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Competenze e lavoro, il modello è il “talent as a service”. E Cosmico incassa 4 milioni

Competenze e lavoro, il modello è il “talent as a service”. E Cosmico incassa 4 milioni

Nuovo round da 4 milioni di euro per Cosmico, startup nata per connettere i migliori talenti del mondo digitale e le aziende e prima realtà ad aver portato in Italia una nuova filosofia nel mondo del lavoro indipendente con il modello Talent-as-a-Service (TaaS). 

Lead investor nell’operazione è PranaVentures, fondo di venture capital specializzato in investimenti seed e post-seed che ha scelto di reinvestire considerando i risultati positivi della società e del suo significativo impatto nel settore dell’Hr Tech. L’operazione vede anche la partecipazione di alcuni business angel quali Roberto Marsella, Fabio Troiani, i family office di 40Jemz ed Intesa Sanpaolo.

Giro d’affari da 4,5 milioni di euro nel 2023

Un risultato importante che arriva dopo il round Seed di 1,8 milioni di euro concluso nel 2023 e dopo la recente acquisizione di Bioss Srl, con l’obiettivo di rafforzare la community di professionisti nei segmenti Cybersecurity e Embedded. Il nuovo round è parte della strategia di crescita del progetto, nato nel 2020 da un’intuizione del ceo, Francesco Marino, e dei co-founder Matteo Roversi e Simone Tornabene che in soli quattro anni hanno portato la startup a risultati straordinari: con un giro d’affari passato da 2,2 milioni di euro nel 2022 a quota 4,5 milioni di euro nel 2023, raddoppiando la crescita per il terzo anno di fila fin dalla sua costituzione. 

Cosmico oggi conta una community di oltre 16 mila professionisti in ambito coding, design, marketing, cybersecurity, data & AI e oltre 80 clienti del calibro di Ntt Data, Sketchin, Fjord, Capgemini, Huawei, Dude, Akqa, Alkemy, Facile.it, Publicis Sapient, Ogilvy, Hibo. 

Verso il consolidamento in Italia: target 10 mln di fatturato

Il round Serie A permetterà alla startup di consolidare il proprio posizionamento in Italia e accrescere la community di talenti, a fronte di una richiesta sempre maggiore di professionisti in ambito tecnologico e creativo. Inoltre, i fondi andranno ad accelerare la crescita internazionale dopo la recente apertura della sede spagnola di Madrid. Con oltre 3 milioni di euro di venduto nel primo trimestre del 2024, oggi Cosmico punta a chiudere l’anno con 10 milioni di fatturato a livello gruppo. 

“Nonostante Cosmico sia Ebitda-positive dal primo anno – spiega Francesco Marino, ceo e co-founder di Cosmico -, abbiamo deciso di proseguire con una strategia di funding che ha aperto il capitale sociale a soggetti sinergici al nostro business, non soltanto ai loro capitali. Per questo siamo orgogliosi di essere stati scelti da investitori come Troiani o Marsella, di aver visto confermata la fiducia dei precedenti investitori, grazie anche al supporto del team di Growth Capital, e di avere al nostro fianco PranaVentures come lead investor”. 

Una risposta alle esigenze del mercato del lavoro

“Nell’era dei nomadi digitali, con sempre più aziende alla ricerca di nuove soluzioni e tecnologie per attrarre talenti, siamo entusiasti di continuare a sostenere Cosmico e di essere al fianco di Francesco, Simone e Matteo – conclude Lisa Di Sevo, amministratore delegato di PranaVentures -. La loro innovativa proposta ha saputo rispondere in modo efficace alle nuove esigenze del mercato del lavoro. Negli ultimi mesi, il team di Cosmico ha dimostrato di saper acquisire quote di mercato significative, anche grazie ad operazioni strategiche e, le nuove risorse, aiuteranno la società a consolidare ulteriormente la sua presenza, sia a livello nazionale che internazionale”. 

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Urso inaugura a Torino la prima Casa del Made in Italy

Urso inaugura a Torino la prima Casa del Made in Italy

Un punto di riferimento per cittadini e imprese

Il ministro Adolfo Urso ha inaugurato a Torino la prima Casa del Made in Italy, sede dell’ispettorato territoriale del Mimit che diventa così sempre più un punto di riferimento per cittadini e imprese. L’obiettivo è facilitare l’incontro con Amministrazioni locali, Camere di commercio, con l’ecosistema dei competence center, European Digital Innovation Hubs – EDIH e Case delle tecnologie emergenti, per una crescita del tessuto produttivo locale.

Il progetto delle Case del Made in Italy punta, inoltre, a costruire una una cabina di regia per far sì che ci sia un raccordo tra le sedi territoriali e le direzioni generali centrali del Mimit, e poter lavorare in sinergia con gli stakeholders per fornire risposte alle esigenze del territorio. A questi compiti si aggiunge anche un osservatorio sui trend economici, tecnologici delle filiere del territorio nonché la formazione ad hoc del personale Mimit in materia di appalti pubblici, al fine di agevolare le imprese interessate all’utilizzo degli strumenti negoziali Consip. Nel medio termine è prevista anche la creazione di un portale delle Case del Made in Italy che dovrà garantire l’erogazione all’utenza di servizi informatici.

Nel corso dell’inaugurazione, il Ministro ha partecipato alla cerimonia di Poste Italiane che ha celebrato con un bollo speciale l’evento dedicato all’eccellenza e alla tradizione dell’artigianato. Questo annullo filatelico rappresenta un riconoscimento simbolico dell’importanza dell’artigianato italiano e della sua influenza culturale nel panorama nazionale e internazionale.

 

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63 anni fa, il 12 aprile 1961, il primo uomo nello spazio: Yuri Gagarin

63 anni fa, il 12 aprile 1961, il primo uomo nello spazio: Yuri Gagarin

L’Onu celebra oggi la Giornata Internazionale del Volo Spaziale Umano per ricordare “l’ingresso dell’umanità nell’era spaziale”, quando il 12 aprile 1961, il sovietico Yuri Gagarin aprì la strada all’esplorazione umana dello spazio conducendo il primo volo spaziale con equipaggio. L’obiettivo della Giornata è riaffermare “il ruolo essenziale della scienza e della tecnologia spaziale nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e nel miglioramento del benessere degli Stati e dei popoli”.

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È tempo di digital native business: i 5 pilastri della nuova rivoluzione industriale

È tempo di digital native business: i 5 pilastri della nuova rivoluzione industriale

La prossima rivoluzione industriale è già qui ed è quella trainata dalle aziende native digitali, Dnb (digital native business), imprese costruite da zero su tecnologie come il cloud computing, l’analisi dei dati e l’intelligenza artificiale. Come si legge in un’analisi di Idc, i digital native business, a differenza delle aziende tradizionali che cercano di adattare le loro tecnologie al digitale, hanno la disruption nel loro dna, perché sono nati nell’era della connettività ubiqua e del rapido progresso tecnologico, senza alcun vincolo legacy: per questo possono essere più audaci nell’adottare innovazioni all’avanguardia che danno loro un vantaggio competitivo. Nella seconda metà del 2024, i Dnb cresceranno ancora di più lungo la loro traiettoria di pionieri digitali, grazie a 5 tendenze tecnologiche che permetteranno alle imprese native digitali di generare trasformazione in tutto il loro settore.

Dall’utilizzo dell’Ai generativa come catalizzatore del cambiamento alla creazione di nuovi paradigmi di lavoro e di nuove professionalità, le aziende native digitali sono geneticamente preposte per la metamorfosi. Il loro “superpotere”, scrive Idc, sta nella loro capacità di essere agili e adattarsi rapidamente ai cambiamenti tecnologici dirompenti in un mondo Vuca (volatile, incerto, complesso, ambiguo).

Secondo le ricerche condotte da Idc, entro il 2025le imprese Dnb investiranno in tecnologie di intelligenza artificiale generativa (Gen Ai) come ChatGpt a un ritmo vertiginoso, 5 volte superiore rispetto alle aziende tradizionali. Dall’automazione dei flussi di lavoro di back-office all’arricchimento dei punti di contatto dei clienti con interfacce conversazionali, i Dnb abbracceranno l’intelligenza artificiale generativa in ogni aspetto delle loro operazioni. Le loro ambizioni sono sostenute anche dal fatto che molti grandi player dell’intelligenza artificiale generativa, come Anthropic e OpenAi, sono essi stessi Dnb, pionieri di nuovi casi d’uso che ridefiniranno il modo in cui operano le aziende.

In questa era alimentata dall’intelligenza artificiale, i dati non sono solo il nuovo petrolio, ma una fonte di energia rinnovabile che alimenta l’innovazione dei Dnb. Entro il 2026, queste aziende spenderanno oltre un terzo del budget su tecnologie come una solida architettura e piattaforme dati per integrare modelli di intelligenza artificiale generativa con le loro fonti di dati proprietarie. 

Infatti, l’efficacia dell’uso della Gen Ai dipende direttamente da quanto strategicamente un’azienda sfrutta i dati, proprietari e di terze parti. Anche nelle imprese digital native la mole crescente di informazioni è una sfida e la capacità di unificare e estrarre conoscenza dai dati è la chiave per sbloccare il pieno potenziale dei progetti con l’intelligenza artificiale generativa. 

Il ritmo frenetico dell’innovazione porta con sé anche una grave carenza di talenti tecnici qualificati per ruoli nascenti come ingegneri e scienziati dei dati capaci di lavorare con l’Ai. Entro il 2025, oltre il 70% dei Dnb userà uno specifico approccio per colmare questo gap basato su automazione intelligente e augmentation.

L’automazione intelligente è quella che unisce Rpa e Ai permettendo di automatizzare le attività manuali ripetitive e usa l’Ai per compiti automatizzabili più specialistici e evoluti, in entrambi i casi ovviando alla difficoltà di trovare persone qualificate per questi compiti. Al tempo stesso, per il personale umano, i Dnb raddoppieranno gli investimenti…

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Chips, Urso: “Ok UE a Linea Pilota a Catania, Italia conferma leadership sui semiconduttori”

Chips, Urso: “Ok UE a Linea Pilota a Catania, Italia conferma leadership sui semiconduttori”

La strategia italiana sui chips continua a funzionare. Ulteriore tassello dopo la fondazione di Pavia e l’annuncio di Silicon Box

L’approvazione da parte delle istituzioni europee del progetto della Linea Pilota di Catania è un traguardo importante che conferma che le competenze industriali e la collaborazione istituzionale possono porre il nostro Paese in una posizione di leadership nel settore a livello globale. La strategia italiana sui chips continua a funzionare. Dopo la fondazione di Pavia, dopo l’annuncio di Silicon Box si aggiunge oggi un altro ulteriore significativo tassello: i chips diventano sempre più centrali nel nostro contesto produttivo, che vede l’Etna Valley protagonista delle nuove frontiere dell’innovazione tecnologica”.

E’ quanto dichiarato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in seguito alla valutazione positiva da parte della Chips Joint Undertaking europea delle prime quattro linee pilota promosse in ambito Chips Act, tra cui appunto quella di Catania. Il progetto – capitanato dall’Italia e realizzato assieme a Finlandia, Polonia, Svezia, Austria, Francia e Germania – prevede la realizzazione di un impianto altamente innovativo specializzato nella ricerca su prodotti basati su nuovi materiali come carburo di silicio e nitruro di gallio, chiave per applicazioni come automotive e rinnovabili.

Il progetto a trazione italiana è stato valutato positivamente assieme a quelli promossi da CEA leti (Francia), Fraunhofer (Germania) e IMEC (Belgio), collocando l’Italia e i suoi centri di ricerca in un pool molto ristretto di istituzioni leader nel campo della microelettronica. Il progetto sarà guidato dal Cnr di Catania (Imm) individuato come candidato ideale grazie alla sua consolidata esperienza nella ricerca nel settore; gli altri partner italiani saranno la Fondazione Chips.IT di Pavia, la Fondazione Bruno Kessler e il consorzio interuniversitario IUNET.

Il progetto prevede fondi europei pari a 180 milioni di euro, cui si aggiungono ulteriori finanziamenti statali e privati, portando il totale a 360 milioni di euro circa, di cui 212 per l’impianto di Catania.

La costruzione del centro di ricerca con il Cnr, gli altri partner italiani ed europei e le aziende dovrebbe iniziare nel 2025, a seguito della formalizzazione dei contratti.

Le Linee Pilota sono vere e proprie fucine di ricerca per microchip avanzati, istituzionalizzate dal Chips Act europeo per garantire il mantenimento del vantaggio tecnologico e competitivo dell’Europa. A tale scopo, l’Unione Europea promuove il rafforzamento e la creazione di queste strutture all’interno dell’Unione attraverso bandi per un valore totale di 1,67 miliardi di euro, che raddoppieranno a circa 3,3 miliardi di euro con il coinvolgimento dei finanziamenti degli Stati membri.

 

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Transglobal car, verso i poli per la scienza

Transglobal car, verso i poli per la scienza

Transglobal car, verso i poli per la scienza

A bordo di speciali mezzi motorizzati un gruppo di esploratori sta cercando di raggiungere entrambi i Poli con finalità scientifiche. Appena superato il Polo Nord Andrea Bettini li ha raggiunti via internet

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Reti aziendali IoT: meglio il wireless o il mobile? Il dilemma dei buyer

Reti aziendali IoT: meglio il wireless o il mobile? Il dilemma dei buyer

Tecnologia wi-fi o mobile per le reti aziendali IoT? Secondo la società di intelligence tecnologica Abi Research, i clienti IoT alla ricerca di una soluzione si trovano ad affrontare un elenco crescente di opzioni man mano che nuove iniziative di spettro e standard di rete entrano nel mercato. “Le alternative per i clienti IoT si diramano tra soluzioni di rete privata cellulare e non cellulare”, afferma Lizzie Stokes, IoT Hardware and Devices e IoT Networks & Services Analyst presso Abi Research. “Entrambe le opzioni possono fornire un sistema di rete a circuito chiuso, ma la domanda per ciascun tipo di rete può divergere notevolmente a seconda dell’applicazione IoT e del cliente”. In generale, la maggior parte delle scelte dei clienti IoT nel mercato wireless privato continuano a dipendere dalle esigenze di throughput dei clienti, dai requisiti di sicurezza e dal costo complessivo della rete.

Reti private Lte e 5G per le esigenze più importanti

I settori verticali dell’IoT industriale (IIoT) che prevedono attività mission-critical e dati sensibili, come nei mercati del petrolio e del gas, dell’estrazione mineraria e della produzione, in genere richiedono una soluzione dedicata e a bassa latenza per controllare le prestazioni della rete e mantenere i dati sensibili in sede. Le reti private Lte e 5G soddisfano questi requisiti, offrendo copertura avanzata e solida sicurezza attraverso la crittografia supportata dalla sim. I grandi clienti IIoT possono in genere permettersi i costi elevati di infrastruttura e manutenzione di una rete di questo tipo.

Reti private Cbrs per le realtà più piccole

Gli utenti attenti al budget e i clienti IoT più piccoli possono anche costruire reti private Lte e 5G utilizzando le più recenti iniziative di spettro condiviso, come il Citizens Broadband Radio Service (Cbrs) negli Stati Uniti. Cbrs è stato reso disponibile per implementazioni commerciali di recente nel 2020 e ha democratizzato le reti private offrendo spettro attraverso livelli con licenza e gratuiti e senza licenza. Una rete Cbrs può comunque soddisfare rigorosi requisiti di throughput e sicurezza, fornendo allo stesso tempo opzioni di spettro più convenienti ai clienti IoT. Abi Research prevede che le implementazioni Cbrs aumenteranno, in particolare tra le applicazioni di produzione industriale e di pubblica utilità e in alcuni settori orientati all’IT come la sanità e l’istruzione. 

Wi-Fi, la scelta per chi non necessita di copertura estesa

Tuttavia, nonostante la rilevanza della telefonia mobile privata nelle principali applicazioni IoT, le opzioni di rete privata non cellulare come Wi-Fi e LoRaWan hanno già un punto d’appoggio unico in molti mercati IoT. Nonostante le sue funzioni di sicurezza limitate, il Wi-Fi è un’opzione popolare per gli utenti IoT che non necessitano di copertura estesa o latenza ultra bassa. Il basso costo e la facilità di implementazione della tecnologia possono essere altamente convincenti, in particolare per le piccole e medie imprese (pmi) e i clienti nei mercati IT, come la vendita al dettaglio e l’istruzione. Il Wi-Fi rimane il principale concorrente delle reti cellulari private, in particolare perché le nuove iterazioni della tecnologia (come Wi-Fi HaLow) ne ampliano…

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Semiconduttori, definiti termini e modalità per la presentazione delle istanze per i Contratti di sviluppo

Semiconduttori, definiti termini e modalità per la presentazione delle istanze per i Contratti di sviluppo

Lo sportello per la presentazione dei programmi di sviluppo aprirà il prossimo 30 aprile

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con decreto direttoriale, ha definito i termini e le modalità per la presentazione delle istanze di accesso alle risorse del Fondo destinato a sostenere la crescita e lo sviluppo tecnologico della catena di approvvigionamento dei semiconduttori, mediante lo strumento agevolativo dei Contratti di sviluppo.

Tale misura supporta progetti in grado di introdurre in Europa le capacità di fabbricazione dei semiconduttori o la produzione di apparecchiature o componenti chiave per la filiera nazionale e continentale, cogliendo le opportunità offerte dal Chips Act.

A partire dal prossimo 30 aprile, i soggetti proponenti un programma di sviluppo (una o più imprese) potranno presentare allo sportello Invitalia, soggetto gestore della misura per conto del Ministero, apposita istanza per la richiesta degli incentivi. Le domande saranno istruite in ordine cronologico fino ad esaurimento delle disponibilità economiche.

Gli interventi saranno finanziati con le risorse del Fondo nazionale per lo sviluppo del settore dei microprocessori, che ammontano a 3.292.000.000,00 euro nel periodo 2022-2030.

I programmi di sviluppo industriale o per la tutela ambientale dovranno essere finalizzati, anche attraverso l’attrazione di nuovi investimenti ed eventualmente progetti di ricerca, sviluppo e innovazione, al rafforzamento e allo sviluppo dell’industria nazionale di produzione di semiconduttori e/o alla crescita e allo sviluppo tecnologico delle imprese appartenenti alla catena di approvvigionamento.

 

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Elisabetta Romano confermata alla presidenza dell’Itw Global Leaders Forum

Elisabetta Romano confermata alla presidenza dell’Itw Global Leaders Forum

Elisabetta Romano è stata confermata alla presidenza dell’Itw Global Leaders’ Forum (Glf), l’associazione di settore che riunisce i più grandi operatori mondiali dell’Ict. La manager, chief network operations and wholesale officer di Tim, è stata rieletta all’unanimità per il secondo mandato della durata biennale.

Progettare le telco di domani

“Desidero ringraziare, attraverso il Consiglio, tutti i membri dell’Itw Global Leaders’ Forum per la fiducia accordatami nel darmi l’onore e l’opportunità di guidare il consiglio per un secondo mandato- evidenzia Romano – È anche una grande responsabilità che assumo con rinnovato impegno e con la consapevolezza che, con i miei colleghi eletti, abbiamo costruito molto e continueremo a progettare le telco di domani”.

La mission dell’associazione

La mission dell’Itw Global Leaders’Forum è guidare il settore Ict sostenendo priorità comuni per migliorare l’interconnessione e permettere l’erogazione dei nuovi servizi digitali su larga scala e ovunque nel mondo. La scelta di Romano alla presidenza rappresenta “un riconoscimento dell’impegno e dell’importante ruolo nel rafforzare la collaborazione e la visione strategica tra i membri dell’organizzazione”.

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