cerchio si chiude.
La storia portata alla luce dal Movimento Difesa dei cittadini. «Ci dovrebbe essere sempre proporzionalità tra violazione e sanzione», osserva il presidente Antonio Longo
Dalla multa pagata mancano 40 centesimi: dopo tre anni, quella infinitesimale parte non corrisposta lievita fino a 78 euro, che oggi il contribuente deve pagare, pena la nullità del primo versamento, nel 2019, di una sanzione tutto sommato minima: 29 euro.
Storia di cifre e cavilli e ottusità, alimentata da un particolare che fa cinicamente sorridere: la calligrafia pessima del vigile, che avrebbe fatto male interpretare la somma finale da versare. Così, senza nessun avviso di irregolarità, il cittadino ha ricevuto da Equitalia una cartella di 78,43 euro (i 43 centesimi presterà massima attenzione a rifonderli, stavolta).
«Pagherà in percentuale quasi il 20mila % in più — osserva calcolatrice alla mano Antonio Longo, presidente del Movimento Difesa del cittadini —. Ci dovrebbe essere sempre proporzionalità tra violazione e sanzione. E una pubblica amministrazione amica o un fisco amico dovrebbero avvertire “bonariamente” il cittadino dell’errore o della dimenticanza, o addirittura annullare la sanzione, vista l’esiguità della cifra. Sottoporremo il caso ai ministri Franco e Brunetta chiedendo un cambiamento della norma». Termini — amico e amica — che sanno di spot cui mai è stato dato compimento.
I fatti risalgono al 18 aprile 2019, quando l’auto parcheggiata in uno spazio riservato al mercato viene multata alle 7 e 10 del mattino e rimossa. Il proprietario, meno di due ore dopo, alle 9 dello stesso giorno, va a ritirare l’automezzo pagando le spese del carro attrezzi e del deposito, per un totale di 250 euro. Il giorno successivo salda in tabaccheria anche la multa scritta a mano lasciatagli sul parabrezza dai vigili urbani del comando Aurelio. Sta entro i cinque giorni, infrazione ridotta: 29 euro. Anzi, 29,40. Centesimi sfuggiti, evaporati, ignorati, che gli costano l’iscrizione al ruolo esattoriale e la successiva notifica della cartella da parte dell’Agenzia della riscossione. Roba da far tremare anche il più sicuro di sé.
Seguono pec su pec. Una scalata fino all’Ufficio avviso bonario che risponde: «Ora non è in vigore la procedura, comunque non impugnabile e non sospensiva di alcun termine perentorio». Il contribuente prende in mano uno humour residuo e risponde: «Ma quale atteggiamento amichevole, come si declama da anni da parte dei vari ministri! Amate vessare, questa è la verità». E la decisione di raccontare tutto al Movimento difesa del cittadino, associazione di consumatori e utenti fondata nel 1987 per tutelare da ogni forma di abuso e abituata alla volubilità delle parole. Specie quelle della burocrazia.
di Lorenzo Cremonesi, Marco Imarisio, Andrea Nicastro, Marta Serafini, Fabio Postiglione Claudio Del Frate
Le ultime news in tempo reale di martedì 8 marzo: Biden contro Putin, pronte nuove sanzioni. La Cina e il Vaticano in campo per fermare la guerra contro l’Ucraina
Questo live è stato chiuso a mezzanotte di martedì 8 marzo. Trovate qui le ultime notizie in diretta sulla guerra di mercoledì 9 marzo
• La guerra tra Russia e Ucraina è al tredicesimo giorno: in queste ore, in 5 città, sono aperti corridoi per far uscire i civili. Ma Kiev accusa ancora i russi di bombardare le colonne di civili che lasciano le città. • Sul fronte delle sanzioni, gli Stati Uniti si preparano all’embargo petrolifero contro Putin. Ieri la Russia ha diramato una lista di «Paesi ostili»: c’è anche l’Italia, e qui si spiega cosa cambia ora. Nella notte, Mosca ha minacciato di tagliare le forniture di gas all’Europa. Il presidente Biden ha annunciato in serata il divieto di importazione negli Usa di petrolio e gas russo. * In una intervista alla rete televisiva Abc il presidente dell’Ucraina Zelensky si è detto pronto a un dialogo e a un «compromesso» con i russi su Donbass e Crimea. E avrebbe anche «raffreddato» la sua posizione sull’ingresso sulla Nato. • Il punto militare: Mosca avrebbe perso centinaia di mezzi, e — secondo Kiev — 11 mila soldati (i russi ne ammettono solo 500). Nella notte nuovi attacchi a Odessa, porto strategico sul Mar Nero. • Le vittime: centinaia, tra i civili, mentre gli sfollati sono oltre 2 milioni. Secondo funzionari militari ucraini, nel corso di un bombardamento a Sumy questa notte «sono stati uccisi bambini». A Mariupol non c’è acqua né elettricità.
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22.27 – 37 Paesi, Russia e Bielorussia fuori da gare sportive I ministri dello sport di 37 Paesi, tra cui gli Stati Uniti e l’Italia, hanno chiesto che alla Russia e la Bielorussia sia vietato «ospitare, candidarsi o ricevere premi per qualsiasi evento sportivo internazionale» in risposta alla guerra «non provocata e ingiustificata» Mosca sta conducendo in Ucraina, «con il sostegno di Minsk». Nella petizione diffusa dal dipartimento di stato americano si legge inoltre che i Paesi firmatari chiedono anche l’esclusione da tutte le gare internazionali di tutti gli atleti o squadre di Russia e Bielorussia.
Ore 22.25 – Aiea, persi contatti con trasmissione dati sicurezza Chernobyl L’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ha riferito di aver perso i contatti con il sistema di trasmissione dei dati dei sistemi di controllo della sicurezza della centrale di Chernobyl. Il Direttore generale dell’Aiea Rafael Mariano Grossi si è inoltre detto «profondamente preoccupato per la situazione difficile e stressante che deve affrontare il personale della centrale nucleare di Chernobyl e per i potenziali rischi che ciò comporta per la sicurezza nucleare. Invito le forze che controllano efficacemente il sito a facilitare urgentemente la rotazione sicura del personale lì», ha affermato. Grossi ha più volte sottolineato che il personale che gestisce gli impianti nucleari deve poter riposare e lavorare a turni regolari, affermando che ciò è fondamentale per la sicurezza nucleare generale. La centrale, che non è attualmente operativa, è sotto il controllo delle forze russe. La struttura contiene reattori dismessi e strutture per rifiuti radioattivi.
Ore 22.09 – Usa sorpresi per l’offerta di jet dalla Polonia Gli Usa esprimono «sorpresa» dell’offerta della Polonia di fornire consegnare i loro Mig-29 alla base americana in Germania. «A quanto ne so, non ci avevano consultato prima», ha dichiarato la sottosegretaria di Stato Usa, Victoria Nuland, in un’audizione al Senato. «Penso che sia stato un annuncio a sorpresa da parte dei polacchi», ha aggiunto.
Ore 21.55 – Di Maio, apertura da Zelensky, ora tocca a Putin «Zelensky è stato molto chiaro su un compromesso, c’è stata un’apertura da parte sua. Ora sta a Putin fare un altro passo» ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a «DiMartedi» osservando che i negoziati belaterali fra Kiev e Mosca non funzionano e che serve dunque il coinvolgimento di «attori internazionali».
Ore 21.58 – Coca-Cola e Starbucks sospendono ogni attività in Russia Coca-Cola ha annunciato la sospensione di tutte le attività in Russia, aggiungendo che «proseguirà a monitorare la situazione». Stessa decisione presa anche da Starbucks che ha annunciato di sospendere anche le forniture di prodotti.
Ore 21 – Le conseguenze per le aziende italiane dopo il blocco all’import export russo Il divieto di import export decretato da Putin riguarderà certamente anche l’Italia. Alluminio, metalli, ma anche argilla, caolino: sono queste le principali materie che l’Italia compra in Russia. Tutte le aziende che attingono a questi approvvigionamenti saranno penalizzate (qui l’approfondimento.) Per contro, la Russia è per il made in Italy il quattordicesimo mercato più importante (dopo la Turchia e davanti alla Romania) con vendite per 7 miliardi di euro fra gennaio e novembre del 2021.
Ore 20.38 – Accordo per jet polacchi alla base Usa in Germania Usa e Polonia hanno siglato un accordo per il trasferimento di tutti i Mig-29 di fabbricazione russa polacchi «immediatamente e senza costi» ad una base americana in Germania, una mossa che potrebbe preludere alla consegna dei jet all’Ucraina. Lo scrive «Politico» citando il ministero degli esteri di Varsavia.
Ore 20.28 – S&P taglia stime Pil globale a +3,4%, Eurozona +3,2%, Pil Russia -8,9% L’agenzia di rating globale Standard & Poor’s rivede al ribasso le stime di crescita globali: il Pil diminuisce di 70 punti base al 3,4% quest’anno, rispetto alla baseline precedente, si legge nell’aggiornamento delle previsioni macro globali alla luce del conflitto russo-ucraino. L’impatto della minore crescita russa è il fattore più determinante, seguito dai prezzi dell’energia e dai cambiamenti in termini di dati e politiche. «Il Pil russo – scrive S&P Global Ratings – scende dell’8,9% quest’anno e di un ulteriore 3% nel periodo 2023-2024. L’inflazione sale al 13,5% quest’anno», spiegando di ritenere che i rischi per la previsione di base siano chiaramente al ribasso».L’Europa è la regione più colpita dal conflitto. La crescita dell’Eurozona scende dell’1,2% quest’anno (a 3,2%), a causa dalla sua esposizione alla Russia e dalle importazioni di energia molto più costose, e la crescita per il 2023-2024 è in gran parte invariata.
Ore 20.16 – Zelenski ringrazia Biden per aver bandito i prodotti energetici russi Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha ringraziato il presidente Joe Biden per aver ordinato il divieto di acquisto di petrolio, carbone e gas russi dai mercati statunitensi e ne hanno sollecitati altri nazioni a seguire l’esempio.
Thankful for US and @POTUS personal leadership in striking in the heart of Putin?s war machine and banning oil, gas and coal from US market. Encourage other countries and leaders to follow.
— ????????? ?????????? (@ZelenskyyUa) March 8, 2022
Ore 20.15 – Schroder denunciato per «crimini contro l’umanità» L’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroder è stato denunciato per `crimini contro l’umanità´. Schroder, molto criticato in queste ultime settimane per i suoi legami di lunga data con il presidente russo, Vladimir Putin, è stato denunciato insieme con altre persone presso la procura federale di Karlsruhe, che dovrà decidere se aprire un’inchiesta o archiviare la denuncia. L’ex cancelliere 77enne è presidente del Consiglio di sorvaglianza di Rosneft, primo gruppo petrolifero russo, e del comitato degli azionisti di Nord Stream 2, il controverso gasdotto russo-tedesco. A giugno dovrebbe entrare anche nel consiglio di sorveglianza di Gazprom. La settimana scorsa, l’attuale cancelliere, Olaf Scholz, ha chiesto a Schroder di dimettersi da queste cariche, ma contrariamente a quanto hanno fatto l’ex premier francese, Francois Fillon, e l’ex premier italiano Matteo Renzi, per il momento rifiuta di farlo
Ore 20.13 – Russia dichiara nuova tregua temporanea da domattina La Russia dichiara una nuova tregua temporanea a partire dalle 10 ora locale per consentire corridoi umanitari. Lo riferisce il ministero russo della Difesa citato dalla Tass. Lo stesso ministero menziona corridoi umanitari da Kiev, Chernihiv, Sumy, Kharkiv e Mariupol.
Ore 19.45 – Putin firma divieto import-export verso alcuni Paesi Un decreto firmato oggi dal presidente russo Vladimir Putin dà mandato al governo di stilare entro due settimane una lista di Paesi per i quali saranno vietati i movimenti di export e import «per salvaguardare la sicurezza della Russia». Lo riferisce la Tass. Il divieto riguarderà, secondo quanto precisa Interfax, prodotti finiti e materie prime.
Ore 19.41 – Bbc riprende servizi da Russia: «saremo indipendenti e imparziali» La Bbc riprende i suoi servizi dalla Russia, sospesi a causa delle leggi nuove che comportano la responsabilità penale per fake news sulle forze armate russe. «Abbiamo considerato le implicazioni della nuova legislazione – si legge in una nota – insieme all’urgente necessità di riferire le notizie dalla Russia. Dopo un’attenta discussione, abbiamo deciso di riprendere il servizio dalla Russia in inglese stasera, martedì 8 marzo. Racconteremo questa parte importante della storia in modo indipendente e imparziale, in conformità con i rigorosi standard editoriali della Bbc. La sicurezza del nostro personale in Russia rimane la nostra priorità numero uno».
Ore 19.10 – McDonald’s chiude in Russia Continua la fuga dei brand – di lusso ma anche popolari – dalla Russia. L’ulktimo ad aggiungersi all’elenco è McDonald’s. La catena di fast food, la cui comparsa a Mosca segnò in qualche modo la caduta del comunismo e lo sbarco della società occidentale, ha annunciato la chiusura di tutti i suoi ristoranti in Russia.
Ore 18.40 – Il punto militare: Mosca accelera L’Armata russa procede su tre fronti: da nord, da est e da sud, dove guadagna posizioni più rapidamente. La resistenza colpisce con unità leggere, demoralizza gli uomini di Putin, che hanno problemi ma non quanti sostiene la propaganda di Kiev. L’uccisione del generale Gerasimov dimostrerebbe invece che i russi hanno alcuni problemi di comunicazione vicino al fronte. (Qui il punto militare completo).
Ore 18.05 – Zelensky al parlamento inglese: «Resistiamo come voi ai nazisti » «Noi non vogliamo perdere ciò che è nostro come un tempo voi non avete voluto» arrendervi di fronte «all’invasione nazista». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a proposito dell’invasione russa in un discorso in video collegamento in diretta trasmesso ai deputati di una Camera dei Comuni britannica strapiena che lo ha accolto con una prolungata standing ovation.
Ore 17.50 – Biden: «Difendere la libertà ha un costo» Joe Biden ha avvisato che «difendere la libertà» avrà un costo per i consumatori americani, soprattutto alla stazione di servizio, ma ha promesso che farà «di tutto per minimizzare l’aumento dei prezzi qui da noi».
Ore 17.45 – L’Onu al suo staff: «Non usate la parola “guerra”» Le Nazioni Unite hanno consigliato al personale addetto alla comunicazione di non usare le parole «guerra» o «invasione» con riferimento alla situazione in Ucraina. I componenti dello staff sono stati invitati a usare termini come «conflitto» o «“offensiva militare»” per descrivere l’operazione. Le istruzioni pertinenti sono contenute in un’email inviata lunedì.
Ore 17.40 – Telefonata Putin-Bennett Il primo ministro israeliano, Naftali Bennett, ha avuto una nuova conversazione telefonica con il presidente russo, Vladimir Putin, nella quale sono stati «discussi vari aspetti della situazione alla luce dell’operazione militare speciale condotta dalla Russia», riferisce il Cremlino. «Il presidente russo e il primo ministro israeliano hanno concordato di continuare il dialogo su tali questioni», conclude il comunicato. Poche ore prima Bennett aveva avuto un colloquio con Zelensky.
Ore 17.30 – Biden conferma: «Embargo su petrolio e gas russi» Stop a import di gas e petrolio dalla Russia» pochi istanti dopo l’annuncio di Londra, anche Biden, come le indiscrezioni lasciano intendere, ha dichiarato l’embargo sugli idrocarburi prodotti da Mosca.
Ore 17.25 – Boris Johnson: stop a gas e petrolio russo da fine anno Il Regno Unito si impegna a ridurre a zero le sue forniture energetiche di gas e petrolio dalla Russia già entro la fine del 2022. Lo ha annunciato oggi il governo di Boris Johnson. L’isola, a differenza di diversi Paesi dell’Europa continentale, importa da Mosca un quantitativo residuale di queste materie prime rispetto al suo fabbisogno complessivo.
Ore 17.15 – Il video (e l’occhiolino) di Zelensky Zelensky è ancora a Kiev: smentendo notizie che i media russi avevano fatto trapelare nei giorni scorsi e che lo davano in fuga verso la Polonia, il presidente ucraino ha postato un video in cui, dal centro della capitale ucraina fa un breve discorso e si concede anche una «strizzata d’occhi».
Ore 17.05 – Per il Pentagono i morti russi sono tra 2.000 e 4.000 Il Pentagono stima che siano morti tra i 2.000 e i 4.000 soldati russi nelle quasi due settimane di invasione in Ucraina. Lo ha riferito ad una commissione del Congresso il gen.erale Scott Berrier, direttore dell’agenzia di intelligence militare della difesa Usa.
Ore 16.50 – «Bella ciao» diventa l’inno della resistenza ucraina Le note di «Bella ciao» sono diventate l’inno della resistenza ucraina. La popolare cantante folk ucraina, Khrystyna Soloviy, ha riadattato il canto partigiano al contesto dell’attuale conflitto con la Russia, dedicandolo – spiega sui social – «a tutte le forze armate, ai nostri eroi e a tutti coloro che in questo momento combattono per la propria terra»
Ore 16.45 – Ue vuole tagliare import gas di due terzi nel 2022 La Ue punta a ridurre di due terzi la sua dipendenza dal gas russo entro la fine del 2022. Pe raggiungere l’obiettivo sonoi previste una serie di singole misure che spetterà ai singoli stati applicare. Ad esempio chi aveva deciso l’uscita dal nucleare potrà tornare sui suoi passi, come già hanno annunciato Belgio e Germania. Gli Stati membri dell’Ue possono «valutare» l’introduzione di «misure fiscali temporanee» e decidere «in via eccezionale» di intercettare una parte di questi introiti perché vengano «redistribuiti ai consumatori», alle prese con bollette sempre più care.
Ore 16.30 – Anche Londra vuole sganciarsi dal gas russo Londra segue la strada tracciata da Washington sul petrolio russo. Downing Street farà un annuncio nel pomeriggio su come intende ridurre, nel tempo, le importazioni di petrolio e gas russo. Il premier britannico Boris Johnson ha detto ieri che il mondo non può semplicemente smettere di usare petrolio e gas russi, ma che potrebbe accelerare la transizione.
Ore 16.25 – La Ferrari sospende i rapporti con la Russia Come già successo ad altri «marchi» del lusso anche la Ferrari sospenderà tutti i suoi rapporti commerciali con la Russia. Lo ha annunciato una nota della casa di Maranello. La ferrari devolverà anche un milione di euro in progetti umanitari a favore dell’Ucraina.
Ore 16 – Critiche alla Gran Bretagna: ha accolto solo 300 profughi La Gran Bretagna ha accolto fino a oggi solo 300 profughi ucraini a fronte di 18.000 richieste presentate. Londra ha tenuto in piedi tutti i controlli previsti dalla Brexit: gli ucraini possono entrare solo se hanno parenti stretti residenti in Gran Bretagna o se vengono «sponsorizzati» da un ente o un’azienda. E, in ogni caso, devono passare attraverso una trafila burocratica macchinosa e difficilissima. Protesta la Francia:«Serve più umanità»
Ore 15.45 . Gli Usa vogliono bloccare anche l’oro della Russia Non solo l’embargo sul petrolio: gli Stati Uniti stanno tentando di impedire Mosca di vendere le sue riserve auree per resistere alle sanzioni e alle restrizioni valutarie. L’oro potrebbe rappresentare un’ancora di salvezza per la Russia ma un disegno di legge bipartisan, firmato dia da democratici che repubblicani, chiede di impedire qualunque transazione in oro con la Banca centrale russa. Le riserve auree di Mosca ammontano a circa 132 miliardi di dollari.
Ore 15.30 – Il Vaticano chiama Mosca (Gian Guido Vecchi) La Santa Sede ha confermato che questa mattina c’è stata una telefonata tra il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, e il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov: «Il cardinale ha trasmesso la profonda preoccupazione di Papa Francesco per la guerra in corso in Ucraina e ha riaffermato quanto detto dal Papa domenica scorsa all’Angelus», fa sapere il portavoce vaticano, Matteo Bruni: «In particolare ha ribadito l’appello perché cessino gli attacchi armati, perché si assicurino dei corridoi umanitari per i civili e per i soccorritori, perché alla violenza delle armi si sostituisca il negoziato. In questo senso, infine, il Segretario di Stato ha riaffermato la disponibilità della Santa Sede “a fare di tutto, a mettersi al servizio per questa pace”».
Ore 15.20 – In allerta 130 jet Nato nell’Est Europa La Nato ha deciso di rafforzare le sue difese al confine orientale dell’Europa. «Abbiamo 130 jet in allerta, 200 naviu nell’Alto Mediterraneo, e migliaia di truppe aggiuntive nella regione » ha detto il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg. «La Nato ha la responsabilità di garantire che il conflitto non si intensifichi e non si espanda oltre l’Ucraina» ha affermato nl corso di una conferenza stampa a Riga, in Lettonia.
Ore 15.10 – Le contestazioni a Salvini in Polonia Il leader della Lega, Matteo Salvini è stato contestato dal sindaco di Predmysl, in Polonia, dove si era recato «per portare aiuti e per la pace». «Io non la ricevo, venga con me al confine a condannare Putin», gli ha detto il primo cittadino della cittadina a una decina di chilometri al confine con l’Ucraina. Wojciech Bakun ha prima ringraziato l’Italia e poi ha mostrato al leader della Lega la T-shirt col volto del dittatore russo (che Salvini aveva indossato in varie occasioni). Qui l’articolo completo, e qui il video.
Ore 15.05 – Per l’Onu i civili uccisi sono 474 Secondo le stime dell’Onu i civili rimasti uccisi nei primi 13 giorni di guerra in Ucraina sono 474. Il bilancio dei feriti ammonta invece a 861.
Ore 14.50 – Attesa per il discorso di Biden Biden parlerà dalla Casa Bianca alle 16.45 (ora italiana) e secondo insistenti voci annuncerà nuove sanzioni contro la Russia. Tra queste, come detto, ci sarebbe lo stop alle importazioni di petrolio dalla Russia.
Ore 14.40 – Biden verso sì a embargo sul petrolio russo Joe Biden si appresta a vietare le importazioni di petrolio russo senza la partecipazione degli alleati europei già oggi. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali il divieto include anche il gas naturale liquefatto e il carbone. In corrispondenza con queste voci le quotazioni del greggio sono balzate a 128 dollari al barile.
Ore 14.15 – «Bombe sul corridoio umanitario di Sumy» A Sumy l’evacuazione dei civili attraverso il cosiddetto `corridoio verde´ è stata interrotta «a causa dei bombardamenti dei carri armati nemici». Lo riporta l’agenzia ucraina Unian, citando un suo corrispondente nella zona. Tutte le auto in uscita vengono rimandate indietro così come e le persone che tentavano di lasciare la città a piedi.
Ore 13.45 – L’Unicef: «Un milione di bimbi in fuga» «Ci sono un milione di bambini in fuga, è una crisi mai vista»: la valutazione è stata fatta dall’Unicef di fronte al continuo affluire di minori ai confini dell’Ucraina.
Ore 13 – Kiev pensa a condizioni per no alla Nato, secondo Novosti Un consulente di Zelensky ha elaborato alcune condizioni per discutere del rifiuto di ingresso nella Nato dell’Ucraina. Kiev avrebbe vorrebbe mettere sul tavolo una serie di garanzie di sicurezza. E’ quanto riporta l’agenzia russa Novosti. Si tratterebbe di un ulteriore segnale di apertura al compromesso, dopo l’intervista rilasciata dallo stesso presidente alla tv americana ABC.
Ore 12.50 – L’omaggio della regina Elisabetta all’Ucraina Anche la regina Elisabetta si schiera con l’Ucraina e rende omaggio al sacrificio della gente con un mazzo di fiori : la sovrana ieri ha ricevuto in visita ufficiale il premier canadese Justin Trudeau e sul tavolo campeggiava un vistoso mazzo di fiori gialli e azzurri, i colori della bandiera ucraina. La regina, come suo costume, non prende posizione su fatti politici ma stavolta ha scelto di farlo con un messaggio «tra le righe».
Ore 12.45 – Attacchi a ospedali, forniture mediche stanno finendo L’Organizzazione mondiale della sanità ha avvertito oggi che gli attacchi agli ospedali, alle ambulanze e ad altre strutture sanitarie in Ucraina sono aumentati «rapidamente» negli ultimi giorni e che le forniture mediche stanno finendo. Lo riporta il Guardian. Tra le scorte in esaurimento ci sono ossigeno, insulina, dispositivi di protezione individuale, forniture chirurgiche ed emoderivati.
Ore 12.25 – La Cina: «Sanzioni dannose, ridurre l’impatto» La Cina chiede di «lavorare insieme» per ridurre le conseguenze della crisi in Ucraina, bocciando le sanzioni «che avranno un impatto negativo sulla stabilità della finanza globale, dell’energia, dei trasporti e delle catene di approvvigionamento», trascinando al ribasso «l’economia mondiale, che è sotto il pesante impatto della pandemia» del Covid-19 e «saranno dannose per tutte le parti». Lo ha detto il presidente Xi Jinping nel vertice via video avuto con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz,
Ore 12.20 – Shell interrompe l’acquisto di greggio russo La British-Dutch Shell ha deciso di interrompere la partecipazione a tutti i progetti di petrolio e gas in Russia, ha affermato la società in un comunicato stampa . «Come primo passo immediato, la società interromperà gli acquisti spot di petrolio russo», si legge nel testo. L’embargo sul greggio russo è una delle sanzioni aggiuntive auspicate dagli Usa, misura alla quale Mosca ha promesso di rispondere interrompendo l’afflusso di gas all’Europa.
Ore 12.15 – Mattarella: «Giusto opporsi, anche se avremo costi» «Opporsi oggi a questa deriva di scontri e conflitti comporta dei prezzi». Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione delle celebrazioni al Quirinale per la «Giornata internazionale della donna». Per il presidente, questo potrebbe «provocare dei costi alle economie dei Paesi che vi si oppongono ma – ha aggiunto il presidente – sarebbero di gran lunga inferiori a quelli che si pagherebbero se quella deriva non venisse fermata adesso».
Ore 12.10 – Belgio e Germania: dietrofront sul nucleare Lo scenario militare e la conseguente crisi dell’energia spingono alcuni governi Ue a rivedere le loro politiche. A poche ore di distanza l’uno dall’altro Belgio e Germania (dove in entrambi i casi i Verdi sono in maggioranza) hanno deciso di non spegnere le loro centrali nucleari. Sia Berlino che Bruxelles, alla fine del 2021, avevano annunciato l’intenzione di rinunciare all’atomo.
Ore 12.05 – Mosca: «Stop a gas in caso di embargo su petrolio» «Abbiamo tutto il diritto di prendere una decisione corrispondente e imporre un embargo sul pompaggio di gas attraverso il gasdotto Nord Stream 1». Lo ha detto il vicepremier russo Aleksandr Novak, secondo quanto riporta la Bbc, commentando l’ipotesi di un embargo al petrolio russo e la decisione tedesca di congelare l’autorizzazione del Nord Stream 2, il gasdotto gemello al primo che collega La Russia con la Germania.
Ore 11.45 – Kiev: «Tregua violata a Mariupol» Il ministero della Difesa ucraino accusa i russi di non rispettare il corridoio umanitario di Mariupol. Anche le tre precedenti tregue (oggi è la quarta) erano fallite proprio perché le truppe di Mosca avevano aperto il fuoco su obiettivi civili.
Ore 11.40 – I rifugiati sono oltre 2 milioni Ha superato la soglia di 2 milioni il numero di persone fuggite dall’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa. Lo ha reso noto l’agenzia Onu per i rifugiati. Dallo scorso 24 febbraio, data dell’invasione russa ad oggi, un totale di 2.011.312 persone sono fuggite dall’Ucraina, secondo l’ultimo aggiornamento pubblicato sul sito dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr). Di questi, oltre 1,2 milioni sono giunti in Polonia.
Ore 11.05 – Zelensky pronto a compromesso su Crimea e Donbass Il premier ucraino Zelensky, che questa mattina aveva adombrato uno scenario da guerra mondiale, torna ora ad aprire al dialogo: «Possiamo discutere e trovare un compromesso su come questi territori continueranno a vivere»: lo ha detto alla ABC il presidente ucraino Volodymyr Zelensky riferendosi alla Crimea e alle «pseudo Repubbliche» separatiste del Donbass. «Sono pronto a un dialogo, non alla capitolazione», ha sottolineato. Secondo l’agenzia Novosti, alla stessa emittente il presidente avrebbe detto di aver «raffreddato» la sua posizione sull’ingresso nella Nato.
Ore 10.35 – Lavrov e il «ritorno alla Guerra fredda» con gli Usa Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha detto che Russia e Stati Uniti dovrebbero tornare ai principi della «coesistenza pacifica» come avveniva durante la Guerra Fredda. A riportarlo è Phil Stewart, giornalista dell’Agenia Reuters, che cita l’agenzia russa Interfax.
Ore 10.25 – Yanukovich a Zelensky: «Ferma lo spargimento di sangue» L’ex presidente filorusso dell’Ucraina, Viktor Yanukovich, ha chiesto all’attuale presidente, Volodymyr Zelensky, di «fermare lo spargimento di sangue» e di «mettere da parte l’orgoglio».
L’appello di Yanukovich è contenuto in una lettera pubblicata dai media russi, secondo quanto riportato dal Kyiv Independent.
«Voglio fare una richiesta, in modo presidenziale e anche un po’ paterno, a Zelensky. Volodymir, forse sogni di diventare un vero eroe, ma l’eroismo non è ostentazione, non è combattere fino all’ultimo ucraino».
Come indicato qui, la presidenza di Yanukovich (2010-2014) realizzò, di fatto, un vassallaggio completo dell’Ucraina rispetto a Mosca.
Ore 10.20 —Il punto militare, visto da Kiev Il Quartier generale delle Forze armate ucraine, su Facebook, ha diffuso le informazioni in loro possesso sull’avanzamento dell’offensiva.
Secondo Kiev, l’avanzamento di Mosca prosegue, ma è «rallentato»: «si mantiene la difesa nelle direzioni Nord, Sud, Est e le Forze armate difendono le città di Cernihiv e di Kiev». Nelle regioni di Kharkiv, Chernihiv, Kiev e Sumy «sui territori occupati sono stati registrati molti casi di saccheggi, violenze nei confronti della popolazione locale, occupazione di case dei civili, utilizzo dell’infrastruttura agraria per stazionamento dei veicoli militari, dislocamento delle posizioni d’attacco nelle zone ad alta densità abitativa».
Ore 10.15 – Cosa succede se Mosca taglia il gas all’Italia? Che cosa accadrebbe al nostro Paese se la Russia — come ha minacciato questa notte di fare — smettesse di rifornirci di gas? Mentre il ministro per la Transizione ecologica Stefano Cingolani ha spiegato, oggi, che «ragionevolmente in 24-30 mesi» potremmo essere «completamente indipendenti» dal gas russo. uno studio della Fondazione Eni-Enrico Mattei dettaglia che, ad ora, lo stop al gas russo «è un’eventualità da scongiurare con forza» perché costringerebbe il governo a decidere un razionamento del gas, cioè dei «distacchi programmati», che potrebbero comportare sia dei black out nella corrente elettrica sia tagli alle erogazioni di gas per uso industriale o per uso civile (riscaldamento e gas per cucinare). Il dettaglio in questo pezzo di Enrico Marro.
Ore 9.55 — L’evacuazione dei civili «è in corso», dice l’Ucraina Per la prima volta, le autorità ucraine hanno comunicato che l’evacuazione di alcune centinaia di civili dalle città dove Mosca ha detto di aver sospeso le ostilità sta effettivamente riuscendo. «Più di 150 persone sono state evacuate», ha detto il governatore della regione di Kiev, Oleksiy Kuleba.
La vice premier ucraina, Irina Vereshchuk, ha spiegato che «Mosca si prepara a far deragliare questi sforzi».
Nei giorni scorsi, diversi tentativi erano andati a vuoto e organizzazioni internazionali come la Croce Rossa avevano denunciato che le strade per uscire dalle città erano minate.
Ore 9.40 —Le Borse virano in positivo Le Borse europee sono tornate in territorio positivo: tra le altre, Piazza Affari, a Milano, 30 minuti dopo l’apertura è a +3,19%; Parigi sale oltre il 2 per cento.
Ore 9.30 – Putin è razionale o instabile? La guerra scatenata contro l’Ucraina è la mossa «coerente» di un leader razionale o l’azzardo di uno zar impazzito, offuscato dalla paranoia o dai farmaci necessari alla cura delle sue patologie? Qui Sandro Modeo produce un’analisi sulla mente del presidente della Russia — e spiega perché capirne la prospettiva è indispensabile per intuirne le mosse (e la durata del conflitto).
Ore 9.15 – Russia: aperti i corridoi umanitari e nuovo cessate il fuoco Secondo il ministero della Difesa russo sono stati aperti corridoi umanitari per consentire l’evacuazione dei civili dalle città di Cherhiv, Sumy, Kharkiv, Mariupol e dalla capitale Kiev. I precedenti tentativi di tali corridoi sono falliti con i civili che sono stati presi di mira. In parallelo, spiegano sempre da Mosca, è iniziato anche il quarto cessate il fuoco che potrebbe durare fino alle 21 ora locale (le 20 in Italia, ndr)
Ore 09.11 Sindaco Leopoli: arrivati in città 200mila sfollati «Circa 200.000 ucraini sono già arrivati a Leopoli. Donne, bambini, anziani, a causa dei bombardamenti, sono stati costretti a fuggire dalle loro case. Ospitiamo tutti, forniamo cibo e tutto il necessario. Ma i numeri stanno crescendo». Lo dice il sindaco di Leopoli Andriy Sadovyi in una dichiarazione video, citato dalla Cnn. Sadovyi ha esortato le organizzazioni internazionali a fornire aiuto «qui a Leopoli, in Ucraina». «Abbiamo bisogno di centri mobili per soggiorni temporanei con bagni attrezzati e punti ristoro. Supporto medico e psicologico, medicinali, giubbotti antiproiettile e caschi. Ospedali mobili per bambini e adulti», ha sottolineato.
Ore 8.54 – Polonia: arrivate 1,2 milioni di persone in fuga dalla guerra Sono circa 1,2 milioni le persone che dall’Ucraina sono arrivate in Polonia dal 24 febbraio, dall’inizio dell’invasione russa. Questi i nuovi dati riportati stamani su Twitter dalle Guardie di Frontiera. Solo ieri sono arrivati 141.500 profughi in quello che è un esodo.
Ore 8.43 – Zelensky: ci sarà la «guerra mondiale» «Questa guerra non finirà così. Scatenerà la guerra mondiale»: lo ha detto ieri sera il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel corso di un’intervista al programma «World News Tonight» della Abc. Zelensky afferma inoltre che il presidente russo Vladimir Putin è un criminale di guerra: «Tutti coloro che sono venuti sulla nostra terra, tutti coloro che hanno dato gli ordini… sono tutti criminali di guerra».
Ore 8.39 – Kiev, tregua per evacuazione civili da Sumy La vicepremier dell’Ucraina, Irina Vereshchuk, in un video diffuso dai media ucraini, ha riferito dell’accordo con Mosca, per una tregua, così da consentire l’evacuazione dei civili da Sumy. «I primi autobus — ha affermato — partiranno da Sumy alle 11 ora di Mosca (le 9 in Italia, ndr)». Il cessate il fuoco riguarda il corridoio Sumy-Poltava.
Ore 8.34 – Cosa succede ora all’Italia? Nelle scorse ore, la Russia ha inserito l’Italia nella lista dei Paesi ostili. Ma cosa cambia, per il nostro Paese? Qui un elenco delle conseguenze (e qui il pezzo che spiega tutto, nel dettaglio)
• L’effetto immediato sarà il rimpatrio dei nostri connazionali, già sollecitato dal ministero degli Esteri •Stop ai visti, con sospensione di quelli già attivi (da qui il rimpatrio) •Pagamento dei creditori stranieri in rubli, una botta se si considera che la moneta russa si è già svalutata del 45% sull’euro. Di fatto «si tratta dunque di un default da parte delle entità russe verso i loro creditori». Per i russi è anche un modo di mascherare il fatto che la loro banca centrale, per effetto delle sanzioni, deve congelare le sue riserve di valuta estera, e le loro imprese ne sono dunque sprovviste •Banche e aziende «Le banche italiane sono le prime in Europa per il volume lordo delle esposizioni sulla Russia: 25,3 miliardi di euro al 30 settembre 2021». Quanto alle aziende, Mosca potrebbe nazionalizzare quelle che operano sul suo territorio •Grano e mais Un quinto del commercio mondiale di mais è rappresentato da Russia e Ucraina: l’aumento dei costi può avere conseguenze su tutta la catena alimentare. C’è poi il caso del grano tenero: l’Italia dovrà rinunciare al 6% che importa dalla Russia, che si aggiunge al 30% sospeso dall’Ungheria per ragioni di sicurezza.
Ore 8.27 – Londra: da Mosca giustificazione a posteriori per invasione «Dalla fine di febbraio c’è stato un notevole aumento delle accuse russe secondo cui l’Ucraina sta sviluppando armi nucleari o biologiche. Queste storie sono di vecchia data, ma al momento sono probabilmente amplificate come parte di una giustificazione a posteriori per l’invasione russa dell’Ucraina». Lo riferisce il ministero della Difesa britannico, in un aggiornamento dell’intelligence.
Ore 8.06 – Ucraina, prevista chiamata Macron-Scholz con Xi Il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz avranno una telefonata oggi con il presidente cinese Xi Jinping. I due leader europei, insieme al premier britannico Boris Johnson, ieri si sono sentiti con il presidente americano Joe Biden.
Ore 7.59 – Gazprom, traffico gas via Kiev prosegue con stesso volume Il transito del gas di Gazprom tramite l’Ucraina prosegue con lo stesso volume di 109.5 milioni di metri cubi al giorno. Lo rende noto l’agenzia di stampa russa Ria Novosti.
Ore 7.54 – Attacco a Sumy: oltre 9 vittime, anche bambini Le forze russe hanno lanciato ieri notte un attacco aereo contro la città ucraina di Sumy, circa 350 chilometri ad est di Kiev, provocando oltre almeno nove vittime, tra cui due bambini. Lo riferiscono i servizi si soccorso ucraini. «Degli aerei nemici hanno attaccato fortemente edifici residenziali», hanno spiegato su Telegram i servizi di soccorso, arrivati sul luogo verso le 23 locali. Sumy, vicino alla frontiera russa, è teatro di violenti combattimenti da diversi giorni. A Sumy c’è stata una «battaglia impari» con le forze russe che hanno bombardato la popolazione civile. Anche dei bambini «sono stati uccisi». Lo ha detto su facebook il capo dell’amministrazione militare regionale, Dmytro Zhyvytsky
Ore 7.52 – Il Giappone vara nuove sanzioni contro Russia e Bielorussia Il Giappone ha imposto ulteriori sanzioni contro Russia e Bielorussia in conseguenza dell’invasione dell’Ucraina congelando i beni di 32 funzionari e oligarchi russi e bielorussi. Ad annunciarlo è stato oggi il capo di gabinetto del governo di Tokio, Hirokazu Matsuno, che ha parlato di un’intensificazione dell’attacco da parte della Russia e di un «chiaro coinvolgimento» della Bielorussia.
Ore 7.49 – Guerini: «L’Italia contribuisce a rafforzare deterrenza» L’«invasione in corso da parte russa ha ricevuto una risposta ferma e coesa da parte dell’intera comunità internazionale. L’Italia, nel condannare questo gravissimo attacco, continuerà a richiamare la necessità di promuovere ogni strumento diplomatico che contribuisca a fermare la crisi». Così il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, che ha incontrato ieri a Budapest il suo omologo ungherese, Tibor Benko. «Partecipiamo in maniera significativa alle tante iniziative dell’Alleanza per rafforzare la deterrenza, come ad esempio la presenza avanzata in Lettonia e l’air policing in Romania», ha affermato.
Ore 7.37 – Esercito ucraino: l’avanzata russa rallenta L’avanzata delle truppe russe in Ucraina ha rallentato «notevolmente» e i soldati sono «demoralizzati». Lo ha riferito il capo di Stato maggiore dell’esercito ucraino, sottolineando in particolare la resistenza incontrata dai russi a Chernihiv e nei sobborghi di Mykolaiv. «Gli invasori continuano l’offensiva ma il ritmo dell’avanzata delle truppe ha rallentato notevolmente. Sono demoralizzati e tendono sempre più al saccheggio e alla violazione del diritto internazionale umanitario», si legge nella nota.
Ore 7.26 – Ministro Infrastrutture: oltre 10 miliardi di dollari di danni ai trasporti Superano il valore di dieci miliardi di dollari i danni causati dall’invasione russa nel settore trasporti in Ucraina. Lo afferma il ministro delle Infrastrutture di Kiev, Oleksandr Kubrakov, che dalle pagine di Ukrayinska Pravda cita ponti, tratti di rete ferroviaria ed aeroporti colpiti. I danni potrebbero richiedere due anni di lavori per essere riparati, prosegue il ministro, che spiega di contare sull’aiuto internazionale per la ricostruzione.
Ore 7.20 – La minaccia russa: «Interruzione delle forniture del gas» Il vice primo ministro della Russia Aleksandr Novak ha avvertito che Mosca potrebbe decidere di tagliare le forniture di gas naturale all’Europa attraverso il gasdotto Nord Stream 1: «In relazione alle accuse infondate ai danni della Russia per la crisi energetica in Europa e all’imposizione di un divieto al Nord Stream 2, abbiamo tutto il diritto di assumere decisioni corrispondenti e imporre un embargo al gas inviato attraverso il gasdotto Nord Stream 1», ha dichiarato il Novak, precisando che al momento la Russia «non ha assunto tale decisione».
Novak ha affermato che la decisione di Stati Uniti e Unione europea di bloccare le importazioni di petrolio dalla Russia potrebbe spingere i prezzi a 300 dollari al barile: «Un rigetto del petrolio russi avrebbe conseguenze catastrofiche per il mercato globale».
Nelle scorse ore, come scritto da Gianluca Mercuri qui, «Italia e Germania hanno respinto la pressione americana per sanzioni che colpiscano anche l’import del gas. Allo stesso tempo, è improbabile che sia Putin a decidere un blocco delle forniture perché, spiegano Fubini e Sarzanini, «la Russia ne sarebbe la prima vittima: il gas naturale oggi è la sua prima fonte di entrate e una delle poche rimaste, con oltre 200 miliardi l’anno alle sue quotazioni attuali; e l’Europa è la prima cliente con oltre l’80% delle esportazioni russe di gas» (sulla dipendenza europea spiega tutto il Dataroom di Stefano Agnoli e Milena Gabanelli).
Il premier italiano Mario Draghi, proprio per questo, ieri ha presentato a Bruxelles la proposta italiana di un tetto ai prezzi del gas russo: un’ipotesi, scrive Marco Galluzzo, «che dovrebbe vedere tutti i Paesi della Ue concordare un prezzo unico e calmierato del gas importato da Mosca, con il duplice obiettivo di non sottostare alle speculazioni e allo stesso tempo di non finanziare il regime di Putin con valuta in euro, dinamica che in parte riduce l’effetto delle sanzioni finanziarie».
Con la presidente della Commissione Ue Von der Leyen, il presidente del Consiglio ha parlato anche di compensazioni: quelle che dovrebbero risarcire in parte i Paesi che più ci rimetteranno per le sanzioni imposte e Masca, e noi siamo tra quelli che ci rimetteranno di più.
Ore 6.53 – Ambasciatrice Usa alla Nato: non siamo pronti alla no-fly zone L’ambasciatrice degli Stati Uniti presso la Nato, Julianne Smith, ha dichiarato che l’alleanza non è pronta a procedere all’imposizione di una no-fly zone sui cieli dell’Ucraina, una iniziativa che la Russia potrebbe considerare una dichiarazione di guerra di fatto. «Al momento il nostro obiettivo è di porre fine alla guerra», ha dichiarato l’ambasciatrice all’emittente televisiva statunitense Cnn. «Non vogliamo che questo conflitto si allarghi oltre l’Ucraina, e dunque al momento il segnale collettivo della Nato è che l’alleanza non è pronta a procedere con una no-fly zone», ha spiegato la funzionaria. Smith ha però aggiunto che alcuni tra i Paesi membri dell’Alleanza stanno assumendo iniziative tese a «fornire assistenza letale all’Ucraina e asset necessari alle sue necessità di sicurezza». L’ambasciatrice ha confermato in particolare che i funzionari Usa stanno discutendo col governo della Polonia il potenziale invio di caccia Mig-29 di era sovietica alle forze ucraine. Il presidente ucraino Zelensky in un video aveva chiesto alla Nato proprio di imporre una no-fly zone per bloccare i bombardamenti russi.
Ore 6.35 – Oggi l’evacuazione dei civili in cinque città C’è paura, non tanta fiducia ma la Russia ha promesso, dalle 10 ora locale, di lasciar partire i civili senza la pioggia di bombe e sventagliate di mitra dei giorni scorsi. La Russia si dice «pronta» a un cessate il fuoco oggi stesso, «ore 10 di Mosca». Le città indicate per le evacuazioni sono Kiev, Chernihiv, Sumy, Kharkiv e Mariupol.
Ore 5.44 – A Mariupol «niente acqua e riscaldamento, è un incubo» In Ucraina, nella città assediata di Mariupol i 200.000 residenti dal 2 marzo, cioè da quando i russi l’hanno circondata, non hanno accesso nè ad acqua corrente, nè alla corrente elettrica e sono al gelo senza riscaldamento: è quanto denuncia l’ong per i diritti umani Human Rights Watch. «I civili di Mariupol sono intrappolati in un incubo gelato e arido senza luce e vivono sotto la costante minaccia dei bombardamenti russi», dichiara in una nota Jonathan Pedneault, dirigente di Hrw. «Le forze russe e ucraine devono prendere i necessari provvedimenti per permettere ai civili di lasciare la città e di soddisfare i bisogni più elementari per coloro che restano». Il 6 marzo, denuncia Hrw, una cannonata russa ha colpito un ripetitore di telefonia mobile, rendendo il coordinamento dei soccorsi praticamente impossibile.
Ore 5.19 – Funzionario ucraino: bambini uccisi in attacco a Sumy Ci sarebbero bambini tra le vittime degli attacchi aerei sulla città ucraina di Sumy portati dai russi ieri sera. Lo afferma il capo dell’amministrazione militare regionale, Dmytro Zhyvytsky, in un video postato su Facebook. «Purtroppo ci sono bambini tra le vittime» ha detto, aggiungendo che nel bombardamento più di dieci persone sono rimaste uccise.
Ore 2.20 – La Banca Mondiale ha approvato un programma di aiuti supplementari Immediati aiuti all’Ucraina per 489 milioni di dollari. Il programma è battezzato «Finanziamento della ripresa dopo l’emergenza economica in Ucraina» ovvero «Liberate l’Ucraina». Già il primo marzo scorso l’istituzione di Washington aveva annunciato che stava preparando un aiuto urgente per 3 miliardi di dollari in favore dell’Ucraina, di cui almeno 350 milioni dovevano essere subito sbloccati, un importo irrobustito con la decisione adesso presa dal consiglio d’amministrazione della Banca Mondiale. I fondi serviranno per garantire i servizi essenziali alla popolazione ucraina, per il pagamento dei salari ai lavoratori sanitari, delle pensioni nonché per i programmi sociali a favore delle fasce vulnerabili.
Ore 2.34 – Ucraina: respinti da Gb a Calais circa 300 profughi La Gran Bretagna ha respinto circa 300 cittadini ucraini che cercavano di raggiungere il Paese dal porto francese di Calais. Lo riferisce la BBC. Sono 589 i profughi arrivati dall’inizio dell’invasione russa a Calais, secondo quanto riferito dalle autorità prefettizie locali: di questi, 286 sono stati respinti dalla Gran Bretagna. Alcuni cittadini ucraini a Calais hanno raccontato alla BBC di aspettare da una settimana l’ottenimento di un visto secondo lo schema di ricongiungimento familiare previsto dalla Gran Bretagna. Sono 17.700 gli ucraini che hanno fatto richiesta di visto a Londra ma sono solo 300 quelli che finora lo hanno ottenuto. Ieri il premier britannico Boris Johnson ha affermato che la Gran Bretagna è «un Paese molto generoso» ma che vuole mantenere il controllo sugli arrivi.
Ore 2.03 – Navi Usa nel Baltico «seguite» dai russi La marina militare russa sta seguendo i movimenti di due incrociatori lanciamissili americane che sono entrate nel mar Baltico, secondo quanto afferma il ministero della Difesa di Mosca, citato dall’agenzia Tass. Le due unità sono la Uss Donald Cook e la Uss Forrest Sherman, armate di missili guidati Tomahawk a medio raggio con capacità anche nucleare, e vengono seguite dalla Flotta russa del Baltico, ha comunicato alla stampa il ministero.
Ore 1.49 – Zelensky richiama i riservisti ucraini per difendere il Paese Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato nella notte un decreto che richiama i soldati ucraini dislocati nelle forze di peacekeeping perche’ rientrino in Ucraina per difendere il Paese. Lo scrive Kyiv Independent su Twitter, aggiungendo che, in base al decreto, “tutti i soldati e i loro equipaggiamento devono tornare in Ucraina per contribuire allo sforzo bellico”.
Ore 1.45 – Colpito un impianto di medicina nucleare a Kharkiv L’Ucraina ha riferito all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) che un impianto di ricerca nucleare che produce radioisotopi per scopi medici e industriali è stato danneggiato dai bombardamenti della Russia nella città di Kharkiv. Lo ha detto il direttore generale dell’Aiea, Rafael Mariano Grossi, sottolineando che i bombardamenti non hanno causato alcun aumento dei livelli di radiazioni nel sito. «Dobbiamo agire adesso per evitare un incidente nucleare in Ucraina che potrebbe avere gravi conseguenze per la salute e l’ambiente. Non possiamo permetterci di aspettare», ha tuttavia sottolineato Grossi.
Ore 1.38 – Kharkiv, morto il nipote del capo di Stato maggiore russo Vitaly Gerasimov, nipote del capo di stato maggiore e primo vice comandante della 41a armata del distretto militare centrale della Russia, sarebbe stato ucciso durante i combattimenti vicino a Kharkiv. Lo rende noto la BBC che cita l’intelligence ucraina, precisando però di non poter verificare in modo indipendente la notizia. Secondo una dichiarazione del ministero della Difesa ucraino, anche un certo numero di alti ufficiali dell’esercito russo sarebbero stati uccisi e feriti. L’intelligence ucraina afferma che Gerasimov ha preso parte alla seconda guerra cecena e all’operazione militare russa in Siria. E ha ricevuto una medaglia «per il ritorno della Crimea».
Ore 1.27 – Incontro tra Macron, Scholz e il cinese Xi Jinping Il presidente francese, Emmanuel Macro, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, avranno un incontro in giornata con il leader cinese, Xi Jinping, secondo quanto annunciato dall’Eliseo. La Cina, pur difendendo l’amicizia con Mosca, definita dal ministro degli Esteri Wang Yi «solida come una roccia», ha fatto capire di essere disposta a un ruolo di mediazione nel conflitto ucraino. O, come ha suggerito il rappresentante della politica Estera Ue, Josep Borrell, se non una mediazione – a causa della «maggiore vicinanza di Pechino alla Russia» -, per lo meno eserciti la sua influenza su Mosca.
Ore 00.38 – Pentagono, la Russia ha schierato quasi tutte le sue forze militari La Russia ha inviato in Ucraina quasi tutte le truppe concentrate negli ultimi mesi alla frontiera. Lo ha riferito il Pentagono, che ha spedito in Europa 500 soldati in più per rafforzare la Nato. Secondo il portavoce del Ministero della Difesa americano, John Kirby, Mosca sta adesso cercando di reclutare anche combattenti stranieri, inclusi i siriani. Le forze russe «non hanno conseguito alcun reale progresso considerevole negli ultimi giorni» ha affermato Kirby, mentre il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha annunciato l’invio di altri 500 militari americani in Europa «per rinforzare le capacità difensive e di dissuasione della Nato, specialmente sul versante orientale», in aggiunta ai 12 mila già presenti quest’anno in Europa. Il Pentagono calcola che il presidente russo Vladimir Putin abbia fatto entrare in Ucraina quasi il cento per cento delle sue forze combattenti concentrate sulla frontiera russo-ucraina, intensificando i bombardamenti su obiettivi e infrastrutture civili e zone residenziali, «con sempre maggior frequenza e su scala ogni volta maggiore».
Ore 00.23 – Zelensky: sono a Kiev e non mi nascondo «Sono a Kiev , in Bankova Street e non mi sto nascondendo». Così il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky in un video pubblicato su Telegram. «Non ho paura. La gente in ogni città si sta difendendo, anche senza armi. Io sono qui e non cederò. Fino a quando sarà necessario per vincere questa guerra». «Ricostruiremo tutto. Renderemo le nostre città distrutte dall’invasore migliori di qualsiasi città in Russia». Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video su Telegram dal suo ufficio di Kiev, per la prima volta dall’inizio dell’invasione il 24 febbraio
Ore 00.02 – Zelensky parlerà ai parlamentari britannici Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si rivolgerà ai parlamentari britannici oggi con un intervento in collegamento video. Lo ha annunciato il presidente della Camera dei Comuni, sir Lindsay Hoyle, che si è detto lieto di accogliere la richiesta «storica» del signor Zelensky. L’intervento si terrà alle 17 ora locale.
Ore 23.50 – Bbc: «Forti esplosioni udite nel porto di Odessa» Forti esplosioni sono state udite questa sera nella città portuale di Odessa. Lo riferisce il corrispondente della Bbc. «Abbiamo appena sentito tre o quattro forti esplosioni provenire da ovest. Ci è stato detto che era il sistema di difesa ucraino che abbatteva i missili russi in arrivo lanciati da una delle numerose navi da guerra situate al largo della costa qui». Questa mattina la marina militare ucraina ad Odessa aveva annunciato di aver colpito una nave russa provocando danni significativi.
Ore 23.10 – Zelensky: «Avanti con i negoziati fino a raggiungimento risultato» I negoziati con la Russia proseguiranno fino al raggiungimento di un risultato nell’accordo. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a quanto riporta la Tass. «Oggi si è svolto il terzo round di negoziati in Bielorussia, vorrei dire il terzo e l’ultimo, ma siamo realisti. Pertanto, parleremo, insisteremo sui negoziati finché non troveremo un modo per dire al nostro popolo: è così che arriveremo alla pace», ha detto in un videomessaggio pubblicato sul suo canale Telegram. Zelensky ha anche accusato Mosca di avere fatto fallire i corridoi umanitari già concordati nei giorni avendo preferito «carri armati russi, lanciarazzi Grad si e mine russe».
Ore 22.30 – Cessate il fuoco per i corridoi umanitari La Russia ha annunciato un cessate il fuoco per permettere corridoi umanitari in Ucraina dalle 9 di domani mattina (le 8 in Italia) per l’evacuazione dei civili da Kiev, Chernihiv, Sumy, Kharkiv e Mariupol. Lo ha dichiarato il ministero della Difesa di Mosca, citato dalla Tass. I corridoi umanitari erano già stati annunciati stamani, ma poi non sono stati messi in atto con accuse reciproche di sabotaggio.
Dopo il decreto di Putin che cosa cambia per gli affari italiani. La ritorsione contro le sanzioni dell’occidente
Il divieto di import export decretato da Vladimir Putin riguarderà certamente anche l’Italia. Secondo la diplomazia e l’intelligence occidentale l’inserimento del nostro Paese nella lista degli Stati a cui sarà vietato importare materie prime e altri prodotti dalla Russia e soprattutto venderli appare scontato visto che siamo già stati ritenuti Paesi “ostili”. L’elenco sarà stilato nelle prossime due settimane e rappresenta una ritorsione evidente alle sanzioni economiche imposte dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, ma anche alla minaccia di decretarne altre se la Russia non fermerà la guerra contro l’Ucraina.
La tattica contro Biden e la Ue
L’obiettivo tattico è creare incertezza nei governi che lui stesso ha definito “ostili” e sui mercati, che potrebbero reagire rendendo ancora più costose le materie prime di cui la Russia è grande produttrice. Si tratta chiaramente della risposta del dittatore del Cremlino alla decisione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden di fermare gli acquisti di greggio, prodotti derivati e carbone dalla Russia stessa. Ma senz’altro è anche un altro passo verso l’allargamento di uno stato di conflitto economico fra Mosca e i governi democratici.
Alluminio e altri metalli
Alluminio, metalli, ma anche argilla, caolino: sono queste le principali materie che l’Italia compra in Russia. Tutte le aziende che attingono a questi approvvigionamenti saranno penalizzate. E non solo perché siamo la quinta destinazione più importante per le vendite di prodotti russi, con acquisti per 12,6 miliardi di euro nei primi undici mesi del 2021; e la Russia è per il made in Italy il quattordicesimo mercato più importante (dopo la Turchia e davanti alla Romania) con vendite per 7 miliardi di euro fra gennaio e novembre del 2021. Per il resto, Putin potrebbe decidere di negare all’Italia quantitativi importanti ma non insostituibili di ferro e acciaio (per circa 800 milioni di euro) e alluminio (per circa 300 milioni di euro). A livello internazionale la Russia è anche un esportatore relativamente importante di oro, nickel (la cui quotazione è letteralmente esplosa), mentre il grano tenero rappresenta appena il 2% delle sue vendite all’estero.
Moda, farmaci, chimici
Naturalmente l’Italia potrebbe subire anche misure protezioniste da parte di Putin nei settori dove siamo più forti: moda e abbigliamento (vendite per quasi un miliardo l’anno scorso), nei prodotti chimici, farmaceutici e soprattutto nei macchinari industriali (anche per l’estrazione dai giacimenti), dove l’Italia fatturava in Russia per oltre due miliardi. Ma gran parte di queste esportazioni erano di fatto già sospese per il momento. I gruppi della moda si sono ritirati dalle città russe per evitare che i loro brand fossero associati a uno Stato-canaglia, alcuni dei macchinari sono già bloccati dalle sanzioni europee e comunque in gran parte le imprese russe non sono più in grado di pagare in euro o in dollari, dopo le ultime sanzioni. Nessuno in Italia oggi vuole essere pagato in rubli, che possono svalutarsi a doppia cifra nel giro di pochi giorni (anche se alcuni russi cercano già di pagare in criptovalute).
Gas e petrolio
Il decreto firmato da Putin è abbastanza vago e ambiguo da non escludere niente, ma da minacciare implicitamente di negare potenzialmente anche all’Italia persino le vendite di gas e petrolio. Al momento appare però improbabile, perché Mosca si priverebbe così di entrate in valuta forte per ben più di dieci miliardi di euro all’anno. Di certo l’incertezza che è stata iniettata sui mercati farà sì che questi beni essenziali nei prossimi giorni divengano ancora più cari, spostando la bilancia commerciale ancora di più a favore della Russia e a svantaggio dei Paesi che consumano gli idrocarburi estratti in Siberia.
Nelle retrovie diplomatiche si discute di una formula per provare ad ottenere un accordo con Putin: Vienna è comunque nell’Ue e tra i «Paesi associati» alla Nato
DAL CORRISPONDENTE WASHINGTON Il modello non è la Finlandia, ma l’Austria. Nelle retrovie diplomatiche, mentre la guerra non si ferma, si comincia a discutere su una formula per avviare una trattativa concreta tra Ucraina e Russia. Vladimir Putin potrebbe fermarsi e consentire al governo di Volodymyr Zelenksy di sopravvivere. In cambio l’Ucraina si impegnerebbe ad adottare la «neutralità perpetua», modificando la Costituzione che dal 2019, invece, prevede un percorso di avvicinamento alla Nato. Per Kiev, naturalmente, tutto ciò significherebbe una svolta drastica nel processo politico, culturale e anche psicologico cominciato nel 2014 con la rivolta di Maidan e la cacciata del presidente filo russo Viktor Yanukovich.
Pochi giorni prima dell’attacco putiniano (24 febbraio), il cancelliere tedesco Olaf Scholz aveva proposto, come tentativo estremo, la «finlandizzazione» dell’Ucraina. Vale a dire il «congelamento» per un lungo periodo della richiesta di aderire alla Nato. In sostanza una decisione politica, reversibile nel tempo. La Finlandia ha scelto l’equidistanza tra i due blocchi all’epoca della Guerra Fredda, ma senza inserire vincoli giuridici che potessero precludere cambiamenti futuri. Tanto è vero che proprio nelle ultime settimane la premier finlandese, Sanna Marin, ha partecipato ai summit dell’Alleanza atlantica. A Helsinki è in corso una profonda riflessione: l’aggressività di Vladimir Putin ha cambiato il quadro storico e quindi potrebbe essere arrivato il momento di abbandonare lo status «politico» di Paese neutrale ed entrare nella Nato. La condizione dell’Austria è diversa: la neutralità è sancita dalla Costituzione fin dal 1955. È parte integrante dell’identità del nuovo Stato emerso dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Stando alle indiscrezioni raccolte tra Washington e altre capitali europee, questo schema potrebbe essere un punto di partenza nel colloquio tra i ministri degli Esteri russo, Sergei Lavrov e quello ucraino, Dmytro Kuleba, fissato per giovedì 10 marzo, ad Antalya, in Turchia.
È chiaro che gli ucraini, ora, si troveranno a negoziare in una posizione più svantaggiosa rispetto a quella di un mese fa. Le parole pronunciate ieri da Zelenksy, «pronto a trattare su Nato, Donbass e Crimea» sembrano prenderne atto. D’altra parte non ci sono tante altre possibilità, almeno sul piano della diplomazia. Gli ucraini puntano allora ad «un’applicazione estensiva» del «modello Austria». Vienna fa comunque parte dei «Paesi associati» alla Nato, cioè invitati ai vertici come osservatori. Ma soprattutto gli austriaci sono membri dell’Unione europea dal 1995. In quell’anno entrarono nella Ue i tre Paesi neutrali del Vecchio Continente: Svezia, Finlandia e appunto Austria (la Svizzera rinunciò nel 1992, dopo l’esito negativo di un referendum). La «neutralità perpetua» non ha impedito, dunque, a Vienna di riprendere la sua naturale collocazione nel Vecchio continente e di acquisire comunque un peso negli equilibri politici. Qualcosa del genere si potrebbe ipotizzare anche per l’Ucraina, ma senza forzare i tempi e le procedure. Questo scenario, però, è collegato a una serie di condizioni. La piena sovranità dell’Ucraina dovrebbe essere garantita a livello internazionale con vincoli accettati anche da Mosca. E l’Ucraina potrà restare uno Stato sovrano se manterrà la sua capitale, il suo territorio e lo sbocco sul mare, con Odessa.
Una giovane fotografa ventenne racconta su TikTok la guerra in Ucraina: gli edifici sventrati, la vita stravolta, l’andirivieni tra la casa e il bunker, gli scaffali vuoti dei supermercati
Quella in Ucraina è la prima guerra al mondo in cui i social media hanno questa pervasività nella vita quotidiana. Le piattaforme sono usate normalmente dagli adolescenti e dai ragazzi per raccontare le proprie giornate, ma come vengono usati da chi ha visto la sua vita travolta da un evento traumatico come la guerra?
Una risposta la troviamo nei tiktok di Valeria (@Valerisssh), una ventenne ucraina di Chernihiv, fotografa di professione, che sulla piattaforma più amata dalla Generazione Z condivide la sua tragica quotidianità fatta di palazzi sventrati dalle bombe, strade deserte, bunker sotterranei. Ma il risultato finale è straniante: Valeria infatti documenta la guerra nel suo Paese seguendo i trend di TikTok, aggiungendo musica e motivetti, facendo il verso ai video più popolari sulla piattaforma e condendo il tutto con una generosa dose di cinismo. Il suo profilo è seguito da 437 mila persone e ha raccolto oltre 14 milioni di «Mi piace». Il video che ha fatto il giro del web e l’ha fatta conoscere al mondo ha totalizzato 26 milioni di visualizzazioni in quattro giorni.
La fotografa gira per le strade della città dilaniata dalle bombe, riprendendo con l’obiettivo dello smartphone i vetri in frantumi, le mura distrutte, i soldati con la tuta mimetica. «Una bomba russa ha distrutto la casa in cui vive un mio caro amico — è la didascalia che accompagna un video pubblicato sul suo profilo —. Si può vedere il salotto e la cucina dalla finestra rotta. Non ho mai potuto immaginare come si sentissero le persone durante la Seconda guerra mondiale, ma ora vivo questa realtà e sono spaventata per la mia vita. Per favore Putin ferma la guerra!». In un altro video la ragazza mostra gli scaffali vuoti di un supermercato, rifacendosi al trend Pov (che sul social indica un video in cui utenti imitano qualcuno o una particolare situazione, in modo divertente ed ironico).
«Faccio questi contenuti su TikTok e su Instagram e voglio che tutte le persone sappiano del nostro problema. Perché la guerra non è un nostro problema, è qualcosa che riguarda il mondo intero — ha detto Valeria alla Bbc —. Non riesco a credere che stia succedendo tutto questo nel 21esimo secolo».
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