Nei laboratori dell’Osservatorio Inaf di Arcetri, vicino a Firenze, in queste settimane gran parte delle attenzioni sono per lui. È uno specchio dall’elegante forma ellittica, di 110 per 75 centimetri, e a renderlo speciale è soprattutto il materiale con cui è fabbricato, cioè l’alluminio. Si tratta del primo modello dello specchio primario del telescopio spaziale Ariel dell’Agenzia Spaziale Europea. Osserverà i pianeti extrasolari e introduce una considerevole novità nel mondo delle missioni spaziali.
“È la prima volta che si realizza uno specchio di queste dimensioni con questo materiale – spiega Andrea Tozzi, primo tecnologo dell’Osservatorio Inaf di Arcetri – È poco costoso ed è leggero ma l’aspetto principale è che ad essere in alluminio sarà l’intero telescopio. Così avremo la certezza che ogni componente reagirà ai cambiamenti di temperatura nello stesso modo. È importante, considerato che dovrà operare nello spazio profondo a 50° Kelvin, circa -223° centrigradi”.
In questa fase il personale dell’Inaf sta compiendo dei test con uno strumento chiamato interferometro. “Misuriamo con precisione nanometrica la forma dello specchio – continua Andrea Tozzi – Oltre ad essere ottimamente lavorato, deve essere sostenuto dalla meccanica in maniera adeguata affinché con il passare del tempo la superficie non si deformi”.
La missione Ariel è portata avanti da un consorzio a cui partecipano oltre 50 istituzioni da 17 paesi europei, con un contributo anche da parte della NASA. L’Italia, con il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana, è fra i principali partner con l’Inaf, l’Università di Firenze, il Cnr di Padova e l’Università Sapienza di Roma. Considerevole anche il ruolo dell’industria. Lo specchio è realizzato dalla Media Lario di Lecco. Leonardo, grazie ai risultati di questa fase, nei suoi stabilimenti di Campi Bisenzio costruirà prima il modello ingegneristico e poi quello che andrà nello spazio.