La marea fucsia per la festa della donna: «Noi con

La marea fucsia per la festa della donna: «Noi con

di Laura Martellini

Migliaia di donne e uomini al corteo nazionale indetto dalla rete di associazioni «Non una di meno». Sciarpe, parrucche e mascherine di colore fucsia e viola, decine di bandiere della pace e numerosi cartelli

Uno striscione bianco con la scritta nera e rossa: «Guerra alla guerra. Strike the war». Lo slogan che con la parola inglese «strike» vuole richiamare il doppio significato di «sciopero» e di «colpire» ha aperto il corteo che ha richiamato in piazza della Repubblica oggi migliaia di donne e uomini per la manifestazione nazionale indetta dalla rete di associazioni «Non una di meno».

Sciarpe, parrucche e mascherine di colore fucsia e viola, decine di bandiere della pace e numerosi cartelli per chiedere in primo luogo la fine del conflitto armato tra Russia e Ucraina. «Apriamo i confini alle rifugiate ucraine e a chi scappa da ogni guerra»; «il sistema è fragile, non le donne» le scritte su alcuni manifesti. Tra canti e slogan, simboli del femminismo e uso dello Schwa (a indicare il genere neutro), il corteo è partito alle 17.45 da piazza della Repubblica e si è diretto a piazza Venezia. Ad aprirlo il camionicino bianco della rete, con lo striscione viola «Non una di meno». Sui lati un cartello bianco e il testo in rosso : «Nessun consenso al patriarcato, transfemminismo sia Stato».

«Lo sciopero femminista e transfemminista – hanno sottolineato le organizzatrici – non sarà solo astensione dal lavoro salariato. Consapevole delle difficoltà e dei limiti di uno sciopero sindacale, nel momento in cui il lavoro è sempre più precario, e non pagato, Non Una di Meno vuole fare dello sciopero uno strumento di lotta per tutte le figure del lavoro e del non lavoro, e denunciare il persistere della violenza patriarcale». Parlando dell’invasione russa dell’Ucraina, le promotrici hanno commentato: «Solo un mese fa era inimmaginabile: la terza guerra mondiale, la guerra nucleare come orizzonte distopico non sono mai state prospettive così vicine e concrete». «Fermiamo la guerra in Ucraina, fermiamo l’invio di armi dall’Italia e dai Paesi europei, fermiamo l’escalation bellica sui corpi della gente! Fermiamo le pesanti sanzioni volute dalla Nato e approvate dall’Ue, che non toccheranno Putin e gli oligarchi russi ma che colpiranno in prima istanza la popolazione civile e avranno gravi conseguenze anche in Europa. A pagare saranno i poveri, le donne, i disertori dei ruoli di genere, le persone migranti bloccate ai tanti confini, usate come armi in una guerra vecchia come il mondo eppure sempre nuova».

L’appello conclusivo: «Siamo con le donne ucraine in Italia, lontane da casa per lavorare e spesso per curare i nostri cari, trattate fino a oggi come cittadine di serie B al pari di tutte le altre migranti sul suolo europeo. Siamo con chi resiste all’occupazione in Ucraina e con l’opposizione sociale e femminista russa contro il regime di Putin. Contro la guerra dei potenti, reclamiamo un’Europa senza confini, democratica e solidale».

8 marzo 2022 (modifica il 9 marzo 2022 | 12:14)

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Ex calciatore della Roma Maurizio Lanzaro condannato a un anno

Ex calciatore della Roma Maurizio Lanzaro condannato a un anno

di Redazione Roma

Maurizio Lanzaro era in debito di circa 14mila euro con la propria famiglia. La separazione era avvenuta quando il difensore, già nelle giovanili della Roma, si era trasferito per lavoro in Spagna

Maurizio Lanzaro, ex difensore cresciuto nelle giovanili della Roma e giovanissimo campione d’Italia nella stagione 2000-2001, è stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione dal tribunale monocratico di Roma. Il calciatore, originario di Avellino, avrebbe rifiutato a moglie e due figlie l’assegno di mantenimento pattuito. La storia, riportata da Il Messaggero, risale agli anni scorsi, quando Lanzaro si era trasferito, per ragioni di lavoro (militava nella spagnola Real Saragozza), in Spagna. Durante quel periodo sarebbe avvenuta la separazione da moglie e figlie piccole, rimaste a vivere qui a Roma, in un semplice appartamento dalle parti di Torrevecchia.

Secondo il pm Andrea Iolis che rappresentava l’accusa, Lanzaro sarebbe venuto meno ai suoi doveri, mancando di versare l’assegno familiare. Nessun problema finanziario per il calciatore ottimamente remunerato per i suoi impegni sportivi. Piuttosto una negligenza della quale non si capisce la causa. Sta di fatto che il calciatore si è sottratto agli obblighi di assistenza familiare e ha «scordato» di versare i 5mila euro mensili pattuiti davanti al giudice nel 2015.

«Nonostante il suo considerevole reddito — scrivono i magistrati che hanno sostenuto le contestazioni nei suoi confronti — (Lanzaro ndr) aveva ripetutamente e scientemente violato gli obblighi di assistenza materiale della famiglia previsti dal codice civile». In seguito alla denuncia della moglie era partita l’inchiesta, affidata alla Guardia di Finanza che aveva ricostruito i suoi volumi di affari. Ora la condanna.

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8 marzo 2022 (modifica il 8 marzo 2022 | 12:23)

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Cosa presenta Apple nel primo evento 2022? Tutte le novità

Cosa presenta Apple nel primo evento 2022? Tutte le novità

di Paolo Ottolina, Michela Rovelli

Tutte le novità Apple nell’evento dell’8 marzo «Peek Performance». Arrivano anche iPhone 13 e 13 Pro in livrea verde. Prezzi e disponibilità in Italia

A Cupertino va in scena il primo evento Apple del 2022. Il palcoscenico è quello dello Steve Jobs Theatre, da cui Tim Cook presenta i primi prodotti dell’anno di casa Apple. Per seguire gli annunci di Tim Cook ci si potrà collegare sul sito ufficiale, sulla Apple Tv o sulla pagina ufficiale di YouTube.

19.58 – Evento concluso. Che cosa ha presentato Apple stasera? Facciamo il riassunto (e qui trovate un approfondimento):
– iPhone SE 2022: l’iPhone più economico della gamma mantiene il look dell’iPhone 8, con Touch ID e tasto centrale, ma aggiunge il chip A15 (quello degli iPhone 13 e 13 Pro). Arrivano quindi il 5G e la capacità di fotografica computazionale migliorata. Cresce anche l’autonomia. Prezzi da 529 euro, uscita il 18 marzo.
– iPad Air 2022: la nuova versione del tablet di fascia medio-alta (sotto c’è il base, sopra i Pro) ora ha il chip M1 ed è 5G. Nuovi colori, stesso look. Anche questo arriva il 18 marzo, prezzi da 699 euro (wifi) e da 869 (wifi+5G).
– iPhone 13 Pro verde alpino e iPhone 13 verde: nuovi colori per gli iPhone 13. Tutto il resto è uguale, ma Apple ha annunciato che iOS 15.4 sarà disponibile dalla prossima settimana: porta con sé l’utile possibilità di usare Face ID anche con la mascherina.
– M1 Ultra è l’ultima aggiunta alla gamma dei processori Apple Silicon. Potentissimo, guarda agli utenti professionali.
– Mac Studio: la più grossa novità dell’evento, che strizza l’occhio a una nicchia iper-professionale che cerca un computer da scrivania compatto, «stiloso» e capace di assolvere (quasi) qualunque task, anche molto pesante (montaggio video ad altissima risoluzione). Una workstation desktop in dimensioni all’incirca, da Mac mini. Con M1 Ultra le prestazioni sono semplicemente da capogiro, così come le possibilità di personalizzazione (si arriva a 128 GB di memoria unificata e 8 TB di SSD) e il prezzo: si parte da 4.649 euro e si arriva, portando tutto al massimo, a 9.249 euro. La versione «basic» (si fa per dire) con M1 Max parte da
Disponibile da subito, consegne dal 18 marzo, prezzi da 2.349 euro (M1 Max).
– Studio Display: non solo un monitor professionale da 27 pollici e 5K, ma anche una «videocall machine» con videocamera, microfoni e speaker per assolvere in pieno i compiti da lavoro in modalità mista (casa e ufficio) nati con la pandemia.Prezzo 1.799 euro.

19.55 – Prezzi da 1.999 dollari (Mac Studio con M1 Max) e 3.999 dollari (con M1 Ultra), cui aggiungere 1.599 dollari per Studio Display.

19.48 – Si passa al monitor Studio Display. Tre versioni di stand: uno che bascula solo su e giù, l’altro che si muove anche avanti e indiero, un terzo Vesa per chi vuole appenderlo al muro. La risoluzione è 5K, con True Tone, trattamento opzionale Nano Textura per ridurre i riflessi. All’interno c’è un processore A13 e sul davanti c’è una fotocamera che supporta Center Stage, e un microfono triplo, e 6 speaker con Dolby Atmos e Special Atmos: insomma, molto più di un display, ma una vera macchina versatile per videocall professionali e multimedia. Sul retro 3 porte Usb-C e 1 Thunderbolt che offre ricarica a 96 Watt.

19.42 – Mac Studio arriva con M1 Max e in versione con M1 Ultra. Le prestazioni dell’Ultra, secondo i grafici mostrati da Apple, ridicolizzano le vecchie soluzioni Mac con processori Intel e gpu discrete Radeon. Mac Studio si candida a macchina per creativi che devono lavorare con video molto pesanti, è in grado di processare fino a 18 flussi in risoluzione 8K. Ci sono configurazioni fino a 8 TB SSD (il prezzo sarà da per cuori forti…) e secondo Apple, il modello con M1 Ultra è fino all’80 per cento più veloce del Mac Pro in allestimento top. Dal punto di vista «green», come per iPhone e iPad, si fa ampio uso si materiali riciclati.

19.37 – Ecco il nuovo Mac Studio con Studio Display. Compatto come un Mac mini, potente come un Mac Pro. All’interno dello scatolotto c’è un sistema di dissipazione del calore mai visto, ma comunque promette di essere super-silenzioso nonostante le prestazioni, come la linea di Mac con M1 ci ha abituato.
Davanti due porte Usb-C Thunderbolt 4, sul retro molte altre porte. Possibile collegare fino a 4 display 4K.

19.27 – Dal comunicato stampa italiano, i prezzi italiani di iPhone SE:
«iPhone SE sarà disponibile nei modelli da 64GB, 128GB e 256GB, nei colori mezzanotte, galassia e (PRODUCT)RED, a partire da €529
In Australia, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Regno Unito, negli Stati Uniti e in più di altri 30 Paesi e territori sarà possibile preordinare iPhone SE a partire dalle 05:00 (PDT) di venerdì 11 marzo, con disponibilità a partire da venerdì 18 marzo
È possibile acquistare iPhone SE versando € 22,04 al mese su apple.com/it/store, tramite l’app Apple Store e presso gli Apple Store.
iPhone SE è disponibile anche presso i rivenditori autorizzati Apple e alcuni operatori».

19.24 – È il turno dei Mac. Alla famiglia dei processori Apple Silicon si aggiunge M1 Ultra, pensato per i desktop. Enorme potenza e fino a 128 GB di memoria unificata. 20-core Gpu e 64-core Gpu. Fino a 20 più veloce di M1. I consumi, come per tutta la famiglia M1, sono molto più ridotti dei tradizionali chip X64 comparabili (o inferiori) come prestazioni.

19.23 – iPad, ordini aperti da venerdì, disponibile dal 18 marzo. Prezzo identico alla generazione precedente: 599 dollari, si parte da 64 GB e si salta poi a 256 GB.

19.16 – Si passa a parlare di iPad. Ecco il rinnovato iPad Air.Arriva il processore M1 visto su iPad Pro e sui Mac: superiore del 60% nelle prestazioni rispetto al precedente Air con cpu A14, datato 2020. La camera frontale supporta Center Stage, che inquadra automaticamente i soggetti durante le videochiamate. iPad Air ora è anche compatibile con il 5G. Questi i colori disponibili:

19.15 – iPhone SE è disponibile dal 18 marzo.

19.12 – Com’è iPhone SE 2022? Stesso design, con il familiare Touch Id nel pulsante centrale eredita dai “vecchi” iPhone precedenti ad iPhone X. Ma nuovo vetro più resistente, resistenza ad acqua e polvere IP67 e, grazie all’arrivo di A15 Bionic, c’è anche la compatibilità con il 5G. Sul retro sempre una sola fotocamera, da 12 MP, ma con le novità di «fotografia computazionale» garantite dal nuovo processore, come Smart HDR 4.

19.07 – Si passa ad Apple Silicon, i processori di casa Apple. A15 Bionic arriva su iPhone SE, nell’edizione rinnovata 2022. Anche sull’iPhone meno caro arriva quindi il processore più potente, quello degli iPhone 13 di ultima generazione.

19.06 – Due nuovi colori per iPhone 13: arriva il verde su iPhone 13 e l’Alpine Green su iPhone 13 Pro.

19.02 – Tim Cook comincia l’evento con il suo «Gooood morning» e attacca a parlare di Apple Tv+, annunciando nuove serie e film Apple Original. Tantissimi i nomi celebri di Hollywood coinvolti, ma la novità è il Friday Night del baseball Mlb. Anche Apple entra così nel mondo dello sport in diretta, come già fatto da Amazon (anche se il baseball per noi italiani non ha il richiamo della Champions League su Prime Video).

8 marzo 2022 (modifica il 9 marzo 2022 | 11:10)

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Michelangelo restaurato con i batteri che mangiano lo sporco

Michelangelo restaurato con i batteri che mangiano lo sporco

di Pierluigi Panza

I microrganismi utilizzati per pulire le sculture nelle Cappelle medicee: scelti in base al loro «appetito» per lo sporco Le studiose: con questa tecnica si può intervenire con la massima sicurezza

In occasione del 545° compleanno di Michelangelo Buonarroti, l’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze ha presentato il nuovo allestimento della Sala del dio fiume dello scultore nella sua stessa sede di Orsanmichele e i risultati dell’intervento di restauro alle Cappelle medicee in San Lorenzo, capolavoro dell’artista toscano. Il restauro, meglio, il biorestauro o biopulitura che ha tirato a lucido il gioiello realizzato da Michelangelo tra gli anni Venti e Trenta del Cinquecento su commissione dei papi Medici Leone X e Clemente VII, è avvenuto utilizzando dei batteri che mangiano lo sporco. Le studiose della Enea Anna Rosa Sprocati e Chiara Alisi, in collaborazione con ricercatrici dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ispc) hanno sperimentato una tecnica di biopulitura che usa ceppi batterici per rimuovere, in sicurezza, le macchie dal marmo.

Una nuova frontiera del restauro

La capacità metabolica dei batteri costituisce una nuova frontiera del restauro usato qui, per la prima volta, su Michelangelo. La squadra di restauro, che ha interessato sia la parte architettonica (resta da fare la zona dell’altare) che quella scultorea della Sagrestia nuova, dove sono le tombe di Giuliano de’ Medici duca di Nemours e suo nipote Lorenzo de’ Medici duca di Urbino, è stata tutta al femminile. È stata guidata da Monica Bietti (con Daniela Manna, Marina Vincenti e con Eleonora Gioventù), che ricorda come dal 2013, «grazie alla collaborazione del Soprintendente Cristina Acidini, sia stato avviato uno studio per capire come rimuovere le tracce senza aggredire la materia».

L’intervento

L’intervento è partito dall’analisi delle singole parti dei monumenti tramite spettrografia, quindi sono stati eseguiti test esplorativi sullo sporco per individuare i ceppi di batteri più adatti per la pulizia, quindi sono stati sviluppati i batteri in laboratorio e poi applicati con un supportante gel al monumento. «Il sarcofago era alterato da macchie scure con presenza di proteine, fosfati, gesso, tracce di silicati e di ossalato di calcio riconducibili alla trasformazione dei liquidi organici derivati dalla sepoltura frettolosa e senza eviscerazione di Alessandro Dei Medici avvenuta nel 1537», ricordano Sprocati e Alisi. «Dopo aver testato undici diversi ceppi batterici, abbiamo scelto i tre migliori per la biopulitura: impacchi di cellule dei ceppi Serratia ficaria, Pseudomonas stutzeri e Rhodococcus sono stati applicati con supportanti inerti, che mantengono la giusta umidità e permettono di applicare e rimuovere l’impacco facilmente e senza lasciare residui».

L’appetito dei batteri

I tre batteri utilizzati sono stati scelti per il loro «appetito» verso i residui organici di olii, fosfati, colle e carbonati. La Serratia ficaria, per capirsi, è il batterio che causa infezioni urinarie o generate da trasfusioni e infusioni endovenose contaminate. Tempo un paio di notti, con una applicazione in stile «maschera viso», lo sporco se ne è andato. «I batteri utilizzati sono di origine ambientale, spontanei, innocui e scelti tra un’ampia collezione per metabolizzare selettivamente i depositi coerenti identificati in precedenza dalle indagini chimiche, senza spingere oltre la loro azione», concludono le due studiose. Michelangelo lavorò fino alla morte, avvenuta a Roma nel 1564, e si deve ritenere che ebbe un buon rapporto con i batteri: soffrì di gotta e di osteoartrite ma, nelle lettere, non parla di infezioni urinarie o simili.

8 marzo 2022 (modifica il 9 marzo 2022 | 14:56)

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Capire la geopolitica: con il «Corriere» la collana a cura

Capire la geopolitica: con il «Corriere» la collana a cura

di FEDERICO RAMPINI

In edicola da venerdì 11 marzo una serie di volumi dedicati agli equilibri internazionali. Qui una sintesi della presentazione

La guerra in Ucraina e lo shock energetico del 2021-22 ci hanno ricordato questa verità scomoda: l’Italia è un piccolo Paese, vulnerabile e dipendente, esposto agli eventi internazionali. Ora più che mai, sentiamo l’urgenza di capirli.

Come spiegare i focolai di crisi del mondo contemporaneo? Perché l’Ucraina, perché Taiwan? Quali cause stanno dietro la persistenza del jihadismo in Medio Oriente e in Africa, il ritorno dei talebani in Afghanistan, il programma nucleare dell’Iran, le lotte per l’egemonia nel nostro Mediterraneo? L’Europa ha un futuro, una voce in capitolo negli scontri fra superpotenze? Gli italiani subiscono nella loro vita quotidiana — la salute dell’economia, le prospettive di lavoro — i riflessi di eventi che sembrano lontani e invece sono vicinissimi. C’è bisogno di una nuova cultura della geopolitica per decifrarli. Una teoria del mondo, una chiave di lettura degli eventi internazionali, non è questione da specialisti: da cittadini del mondo dobbiamo capire le leggi della sua storia. Dov’è diretta l’evoluzione contemporanea? Perché certe nazioni hanno successo, e altre no? Quali sono i popoli che il vento sospinge verso un futuro migliore? L’Occidente democratico ci appare sfiduciato, esausto, insicuro di tutto. I regimi autoritari premono e lanciano una narrazione inquietante: noi siamo ormai decadenti, loro hanno il futuro in mano.

È proprio vero? Le risposte le darà la storia. In parte le ha già date. Le rivalità, le sfide tra nazioni, i conflitti, seguono un copione antico. Dietro le ideologie politiche, affiorano le logiche di imperi antichi e moderni, ciascuno con una propria visione del passato, del futuro, degli interessi da difendere. L’ascesa e il declino delle nazioni, l’emergere di nuove potenze e la decadenza degli antichi egemoni: questo è un percorso che a volte segue regole quasi precise, prevedibili; altre volte imbocca percorsi misteriosi, innova e ci sorprende.

Per capire dove va il mondo, quindi, è indispensabile studiare le mappe geografiche, la storia che è scolpita da secoli in quelle carte, la cultura di civiltà diverse che stentano a comprendersi, i vincoli nascosti a cui i leader devono piegarsi. E non perdiamo di vista che «la storia siamo noi», quindi per capire le parabole dei popoli bisogna occuparsi di cultura e costume, etica e vita quotidiana. (…).

Ai lettori del «Corriere» propongo un’antologia di testi davvero essenziali: insieme ai miei libri con cui da vent’anni cerco di illuminarvi sul mondo com’è e sul mondo che verrà, ho scelto i grandi classici di autori stranieri che hanno fatto scuola sugli scenari della geopolitica. Alcuni sono nomi che vi suoneranno familiari talmente sono famosi. In altri casi sono i titoli di questi libri ad aver conquistato una fama tale da avere una vita autonoma, diventando degli slogan (ma è meglio non fermarsi al titolo, urge scoprire l’intero contenuto).
Per chi vuole allargare lo sguardo, affrancarsi dal provincialismo, spaziare su vasti orizzonti, avvistare sfide in arrivo, sono letture da non perdere. Ciascuna sarà accompagnata da una mia introduzione per giustificarne la scelta, attualizzare l’opera, spiegarne l’importanza.

Dai tempi di Confucio in Cina, di Platone ad Atene, poi di Machiavelli a Firenze e di Montesquieu a Parigi, ci si interroga sulle ricette che fanno il governo ideale e lo Stato sano. L’umanità si appassiona per questioni cruciali: quali sono le fondamenta di una pace durevole, che cosa garantisce il benessere e la sicurezza dei popoli nel lungo termine, quali società trovano un rapporto armonioso con la natura. Non sono solo i filosofi ad aver cercato le risposte: anche sacerdoti e militari, mercanti o scienziati, geografi ed economisti. La forza di una collettività dipende dal denaro e dalla tecnologia, dalla demografia e dal rapporto con l’ambiente; dalle regole del sistema, che includono un’idea dei diritti e dei doveri. Infine, c’è il ruolo della potenza militare, che spesso è influenzata da altri caratteri (efficienza industriale, capacità innovativa, coesione e disciplina); noi europei nel XXI secolo abbiamo sperato di relegare la guerra a un orrido passato, ma la logica delle armi rialza la testa e ci presenta il conto. (…)

Nel nostro tempo inquieto, mentre in America ci s’interroga sul tema della decadenza spingendo lo sguardo fino all’antica Roma, a Pechino c’è un interesse altrettanto vivo e penetrante sulle ricette segrete che generano i modelli vincenti. L’ascesa della Cina vede al comando una classe dirigente che legge, studia, s’interroga sul passato.

Per lettrici e lettori di ogni età, incluse le generazioni Erasmus a cui «l’Italia sta ormai stretta», il patrimonio di analisi autorevoli che vi propongo ha lo stesso valore dell’apprendimento di una lingua straniera o di un metodo scientifico: consente di scoprire la realtà globale con uno sguardo nuovo.

La collana: il primo volume e le prossime uscite

Il testo pubblicato in questa pagina è una sintesi della presentazione generale scritta da Federico Rampini per il primo titolo della nuova collana «Geopolitica. Capire gli equilibri del mondo». Si tratta del libro «Le linee rosse», opera dello stesso Rampini, che sarà in edicola con il «Corriere della Sera» venerdì 11 marzo, al prezzo di euro 8,90 più il costo del quotidiano. In tutto la serie comprende venti uscite: i saggi di Rampini si alterneranno con libri che si possono considerare classici nello studio delle relazioni internazionali, con autori prestigiosi come Henry Kissinger, Paul Kennedy, Ian Bremmer, John J. Mearsheimer. In una fase che vede sviluppi tragici in corso sullo scacchiere dell’Europa orientale, senza dimenticare le crisi belliche che affliggono il Sahel, lo Yemen, l’Etiopia, il Congo, il «Corriere della Sera» ha voluto offrire ai suoi lettori strumenti di orientamento affidabili per comprendere la rotta imboccata dalla competizione globale tra le maggiori potenze. Per questo è necessario affidarsi nel contempo allo studio della storia e a quello della geografia, che condizionano da sempre il corso degli eventi. Viviamo in un mondo diviso in Stati, ciascuno dei quali persegue un interesse nazionale: una realtà che non possiamo ignorare. Il secondo volume della serie sarà «Ordine mondiale» dell’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, in uscita il 18 marzo. Seguiranno: Federico Rampini, «Il secolo cinese» (25 marzo); Daron Acemoglu e James Robinson, «Perché le nazioni falliscono» (1° aprile).

8 marzo 2022 (modifica il 8 marzo 2022 | 21:08)

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Salvini in Polonia, il sindaco di Przemysl lo contesta

Salvini in Polonia, il sindaco di Przemysl lo contesta

di Virginia Piccolillo

Al leader della Lega, arrivato a Przemysl, con una onlus, il sindaco mostra una maglietta col volto di Putin e dice: «Io non la ricevo, venga al confine a condannarlo». Lui: «Sono qui per portare la pace». Ma i radicali: «Ha rinnovato il patto con i russi»

«Io non la ricevo, venga con me al confine a condannare Putin». Mostrandogli una maglietta con il volto del leader russo, il sindaco di Predmysl ha detto così a Matteo Salvini, appena giunto dall’Italia nella cittadina a una decina di chilometri al confine con l’Ucraina. Wojciech Bakun ha prima ringraziato l’Italia e poi ha mostrato al leader della Lega la T-shirt col volto del dittatore russo (che Salvini aveva indossato in varie occasioni). Quindi l’affondo.

Intanto un gruppo di italiani, presenti alla scena, ha contestato il leader leghista, in missione con i volontari di «Ripartiamo onlus», urlando: «Buffone». Salvini non ha raccolto la provocazione dicendo di essere lì per portare «aiuti e la pace». Prima di arrivare, su Facebook aveva postato: «Al lavoro per restituire Pace, casa e sorriso a questi bimbi e a queste mamme. Che questo 8 marzo, passato insieme alle donne fra Polonia e Ucraina, sia l’ultimo 8 marzo di guerra».

Ma accuse a Salvini di aver tacitamente rinnovato il 7 marzo un patto con il partito di Putin (“Russia Unita”) giungono dai radicali italiani. In una nota Massimiliano Iervolino, Igor Boni, segretario e presidente di Radicali Italiani e Giulio Manfredi dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta denunciano che il 6 marzo 2017 Salvini a Mosca firmò per conto della Lega, con Sergey Zhelenznyak, responsabile esteri di Russia Unita, un accordo scritto di reciproca collaborazione. Il primo mai sottoscritto da un partito italiano con un partito straniero. Mirato allo scambio di «informazioni su temi di attualità della situazione nella Federazione Russa e nella Repubblica italiana, sulle relazioni bilaterali e internazionali».

Il patto di «partenariato paritario e confidenziale tra la Federazione Russa e la Repubblica Italiana» durava 5 anni, a meno che una parte non avesse notificato «all’altra entro e non oltre sei mesi prima della scadenza dell’accordo la sua intenzione alla cessazione». Non essendoci stata evidenza della revoca, secondo i radicali si è automaticamente rinnovato proprio alla vigilia dell’arrivo di Salvini a Putin. Per questo invitano Salvini, sulla scorta di quel patto «a recarsi a Mosca per cercare di convincere i suoi amici russi a cessare l’aggressione all’Ucraina».

8 marzo 2022 (modifica il 9 marzo 2022 | 08:44)

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