Una lunga indagine di un think tank londinese porta alla luce il più grande database distribuito (e quindi sfuggente) del terrorismo islamista: un’eredità avvelenata difficile da cancellare che continua a indottrinare migliaia di utenti, fornire indicazioni e contenuti ma soprattutto perpetuare le fasi dell’occupazione territoriale a cavallo fra Siria e Iraq

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