di Chiara Maffioletti

Alla Mostra del Cinema il film di Mordini era stato vietato ai minori di 14 anni, ora il limite si alza e la produzione parla di censura: «Va contro quanto affermato da Franceschini»

Il film di Stefano Mordini, «La Scuola Cattolica», tratto dal libro omonimo di Albinati (Premio Strega nel 2016) e ispirato al massacro del Circeo, nelle sale dal 7 ottobre, è stato vietato ai minori di 18 anni. Lo ha annunciato la produzione, parlando di «censura» che «viene operata su un film che racconta una storia vera, una storia di omicidio e di stupro» e «ripercorre i fatti che hanno segnato la storia dell’ordinamento giuridico italiano, aprendo nel 1975 un dibattito che si sarebbe concluso solo nel 1996, quando la violenza sessuale passò dall’essere considerata un reato contro la morale a un crimine contro la persona».

La famiglia

Il film era già stato presentato fuori concorso all’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, lo scorso settembre, e in quella circostanza era stato classificato come vietato ai minori di 14 anni. Ora il limite sale. Una scelta accolta con «grande sorpresa» da parte dei familiari ed eredi di Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, vittime delle violenze perpetrate nel massacro del 1975 e raccontate nella pellicola. «I miei assistiti sono, rispettivamente, sorella di Rosaria Lopez e fratello di Donatella Colasanti, e ne sono anche eredi mortis causa», ha spiegato l’avvocato Stefano Chiriatti. «Hanno visionato il film La Scuola Cattolica. Il loro evidente coinvolgimento, personale e affettivo, nella vicenda narrata, per la parte che li riguarda, ha indotto in Letizia e Roberto il risvegliarsi di traumi e dolori profondi, legati a quanto patito nel 1975 e negli anni successivi. Malgrado l’enorme sacrificio, umano ed emotivo, legato alla rievocazione vivida, visiva e sonora, di quanto accaduto alle rispettive sorelle, hanno, tuttavia, apprezzato la volontà di tramandare, anche in chiave di ammonimento per il futuro, la memoria della loro tragedia, soprattutto alle giovani generazioni. Hanno, pertanto, appreso con grande sorpresa della decisione del ministero della Cultura di vietare la visione del film ai minori degli anni diciotto».

La commissione

La Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche incaricata dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo del ministero della Cultura ha così motivato la sua decisione: «Il film presenta una narrazione filmica che ha come suo punto centrale la sostanziale equiparazione della vittima e del carnefice. In particolare i protagonisti della vicenda pur partendo da situazioni sociali diverse, finiscono per apparire tutti incapaci di comprendere la situazione in cui si trovano coinvolti. Questa lettura che appare dalle immagini, assai violente negli ultimi venti minuti, viene preceduta nella prima parte del film, da una scena in cui un professore, soffermandosi su un dipinto in cui Cristo viene flagellato, fornisce assieme ai ragazzi, tra i quali gli omicidi del Circeo, un’interpretazione in cui gli stessi, Gesù Cristo e i flagellanti vengono sostanzialmente messi sullo stesso piano. Per tutte le ragioni sopracitate la Commissione a maggioranza ritiene che il film non sia adatto ai minori di anni diciotto».

La replica

«Le motivazioni del divieto imposto — ha ribadito la produzione — vertono dunque tutte attorno a elementi tematici del film o a valutazioni di tipo artistico-espressivo, limitando di fatto la stessa libertà artistica e di espressione degli autori… Una decisione in netta contrapposizione con quanto affermato lo scorso aprile dal ministro Franceschini che, alla firma del decreto che istituì la nuova Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche, commentò: “Abolita la censura cinematografica, definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti”».’

5 ottobre 2021 (modifica il 5 ottobre 2021 | 13:25)

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