di Francesca Basso

La Corte di giustizia dell’Ue ha condannato Varsavia a pagare 1 milione di euro al giorno per non aver sospeso l’applicazione delle disposizioni nazionali relative in particolare alle competenze della sezione disciplinare della Corte Suprema

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
BRUXELLES — Si aggiunge un nuovo elemento di tensione nello scontro tra Ue e Polonia per il mancato rispetto dello Stato di diritto da parte di Varsavia. La Corte di giustizia dell’Ue ha condannato la Polonia a pagare alla Commissione europea 1 milione di euro al giorno per non aver sospeso la sezione disciplinare della Corte suprema, che secondo la Corte mina l’indipendenza dei giudici. «L’osservanza delle misure cautelari disposte il 14 luglio 2021 — spiega una nota della Corte di giustizia dell’Ue — è necessaria al fine di evitare un danno grave e irreparabile all’ordinamento giuridico dell’Unione europea e ai valori sui quali tale Unione si fonda, in particolare quello dello Stato di diritto». Per i giudici appare necessario «rafforzare l’efficacia» delle misure ordinate il 14 luglio imponendo una sanzione, per evitare che Varsavia tardi ulteriormente ad applicare quanto richiesto.

La decisione è stata criticata da Varsavia. «La via delle punizioni e dei ricatti verso il nostro Paese non è quella giusta», ha scritto su Twitter Piotr Müller, portavoce del premier polacco Mateusz Morawiecki, sottolineando che «l’Ue è una comunità di Stati sovrani governati da regole chiare. Mostrano una chiara divisione delle competenze tra Ue e Stati membri. La questione dell’organizzazione della magistratura è di competenza esclusiva degli Stati membri». Il portavoce ha ribadito la linea espressa dal premier polacco Mateusz Morawiecki durante il dibattito alla plenaria del Parlamento Ue, il 19 ottobre scorso, che aveva al centro il mancato rispetto dello Stato di diritto in Polonia. Morawiecki aveva comunque manifestato la disponibilità ad abolire la «sezione disciplinare dei giudici» costituita presso la Corte costituzionale «perché non ha risposto alle nostre aspettative», ma la sezione disciplinare è ancora operativa. Per la Corte «l’intenzione espressa dal governo di Varsavia di adottare, entro un anno, una serie di misure volte a riformare il sistema giudiziario polacco non è tale da impedire, in assenza di un’azione immediata da parte della Polonia, il verificarsi di un danno grave e irreparabile all’ordinamento giuridico dell’Unione europea». Il premier polacco aveva anche ribadito che «il diritto primario è la Costituzione e viene prima di ogni altra fonte di diritto», difendendo quanto sancito dalla Corte costituzionale polacca davanti alla Commissione, che è la guardiana dei Trattati, e riaffermandola davanti ai leader Ue al Consiglio europeo di giovedì scorso.

A luglio si è consumato il primo scontro, quando il Tribunale costituzionale polacco aveva dichiarato incostituzionale l’applicazione degli ordini della Corte di giustizia Ue al sistema giudiziario polacco, tra cui la sospensione della camera disciplinare. La Corte di giustizia dell’Ue ha ora imposto la multa giornaliera per la mancata applicazione di quegli ordini, che va a sommarsi alla penalità, sempre giornaliera, da mezzo milione di euro, per non aver dato seguito alle misure della Corte Ue sulla miniera di lignite di Turow. La cifra sarà scontata direttamente dall’ammontare dei fondi strutturali che spettano alla Polonia, prima beneficiaria con 66 miliardi per i periodo 2021-2027.

Ma l’essenza del conflitto tra Bruxelles e Varsavia è nel non riconoscimento della supremazia del diritto dell’Ue su quello nazionale, in seguito alla recente sentenza della Corte costituzionale polacca, che ha dichiarato gli articoli 1 e 19 del Trattato dell’Ue incompatibili con la Costituzione polacca, mettendo così in discussione uno dei pilastri su cui si fonda l’Ue. I leader Ue hanno chiesto alla Commissione di essere ferma nel far rispettare il diritto dell’Unione e insieme di cercare la via del dialogo. Un compromesso assai difficile. Tanto più che il Parlamento Ue ha deciso di fare causa alla Commissione europea per la mancata applicazione del nuovo meccanismo sulla condizionalità dello Stato di diritto, istituito per proteggere il bilancio dell’Unione. L’Eurocamera ha dato tempo alla Commissione Ue fino al 2 novembre prima di passare alle azioni legali.

27 ottobre 2021 (modifica il 27 ottobre 2021 | 20:16)

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